Girone C - Messico, Uruguay,
La squadra che attendo di più. Questo torneo non conta nulla, ma è una buona preparazione per la Confederations Cup dell'anno prossimo. Da novembre scorso c'è Juan Carlos Osorio, l'uomo dei miracoli all'Atlético Nacional. In campo ci saranno diverse stelle e Rafael Márquez, al suo 16° (!!!) torneo internazionale con El Tri. Mancheranno invece i fratelli dos Santos e Carlos Vela.
Credo sia difficile trovare un ct in sella da dieci anni. Eppure è il caso Óscar Tabárez, che celebra questa ricorrenza con la possibilità di vincere questo torneo. Il gruppo è sempre lo stesso (solo quattro i giocatori con meno di dieci presenze in rosa), tanto da sorprendersi dell'esclusione di De Arrascaeta. La Celeste conta sul duo Suárez-Cavani per portare a casa la Copa, anche se il 9 del Barca dovrebbe saltare le prime gare.
L'ultima estate è stata piuttosto intensa per la Giamaica, che ha partecipato alla Copa América e poi è arrivata in finale di Gold Cup. Possiamo parlare di rinascita? Forse è presto, però Winfried Schäfer può contare su una nuova generazione di giocatori (tra cui il capitano del Leicester Wes Morgan), pronta a riprendersi il suo posto nella zona Concacaf.
Passato alla storia per esser stato uno dei pochi portieri a segnare in una partita internazionale, il ct Rafael Dudamel proverà a fare del suo meglio con il Venezuela. Qualche giorno fa, in amichevole, la Vinotinto ha quasi perso con una rappresentativa della Galizia. Fossi in loro, sarei preoccupato.
Luis Suárez, 28 anni, faro tecnico dell'Uruguay.
Girone D - Argentina, Cile,
Siamo alle solite: sono i favoriti anche questa volta. E magari finalmente vinceranno, perché quando non conta nulla, gli argentini sono sempre i più forti. Non tutti hanno Messi, Aguero e Higuain nella stessa squadra: se questo concetto ha una valenza positiva, dall'altra parte è comunque un peso. Martino ha potuto lasciare a casa Garay, Gonzalo Rodriguez, Tevez e Dybala: basterà il solito ben di Dio per vincere qualcosa?
Forse è il più grande punto interrogativo di questa Copa América. Attenzione: non ci sono dubbi sul passaggio del turno, quanto piuttosto sul futuro. Juan Antonio Pizzi saprà sostituire Jorge Sampaoli? La Roja riuscirà a esprimersi agli stessi livelli? Una terza estate di fila a correre farà bene a questo gruppo (e in prospettiva potrebbero essere sei!)? Tutte domande che attendono una risposta.
Tra le realtà più in ascesa della Concacaf, c'è Panama: un secondo posto e due terzi nelle ultime tre Gold Cup, mentre nel 2015 Los Canaleros sono stati derubati di una finale meritata. La selezione di Hernán Darío Gómez conta sul solito gruppo, compresa la coppia d'attacco Pérez-Tejada (81 gol insieme con Panama). Le chance di passare non sono molte, ma se le giocheranno.
Definirla "carne da macello" non è una cattiveria, ma solo la verità. La squadra di Baldivieso viene da due vittorie e un pareggio nelle ultime undici gare ufficiali giocate. Un massacro. Ci sono cinque giocatori esordienti, mentre solo sei elementi su 23 hanno almeno 20 presenze in nazionale. Mancheranno persino Chumacero e Moreno: auguri.
Gonzalo Higuaín, 28 anni, sarà una stella anche per l'Argentina?
Vado sempre con lo stesso adagio: fare i pronostici è un gioco a perdere, ma ho rivisto quelli della Copa América 2015. E ci ho magicamente preso, quindi non mollo e ci riprovo, sebbene la fase a eliminazione diretta sia sempre complicata da prevedere. I quarti di finale dovrebbero essere così composti (in grassetto coloro che passeranno):
Stati Uniti-Ecuador
Argentina-Messico
Brasile-Paraguay
Uruguay-Cile
Gli Stati Uniti dovrebbero rimanere sulla costa occidentale, da Seattle a Houston. L'Argentina ha un arsenale troppo forte per esser fermato da un pur promettente Messico. Ci sarebbe la rivincita del quarto di Copa América dell'anno scorso, ma forse il Brasile stavolta ce la può fare. E poi il Cile campione in carica, probabilmente fuori contro l'Uruguay, magari con Suárez pienamente recuperato.
Stati Uniti-Argentina
Brasile-Uruguay
A quel punto le due finali sarebbero due scontri ben diversi: uno totalmente nuovo, un altro così conosciuto che potremmo definirlo quello per eccellenza nella storia del calcio.
Finale 3° posto - Stati Uniti-Brasile
Finale - Argentina-Uruguay
Gli Stati Uniti festeggiano la medaglia di bronzo nello stadio della University of Phoenix, mentre sulla costa Est - nell'impianto che ospita i Giants e i Jets - Celeste e Albiceleste si giocherebbero il titolo. E qui prendo le parole di Buffa, che ricordò in un suo speciale sui Mondiali 1930: «Quando conta, gli uruguagi han qualcosa in più». Siccome è un markettone, l'Argentina ce la farà di sicuro.
Alexis Sánchez, 27 anni, si vuole confermare dopo la Copa 2015.
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