26.2.14

Il giovane vecchio.

29 luglio 2009, amichevole di prestigio tra Bayern Monaco e Milan. In campo, per i bavaresi, osservo un giovane che allora nessuno conosceva, se non in terra tedesca. Una corsa sbilenca, movimenti un po' sgraziati, ma due grandi doti: applicazione tattica e senso del gol. Alla prima occasione, sblocca la gara e segnerà anche il quarto: la partita finisce 4-1 per il Bayern, ma io sento che quella sera è nata una stella. Quel ragazzo era Thomas Müller.

Müller al Mondiale 2010: fu capocannoniere della rassegna intercontinentale.

Sono passati quasi cinque anni e quel ragazzo è ormai conosciuto agli occhi di tutti gli osservatori di calcio che esista. All'epoca, quando l'ho visto nelle sue prime uscite, aveva già segnato in Champions League ed esordito in Bundesliga con Jurgen Klinsmann. Eppure, questo al piccolo-grande Thomas non sarebbe bastato.
In quel 2009-10, sarebbe dovuto andare in prestito in qualche squadra di Bundesliga, ma Louis van Gaal ne rimane affascinato. Da quasi sconosciuto, Müller dimostra al mondo che in quello squadrone può starci. Giocatore del mese nel settembre 2009, Müller gioca ben 52 gare con i bavaresi, segnando 19 reti. Mica male per il 20enne, che diventa uno dei perni di quel team.
Partito van Gaal, l'importanza di Müller non è cambiata nello scacchiere del Bayern: in fondo, la sua duttilità tattica ha aiutato ogni allenatore passato dall'Allianz Arena. Seconda punta, trequartista, esterno d'attacco: non importa quale ruolo o modulo gli si cuci addosso, Müller dà sempre il meglio in qualunque posizione.
E pensare che, nella squadra riserve del Bayern, Müller si dilettava a centrocampo. Con il passare degli anni, il suo bagaglio tecnico è migliorato: la cadenza divincolata rimane, ma il suo repertorio si è aggiornato. Lui non ha in mente di cambiare a breve e lo stesso giocatore si è detto felice al Bayern. Quando si parla di possibili addii, Müller è stato chiaro: "Non esiste un club che sia un passo avanti rispetto al Bayern Monaco: voglio rimanere qui".
Grazie al lavoro di Jupp Heycknes, il ragazzo si è valorizzato ulteriormente. Nel Bayern del "triplete" e anche in quello della finale di Champions persa con il Chelsea, Müller è stato fondamentale. Già, l'ultimo atto di Monaco di Baviera: se i londinesi non avessero pareggiato con Drogba a pochi minuti dalla fine, il gol dell'1-0 del numero 25 bavarese avrebbe rappresentato il momento più importante della sua carriera.
Quella sera, di fronte a un Bayern apparso flaccido, Müller è stato comunque uno dei migliori. Perché Thomas è fatto così: è un giocatore capace di alti, ma non di bassi. Qualunque tecnico vorrebbe un professionista come lui. E anche Guardiola non ha fatto eccezione: anzi, questa è la miglior stagione finora di Müller in carriera. Lo score è impressionante: 20 gol e 11 assist in 34 partite nel 2013-14. Con l'annata da concludere, Müller non potrà che migliorarsi nei suoi record personali.

29 luglio 2009: Müller si fa beffe del Milan di Ancelotti in un'amichevole estiva.

Non solo determinante per il Bayern, ma anche per la nazionale tedesca: il c.t. Löw non se ne separa mai, conoscendo l'importanza di un giocatore così tatticamente disciplinato. Al Mondiale 2010, l'attaccante è arrivato un po' a sorpresa: l'estate precedente alla rassegna sudafricana nessuno avrebbe immaginato Müller al Mondiale.
Tuttavia, i numerosi infortuni e la sua consacrazione l'hanno inserito nella Germania che ha stupito tutti a quella rassegna intercontinentale: nel 4-2-3-1, modulo adatto a lui, varia solamente la posizione. Se Müller gioca dietro la punta nel Bayern (negli ultimi anni meno di prima), nella Nationalmannschaft si diletta sul settore destro, visto che Özil e Reus occupano le altre due caselle dei tre dietro la punta centrale.
Un segno del destino quel Mondiale sudafricano: Müller ha portato sulle spalle il numero 13, quello simbolo del capitano Michael Ballack (che non giocherà più per la nazionale) e quello dell'omonimo Gerd, primatista di gol con la Germania. Gol contro l'Australia, iper-decisivo contro l'Inghilterra negli ottavi di finale (due gol e un assist), a segno anche contro l'Argentina nei quarti.
In semifinale con la Spagna, Müller era squalificato: infatti, la Germania gioca forse la peggior partita di tutta la manifestazione. Di nuovo in rete nella finale per il terzo posto contro l'Uruguay, Müller ha vinto il titolo di miglior giovane del Mondiale, ma è anche capocannoniere e miglior assist-man. Così è diventato titolare fisso della nazionale di Löw, che non può rinunciare a lui.
Intanto, il ragazzo di Weilheim guarda al Brasile: la Nationalmannschaft è tra le favorite, come al solito. Ma stavolta serve veramente un successo per certificare l'avvenuto sorpasso del calcio tedesco su quello spagnolo come sovrano incontrastato del mondo calcistico. E chi meglio di Müller può aiutare in quest'impresa?
Basta guardare l'esultanza dopo l'1-0 segnato all'Hannover: balla con Rafinha, che gli ha fornito l'assist. Sta già imparando la samba, lui che solitamente la fa ballare alle difese avversarie. Il giovane-vecchio è pronto: un alloro con la sua Germania è tutto quello che gli resta a conquistare, nonostante abbia solo 24 anni.

Thomas Müller, 24 anni, è la star silenziosa del Bayern Monaco di Guardiola.

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