Agosto, inizio della Bundesliga. Se andiamo a dare un'occhiata alle quote sulla squadre che lotteranno per la retrocessione, l'Augsburg era tra le indiziate principali. Anzi, insieme all'Eintracht Braunschweig, era la candidata numero uno. Chi avrebbe detto altrimenti? Tuttavia, è ormai febbraio e i pronostici sono stati ribaltati: l'Augsburg è a ridosso della zona europea, con 31 punti e ampie possibilità di salvarsi. Insomma, le previsioni sono state ampiamente smentite.
André Hahn, 23 anni, uno dei prospetti più interessanti dei bavaresi.
Il club rischiò la bancarotta nel 2000, quando all'Augsburg fu rifiutata la licenza per la Regionalliga (la terza divisione nazionale), visto che la società non riuscì a colmare un debito di un milione e 800mila marchi. Così, la squadra fu costretta a ripartire dalla quarta categoria. Pian piano, la risalita fu possibile, con le due promozioni ottenute in quattro anni: in tal modo, l'Ausgburg tornò in 2. Bundesliga dopo un'assenza di 23 anni.
Con l'arrivo di Jos Luhukay, il club ha fatto il definitivo salto di qualità: nel 2010, sfiorò la finale della DFB-Pokal (sconfitta in semifinale con il Werder Brema) e la promozione in Bundesliga, categoria nella quale il club bavarese non aveva mai giocato. Fu fatale lo spareggio perso con un 3-0 complessivo contro il Norimberga; ciò nonostante, l'Ausgburg è ripartito e ha conquistato la promozione l'anno successivo con una giornata d'anticipo, arrivando secondo in campionato.
Il primo anno in Bundesliga nella sua storia è stato difficile per il club, che ha raggiunto la salvezza solo all'ultima giornata; ancor più complicato il secondo, senza Luhukay (trasferitosi all'Hertha) e con solo nove punti fatti nel girone d'andata. Tuttavia, la squadra si è tirata comunque fuori dai guai: 24 punti nel girone di ritorno hanno fatto la differenza e permesso il mantenimento della categoria.
Quest'estate il club aveva perso qualcosa sopratutto davanti, ma non è sembrato così ai molti osservatori del calcio tedesco: il gioco dell'Ausgburg è fluido, pieno di soluzioni e in molti riescono andare a segno. Tuttavia, per spiegare la fortuna della squadra bavarese bisogna partire da dietro, dove in porta troviamo il redivivo Manninger, rigeneratosi dopo la poco fortunata esperienza alla Juventus. In staffetta con Marvin Hitz, la porta dell'Augsburg è al sicuro.
Quest'estate il club aveva perso qualcosa sopratutto davanti, ma non è sembrato così ai molti osservatori del calcio tedesco: il gioco dell'Ausgburg è fluido, pieno di soluzioni e in molti riescono andare a segno. Tuttavia, per spiegare la fortuna della squadra bavarese bisogna partire da dietro, dove in porta troviamo il redivivo Manninger, rigeneratosi dopo la poco fortunata esperienza alla Juventus. In staffetta con Marvin Hitz, la porta dell'Augsburg è al sicuro.
In difesa, capitan Verhaegh guida la retroguardia dalla sua posizione di terzino destro, dove si sta esprimendo molto bene. E si aspetta l'esplosione del centrale Hong Jeong-Ho, uno dei tanti sudcoreani che potrebbero consacrarsi in Germania. A centrocampo troviamo Andreas Ottl, scarto delle giovanili del Bayern e diventato comunque importante in Baviera, seppur non nel club dove è cresciuto. Infine, le vere rivelazioni sono davanti. Nell'attesa dell'esplosione di Bobadilla (che deve ancora guarire bene da un infortunio), Weinzierl ha rivalorizzare Halil Altintop, che sta facendo i suoi gol alla SGL Arena, dopo i fallimenti con lo Schalke e a Francoforte.
Inoltre, il 4-4-2 vede l'importantissimo apporto delle due ali, Tobias Werner e André Hahn. Entrambi stanno facendo un'ottima stagione: il primo ha nello score quattro gol e sette assist, il secondo nove gol e quattro assist. Azzarderei che Hahn è addirittura materiale da nazionale: se continuerà così, il C.T. tedesco non potrà ignorarlo all'infinito. E pensare che fino a un anno fa giocava con il Kickers Offenbach in terza divisione...
Alexander Manninger, 36 anni, riciclatosi in quel di Augusta dopo la Juventus.
Di questi risultati va reso merito sopratutto a Markus Weinzierl, 39enne che si sta imponendo dopo un primo campionato di sofferenza. Aveva ereditato la panchina da Luhukay nel maggio 2012 e l'anno scorso aveva faticosamente salvato l'Augsburg. Tutt'altra storia in quest'annata: la squadra diverte, in casa fa buoni risultati e racimola punti da tutte le avversarie dirette per la salvezza. Basti guardare i dati invernali: nelle ultime otto giornate, la compagine bavarese ha raccolto 21 punti, fermando il Borussia Dortmund al Westfalen Stadion.
Inoltre, il club sta vivendo una serie positiva di quattro vittorie consecutive alla SGL Arena, il fortino casalingo. Mica male per chi era candidato alla retrocessione. E che ora, invece, potrebbe persino sognare l'Europa, visto che il Borussia Moenchengladbach - quinto e in zona Europa League - dista solo due lunghezze. Una grande soddisfazione personale per il tecnico più giovane della Bundesliga, che ha interrotto la sua carriera per un infortunio e che aveva avuto persino la fortuna di giocare per il Bayern Monaco, senza però mai esordire con il club più titolato di Germania.
Non è la prima volta che Weinzierl fa saltare il banco: già la salvezza dell'Augsburg nel 2012-13 è stata rocambolesca. In più, nel quadriennio 2008-2012, da tecnico dello SSV Jahn Regensburg, aveva riportato il club in 2. Bundesliga dopo anni di assenza. Proprio grazie a quelle performance, si era guadagnato una panchina nella massima divisione tedesca.
Del resto, qualcuno che aveva puntato sulla salvezza dell'Augsburg a inizio campionato c'era: quel qualcuno si chiamava Franz Beckenbauer. Il mito del calcio tedesco aveva profetizzato la discesa in seconda divisione di Eintracht Braunschweig, Hoffenheim e una tra Amburgo e Werder Brema. C'ha abbastanza preso. Ma sopratutto non c'era l'Augsburg, che ora naviga a gonfie vele verso la salvezza. Alla faccia dei pronostici che davano il club pronto per lasciare la Bundesliga.
Markus Weinzierl, 39 anni, è l'uomo dei miracoli ad Augusta.
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