3.2.14

L'uomo che non si arrende mai.

Com'è stata strana la stagione del Sunderland. E' iniziata con l'uomo di ferro, colui che aveva riportato lo Swindon Town in League One, ovvero Paolo Di Canio; l'italiano si era fatto onore nei due mesi da manager al Sunderland, ma non c'è voluto molto perché venisse esonerato nella stagione successiva. A lui è subentrato un uomo che non si arrende mai. Non lo faceva quando giocava e non lo fa neanche ora che è un allenatore: sto parlando di Gustavo Poyet.

Il gol di Poyet contro il Real Madrid è valso al Chelsea la Supercoppa Europea 1998.

Celeberrimo per la sua grinta in campo, Poyet ha scritto alcune pagine importanti nella storia dei club per cui ha giocato. Tra gli anni '80 e 2000, il centrocampista ha avuto poca fortuna con la sua nazionale, con cui è riuscito comunque a vincere una Copa America nel 1995. Ben diverso l'andazzo nei club, dove è stato importante per il Real Zaragoza, dove ha conquistato una Coppa delle Coppe ed è diventato lo straniero con il maggior numero di presenze nella squadra spagnola. E' stato un pezzo di storia del Chelsea, con il quale ha portato a casa quattro trofei e si è riscoperto goleador: tra queste reti, la più importante fu quella al Real Madrid in una finale di Supercoppa Europea del 1998. Poi il Tottenham e la chiusura di una buona carriera.
Appesi gli scarpini al chiodo, Poyet si è dato alla panchina: prima è stato assistente negli staff tecnici di Leeds e Tottenham, poi alla fine si è messo in proprio. E la sua carriera è partita da Brighton, città del sud dell'Inghilterra, famosa sopratutto per le sue coste. Poyet è stato in grado di riportare il Brighton & Hove Albion a certi livelli, con i Seagulls che venivano da anni di sofferenza in League One. L'urugayano, arrivato sul finire del 2009, prima li salva, poi porta il club verso una cavalcata straordinaria, conclusasi con la vittoria del campionato. Un'impresa che porta i Seagulls persino a concludere davanti al Southampton che oggi ammiriamo in Premier League, ma che all'epoca faticava nelle categorie meno nobili del calcio inglese.
Arrivati in Championship, i Seagulls fanno altre due stagioni da sogno sotto la guida di Poyet: prima si salvano con tranquillità (decimo posto), poi l'anno scorso hanno stupito tutti, rimanendo a lungo in zona promozione. Nel maggio scorso, il Brighton era a sole quattro lunghezze dall'Hull City, che aveva ottenuto la risalita diretta in Premier. Ai play-off, la squadra di Poyet si è sciolta contro il Crystal Palace di Holloway, che ha poi vinto l'appendice della Championship. Tuttavia, i quattro anni a Brighton sono stati di grandi livello per il manager uruguayano, sapendo però che Poyet non poteva portarli più lontano di così. A quel punto, le due parti si sono lasciate male: il Brighton comunica l'allontanamento del manager in maniera immediata, mentre Poyet viene a saperlo solo dalla BBC (dove sta facendo il commentatore per l'ultima Confederations Cup). Pur appellandosi contro la decisione del club, l'avventura tra Poyet e il Brighton finisce. E l'uruguayano, nonostante l'esser uno dei tecnici più interessanti nel panorama inglese, si ritrova senza panchina.

La solita grinta di Poyet: a Brighton ha portato una promozione in Championship.

La verità è che la panchina non gli è mancata poi molto, visto che ben presto è arrivata un'offerta. Il Sunderland, occasione irripetibile per il manager uruguayano, è partito male quest'anno in Premier, senza centrare una vittoria nelle prime gare. Così, via Di Canio e dentro Poyet, con l'ex Brighton conscio della grande opportunità di allenare nella massima divisione inglese. Del resto, i Black Cats avevano cominciato malissimo: un punto nelle prime sei gare, con tanto di scontri diretti persi contro WBA, Crystal Palace e Fulham. Insomma, il cambio era necessario. L'uruguayano, alla seconda gara da manager del Sunderland, centra la prima vittoria stagionale. E non una vittoria qualunque, bensì quella nel derby contro il Newcastle. Protagonista un altro redivivo, ovvero quel Fabio Borini tanto bravo quanto sfortunato quando si tratta di avere un qualche infortunio.
Da lì, la storia della stagione dei Black Cats è cambiata: da quando è arrivato Poyet, il Sunderland ha fatto 23 punti in 17 gare. Una media-punti che porterebbe a una salvezza di tutto rispetto, sebbene il manager sappia che quest'anno salvarsi in Premier League è complicato. Basta guardare un attimo la classifica: dallo Stoke City, undicesimo con 25 punti, al Fulham, ultimo con 19, ci sono tutte le compagini che lottano per evitare la retrocessione. Tra queste, il Sunderland non fa eccezione, sebbene i Black Cats siano usciti finalmente dalla zona pericolante per la prima volta in cinque mesi. E tra l'altro, domenica è arrivata anche l'ennesima vittoria di prestigio, vincendo anche il derby di ritorno contro il Newcastle (per 3-0). Già, perché Poyet si è specializzato nell'ammazzare le grandi: in Premier League, il Sunderland ha battuto Manchester City ed Everton, oltre alla doppia affermazione nel derby contro i Magpies.
Meglio ancora è andata in Coppa di Lega, dove il Sunderland si appresta ad affrontare il Manchester City di Pellegrini nella finale del 2 marzo prossimo a Wembley. I Black Cats hanno eliminato il Southampton (che era ancora in periodo di grazia in Premier), il Chelsea ai supplementari e infine hanno fatto fuori anche il Manchester United nella semifinale. All'andata, il successo per 2-1; al ritorno, identico risultato, stavolta a favore dello United e dopo i tempi supplementari. Nonostante il gol beffa dei Red Devils al 120', ai rigori sono stati gli ospiti ad avere la meglio all'Old Trafford: un Mannone super e la pessima mira dei giocatori di Moyes hanno regalato la finale al Sunderland. L'ultima finale di coppa nazionale era stata quella di F.A. Cup del 1992 persa contro il Liverpool, mentre è già stato eguagliato il miglior risultato in League Cup nella storia del club: i Black Cats persero nell'ultimo atto del 1985 contro il Norwich. Sarà difficile vincere contro questo City, ma Gustavo Poyet ce la può fare. Lui è l'uomo che ha vinto tante coppe, quello che non si arrende mai: con un'attitudine così, è difficile non esaltarlo.

Gustavo Poyet, 46 anni, sta facendo miracoli in quel di Sunderland.

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