Vrba ha vinto due campionati nazionali con il Viktoria Plzen.
Già, mica sono solo gli islandesi ad aver stupito nel girone A. L'Olanda si sarebbe potuta agevolmente qualificare, visto che l'Europeo è stato allargato a 24 squadre e ci sono due posti per l'accesso diretto alla rassegna di giugno 2016. Invece è spuntata fuori la Repubblica Ceca, che all'Europeo non manca mai.
La storia della Repubblica Ceca dimostra come la nazionale abbia sempre avuto un rendimento in chiaroscuro. Pensate a questo dato: dalla creazione della nuova realtà (1994), la Repubblica Ceca ha partecipato a un solo Mondiale. Nel 2006, in Germania, la miglior generazione del calcio ceco venne eliminata e chiuse mestamente la sua epoca.
Ben diversa la storia della Repubblica Ceca agli Europei: dal 1996 in poi, la squadra si è SEMPRE qualificata. Nel 1996, alla prima partecipazione da indipendenti, i cechi sfiorarono la vittoria, perdendo solo ai supplementari contro la Germania del match-winner Bierhoff. Ancora più amara la storia del 2004, quando la squadra era probabilmente la più forte della competizione, ma un altro colpo di testa punì la compagine dell'Est.
Mentre la Repubblica Ceca si faceva conoscere in Europa, Pavel Vrba faceva altrettanto in patria e dintorni. Classe '63, la sua reputazione cresce con l'esperienza in Slovacchia, dove conduce lo Zilina al titolo con nuovi giocatori e un calcio offensivo. Al tempo stesso, per due anni ricopre il ruolo di assistente del ct della Slovacchia, Ján Kocian.
In patria lo nota il Viktoria Plzen, un club famoso per i legami con la Skoda e poco altro. Al massimo si è vinto un campionato cadetto, ma il Viktoria è famoso sopratutto per l'ascensore che fa tra prima e seconda divisione. Vrba è destinato a cambiare questo scenario, quando nell'estate del 2008 diventa l'allenatore della squadra.
Dopo una prima stagione d'assestamento, il Viktoria vince il suo primo trofeo, la coppa nazionale. Si torna a giocare in Europa dopo 39 anni, seppur uscendo subito. È il preludio al meglio: nel 2010-11 a Plzen si festeggia per la prima volta la vittoria in Gambrinus Liga. È solo l'inizio: arrivano altri trofei, come una supercoppa e un altro titolo nel 2012-13.
Nel frattempo, Vrba porta il Viktoria anche in Europa. E non in quella "minore", ma nell'olimpo della Champions League, una competizione alla quale il Viktoria ha partecipato due volte, uscendo sempre. Alla fine però sono arrivate tre partecipazioni consecutive alla fase a eliminazione diretta dell'Europa League (record per un club ceco).
Si punta alla quarta edizione a Plzen, ma lo si farà senza Vrba. Il tecnico lascia il club per guidare la nazionale, nonostante un contratto fino al giugno 2015. La federazione ceca paga una clausola da 300mila euro. Nell'ultima gara a Plzen, Vrba conduce la sua squadra alla vittoria per 2-1 nell'ultima giornata dei gironi di Champions contro il CSKA Mosca.
Con la qualificazione in Europa League arriva la commozione dei tifosi, che non lo dimenticheranno facilmente. Vrba ha lanciato diversi giocatori: alcuni sono ancora a Plzen (Kolář, Rajtoral, capitan Limberský), qualcuno è tornato (Petržela, Pilař) e altri crescono altrove (Jiráček, Darida). Gli effetti del suo lavoro si vedono ancora, tanto che il Viktoria ha festeggiato il terzo titolo nel 2015.
La qualificazione è stata presa con la dovuta sobrietà. E con il discorso d'incoraggiamento del massaggiatore.
L'uomo di Přerov ha preso il comando della nazionale a gennaio 2014. Preso atto del fallimento di Michal Bílek verso Brasile 2014, la federazione ceca non ha perso tempo e ha affidato subito il comando a Vrba. Dopo aver sofferto nelle amichevoli, Vrba ha centrato la sua prima vittoria da ct nel primo impegno per Euro 2016: 2-1 casalingo all'Olanda.
Da lì, è stato tutto facile: la Repubblica Ceca ha incamerato quattro vittorie su altrettante gare e ha praticamente costruito la sua qualificazione su quel patrimonio. Nelle successive quattro gare sono arrivate solo due vittorie e la nazionale non è sembrata brillante, ma 19 punti sono bastati per ottenere la qualificazione per Euro 2016.
La sparo grossa, ma la sensazione che mi dà Vrba è la stessa che provo quando ho visto le immagini di Nereo Rocco. Il Viktoria Plzen avrà vinto di meno (e giocato più offensivamente) del Milan degli anni '60, ma i gruppi sembrano ugualmente compatti negli intenti. Lo si è visto anche dopo gli abbracci per la qualificazione, ottenuta con due giornate d'anticipo.
Forse era lecito aspettarsi un miglioramento del genere. Vrba ha fatto un ottimo lavoro a Plzen e si sta ripetendo con la nazionale. Non è un caso se viene eletto da cinque anni consecutivo il miglior tecnico dell'intero paese. Le chance di pareggiare a fine anno il record di Karel Brückner (sei volte vincitore) sono piuttosto alte.
La nazionale si è abbastanza rinnovata nell'ultimo biennio. Via i grandi vecchi, tranne Cech e Rosicky, che sono ancora in squadra (sebbene il talento dell'Arsenal abbia tanti problemi con gli infortuni). Ora ci si chiede quanto la Repubblica Ceca possa essere uno spauracchio anche in Francia.
In fondo, il vero valore aggiunto sarà proprio Vrba, che non a caso è stato inserito da FourFourTwo nella top 50 dei migliori allenatori al mondo. Dopo la trasferta in Lettonia, si è detto sereno: «Siamo molto felici di andare all'Europeo. 10-15 anni fa avevamo giocatori nei maggiori club d'Europa. La situazione è diversa ora, ma questo mi rende ancora più felice di aver ottenuto questi risultati con giocatori dal profilo meno conosciuto». Del resto, lui è un profeta in patria.
Pavel Vrba, 52 anni, un profeta in patria: guiderà i cechi a Euro 2016.
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