Villar con la maglia del Colo-Colo, per ora ultima tappa di una lunga carriera.
39 anni a fine mese, ci si chiede se il percorso di Villar con la sua nazionale sia giunto al termine dopo una lunga cavalcata. Viene quasi da ridere ripensando a vent'anni fa, quando il giovane Justo - arrivato da Cerrito, piccolo villaggio da mille abitanti e con tanti indios al suo interno - muoveva i suoi primi passi da professionista con il Club Sol de América.
L'allenatore dei portieri era Modesto Sandoval (colui che ha lavorato con Mondragon, Chilavert, Goycochea, etc.), mentre il suo allenatore era Ever Hugo Almeida, un ex portiere naturalizzato paraguayano. Aveva giocato per l'Albirroja e vissuto i fasti migliori dell'Olimpia Asuncion, vincendo due Libertadores da giocatore.
Almeida ha visto qualcosa in Villar e l'ha fatto crescere senza problemi, ma il legame tra i due non si ferma qui. Quando Almeida è il ct del Paraguay per la Copa América 1999, Villar viene convocato, con l'opportunità di esordire in nazionale nel marzo dello stesso anno: è la prima di 118 presenze.
A oggi, quel numero rende Villar il secondo giocatore più presente nella storia del Paraguay, dietro solo al centrale e suo compagno di squadra Paulo da Silva (quota 137). Se in nazionale Villar è stato fondamentale, ben diversa è stata la storia nei club: dopo il Club Sol de América, l'arquero ha iniziato un lungo giro per il mondo.
Dopo aver giocato anche per il Libertad, arriva la grande occasione con gli argentini del Newell's Old Boys: Villar vince l'Apertura del 2004, è nominato per il "portiere dell'anno" in Sud America e vince il premio di miglior giocatore paraguayano. A 27 anni, la fortuna sembra finalmente sorridergli. Tuttavia, quell'hype non avrà seguito.
Intendiamoci: Villar ha SEMPRE giocato. Mai un numero dodici in vita sua. Tuttavia, stupisce come un signore del genere abbia avuto come massima esperienza europea un triennio al Real Valladolid di José Luis Mendilibar, dove ha dovuto combattere per il posto da titolare con Sergio Asenjo e Jacobo. Nel 2011, l'addio dovuto al salario troppo alto.
Villar è poi sì tornato alla ribalta in Sud America, ma ha dovuto ricostruirsi una reputazione di club a 34 anni. Prima l'Estudiantes in Argentina, poi il titolo con il Nacional in patria e oggi la figura di estremo difensore insuperabile nei cileni del Colo-Colo, con i quali ha vinto due titoli consecutivi. Ci si chiede ora quale possa essere il suo futuro.
Nella mia vita, forse solo Eduardo Vargas ha vissuto un tale sfasamento tra la fama di club e quella in nazionale. Perché da quel lontano 1999, Justo Villar ne ha fatta di strada con il Paraguay. La prima competizione internazionale fu quella Copa América, ma Justo sarà presente in altre sei edizioni. E soprattutto sarà a tre Mondiali.
Il Paraguay è stato una presenza fissa dal 1998 al 2010: di queste quattro Coppe del Mondo, Villar ne ha disputate tre. Nel 2002, Cesare Maldini - all'epoca ct del Paraguay - lo scelse come riserva di Chilavert, capitano e simbolo dell'Albirroja. Poi il portiere-goleador decide di lasciare il calcio internazionale nel 2003 e bisogna scegliere il successore.
Ci sarebbero Derlis Gómez e Aldo Bobadilla, già inseriti nel giro della nazionale. Ci sarebbe anche Ricardo Tavarelli, che però ha già 33 anni ed è in là con l'età. E allora tocca a Justo, che dalla Copa América 2004 si prende i galloni da titolare, con tutti i rischi del caso.
Il Mondiale 2006 non va bene, anzi è una sfiga totale: appena il tempo di giocare otto minuti in Germania sotto la guida di Aníbal Ruiz e arriva l'infortunio all'esordio contro l'Inghilterra. Villar è amareggiato, ma le soddisfazioni devono ancora arrivare.
A 33 anni, il portiere si riscopre decisivo. Non gioca in Liga e non con il Barcellona, ma con il Real Valladolid. Nessuno punterebbe un euro su di lui: invece, l'assetto difensivo e roccioso del Tata Martino esalta anche lui. Non solo: il capitano sarebbe l'esperto Denis Caniza, ma il difensore non gioca e quindi la fascia se la prende Justo.
Il Paraguay vive un Mondiale magico: non è dominante, ma supera tutti gli ostacoli. Arriva persino a un passo dall'eliminare la Spagna, che poi si laureerà campione del Mondo. Un anno dopo, la Copa América presenta lo stesso scenario: il Paraguay arriva in finale giocando un calcio fin troppo conservativo, ma c'è un motivo per giocarlo.
Quel motivo è il numero 1 con la fascia di capitano al braccio: Villar è di gran lunga il miglior portiere del torneo e ipnotizza i brasiliani nei quarti di finale. Non si capisce dove inizi la fortuna Albirroja e dove finisca la bravura di Villar, che si è ripetuto anche quattro anni più tardi, con il Paraguay quarto in Cile.
Il coach è cambiato e cambierà ancora (Ramón Díaz ha lasciato da qualche giorno), ma ripartire da Justo Villar sembra esser l'unica risposta per il Paraguay. Dietro di lui non c'è nessuno e lui non ha intenzione di smettere: basti pensare che non farà vacanze, ma inizierà direttamente il ritiro con il Colo-Colo. Quando sei più grande di Chilavert, capita di stupire.
Justo Villar, 38 anni, l'arquero del Paraguay da un decennio.
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