Albert Cartier, 53 anni, allenatore e bandiera del Metz, tornato in Ligue 1.
Partiamo dai campioni e dai fatti certi: per il Metz è stata una grandissima stagione. I Grenats hanno potuto festeggiare con largo anticipo sia la promozione che il titolo, arrivati rispettivamente con quattro e tre giornate d'anticipo. Del resto, il destino di questa Ligue 2 era segnato, visto che il Metz è stato capace di prendere la guida del campionato alla 12° giornata e non mollarla fino alla fine. Tuttavia, negli ultimi anni il club ha attraversato un periodo di poche luci e molte ombre: tre retrocessioni in seconda divisione tra il 2002 e il 2008, nonostante un parco giocatori di valore. Poi le cose sono andate anche peggio nel 2012, quando i granata sbagliano qualunque mossa possibile e son passati dallo sfiorare la promozione a retrocedere in Championnat National (terza divisione) a fine anno. Alcune cessioni, gli infortuni e un rapporto difficile di alcuni ragazzi con il pubblico hanno complicato il quadro e reso la discesa inevitabile: è la prima volta che il club, nella sua storia, scende così in basso.
E pensare che il passato del Metz - non quello recente - parla di una società capace di regalare diversi buoni giocatori al mondo del calcio. La lista è infinita e spazia dai grandi talenti a giocatori sconosciuti che si facevano conoscere nello stadio municipale di Saint-Symphorien. Tanti i ragazzi africani che si sono fatti strada nel Metz: Adebayor, Rigobert Song, il grande Jacques Songo'o, nonché Papiss Demba Cissé. Poi ci sono gli esperti Mondragon, Saha, Letizi. In più gli oggetti misteriosi Onyewu e Blanchard (poi venduto alla Juve per molti miliardi) e il passaggio annuale di Ribery. Ma sopratutto il vivaio del Metz ha dato i natali calcistici a due dei maggiori talenti degli ultimi vent'anni: Robert Pirés e Miralem Pjanic. Solo per questo ci sarebbe da ringraziarli.
Poi è arrivato il miracolo della risalita dalle ceneri e l'artefice di tutto questo è un uomo discreto, in grado di ricollocare il club dove forse meritava: sto parlando di Albert Cartier. Ex difensore centrale del Metz, aveva allenato il club per un biennio all'inizio degli anni 2000, dopo aver fatto da assistente per cinque anni nel periodo immediato al ritiro. Nonostante 15 anni consecutivi al Metz tra campo e panchina, Cartier ha lasciato il club per girare l'Europa: Belgio, categorie inferiori in patria e anche un salto in Grecia. Poi il ritorno a Metz nel 2012, con i granata in terza divisione. Cartier mette insieme le fila e può contare su un pubblico fedele, che batterà i record di presenza della categoria: con questi ingredienti, il club torna in Ligue 2 nel giro di un anno, seppur finisca secondo dietro al Créteil. In questa stagione, sette vittorie di fila nel girone d'andata hanno assicurato al Metz lo sprint di cui aveva bisogno: il 26 aprile scorso, sul campo di un'altra nobile decaduta come l'Auxerre, è arrivata la meritata promozione. Sarà ritorno in Ligue 1 dopo sei anni.
Dovrà soffrire un altro po', invece, il Lens, che ieri ha buttato un match-point clamoroso in casa contro il Brest: la sconfitta per 1-0 e i soli due punti di vantaggio sul Nancy non regalano una completa tranquillità. Tuttavia, la differenza reti è a favore dei giallorossi, che nell'ultimo turno affronteranno l'ultimo e ormai retrocesso CA Bastia in trasferta. Dire che è fatta sarebbe sbagliato, ma le possibilità di ritornare in massima serie ci sono tutte. Il Lens non è più tra le superpotenze del calcio francese da un po': tre anni fa ha subito la retrocessione in Ligue 2, mentre l'ultima volta che i giallorossi si sono giocati il campionato è stato nel 2002, quando persero la vittoria della Ligue 1 all'ultima giornata contro l'Olympique Lione. Se per l'OL fu l'inizio di un ciclo di vittorie, per il Lens è stato l'inizio della discesa: qualche partecipazione europea, poi due retrocessioni, l'ultima nel 2011. Da lì, la risalita è sembrata difficile.
Se arrivasse la promozione, sarebbe una grandissima rivincita sopratutto per un uomo: Antoine Kombouaré. Forse a molti questo nome non dirà nulla e allora tocca andare indietro con la memoria con un paio di anni. Vi ricordate quando il PSG venne comprato da qatarioti? Ecco, non ci sono stati subito Thiago Silva, Cavani e Ibrahimovic a vincere tutto. Anzi, il primo anno il PSG perse il titolo contro la favola Montpellier, nonostante Ancelotti fosse subentrato ad anno in corso. E chi era l'allenatore del PSG a inizio stagione? Kombouaré. Già giocatore dei parigini, l'ex difensore era stato l'allenatore della squadra riserve per cinque anni, prima di farsi un nome con Strasburgo e Valenciennes. Nel 2009, Kombouaré venne richiamato dal PSG: il tecnico venne poi esonerato a dicembre 2011, quando il club era sì uscito dall'Europa League e dalla coppa di Lega, ma era anche primo in Ligue 1. Alla fine, il PSG arriverà secondo e sconfitto; Kombouaré, intanto, si è fatto un anno in Arabia Saudita, prima di tornare su una panchina francese in questa stagione. Il Lens ora attende un'altra promozione dal tecnico, che ha già compiuto una risalita quando allenava il Valenciennes nove anni fa.
Viene quasi da tornare con la mente alla stagione 1997-98, quando il Lens vinse il suo ultimo campionato nella storia e il Metz stupì tutti, giungendo secondo alle spalle dei giallorossi. Allora il Lens batté il Metz solo per la differenza reti, visto che i due club erano giunti in prima posizione a pari punti. Da lì non sono arrivate molte altre soddisfazioni per le due compagini, con il Lens che vinse la coppa nazionale l'anno successivo. Ora il Metz festeggia, il Lens deve ancora attendere: la Ligue 1 vedrà entrambe ai nastri di partenza l'anno prossimo?
Antoine Kombouaré, 50 anni, spera di festeggiare la promozione con il suo Lens.
Nessun commento:
Posta un commento