28.12.15

Terstegenismo militante.

Bello il 2015 del Barcellona. Cinque trofei, con il record di Guardiola mancato solo per colpa dello scivolone in Supercoppa Spagnola contro l'Athletic Bilbao. Un attacco da record, tanti elogi per Luis Enrique. Eppure qualcuno scontento c'è: basta guardare i festeggiamenti dopo la vittoria del Mondiale per club. Marc-André ter Stegen non ce la fa più.

ter Stegen è arrivato a Barcellona nell'estate del 2014.

E come non capirlo? È difficile stare nei suoi panni. Non quelle di giocatore di una delle squadre migliori nella storia del calcio per club, bensì nel ruolo di "secondo portiere". Ed è brutto quando il primo sta avendo anche un miglior anno del tuo: il 2015 di Claudio Bravo tra nazionale e club meritava l'entrata nella top ten del Pallone d'Oro.
Eppure ter Stegen presenta le stimmate del predestinato in quello straordinario panorama che è oggi il calcio tedesco. Nato e cresciuto a Mönchengladbach, ter Stegen ha giocato per 15 anni nelle giovanili del Borussia: il portiere aveva appena quattro anni quando è entrato nel vivaio dei Fohlen, mostrando il suo talento nella squadra riserve.
Nel 2010-11, il portiere titolare al Borussia era Logan Bailly, oggi al Celtic. All'epoca, l'estremo difensore belga mostrava una forma altalenante. I tifosi lo rimproverano di concentrarsi più sulla sua carriera di modello che su quella da calciatore. Quando Lucien Favre subentra a Michael Frontzeck sulla panchina del Borussia, tutto cambia.
Candidati alla retrocessione, i ragazzi di Favre si salvano e negli anni successivi diventeranno una delle più belle realtà della Bundesliga, raggiungendo diverse volte l'Europa. Allo stesso modo, ter Stegen gioca la sua prima gara nel massimo campionato tedesco il 10 aprile 2011: nelle ultime cinque giornate, per quattro volte la sua porta rimane inviolata.
Da lì in poi, ter Stegen è stato un punto di riferimento al Borussia Park. Qualcuno ha cominciato ad avvicinarlo già nel 2013, quando si parlò di un accordo con il Barcellona (a cui lui rispose con una risata). Voci rimandate solo di un anno, visto che ter Stegen rifiuta il rinnovo proposto dal club e lascia Mönchengladbach per sempre nell'estate del 2014.
L'addio è struggente, ma a Barcellona lo aspetta una sfida non da poco. L'ambiente si prepara alla stagione della vita. In blaugrana è arrivato anche Claudio Bravo. A causa di un infortunio a ter Stegen, Luis Enrique decide di spartire i compiti tra i due portieri: Bravo titolare in Liga, ter Stegen nelle coppe. Pur giocando solo 21 partite, il tedesco ha impressionato.
Il Barcellona ha vinto la Champions e la Copa del Rey, confermando che la scelta del tedesco è stata buona. Su Twitter ha persino spopolato l'hashtag #terstegenismo, specie dopo la splendida gara di ritorno giocata all'Allianz Arena contro il Bayern Monaco. Non a caso contro Manuel Neuer, il portiere di riferimento di quest'epoca.

La Roma si è qualificata agli ottavi di Champions grazie a lui. Venti giorni fa, eh.

Bisogna fare una riflessione. Una è sulla stranezza della vita: quant'è difficile essere un portiere in Germania in questo momento? La Nationalmannschaft può contare non solo su Neuer, ma anche su Leno (zero presenze in nazionale maggiore), Zieler (sei presenze, campione del mondo), Horn (prodigio dell'U-21), Karius e Fahrmann. Senza contare il ritirato Weidenfeller (cinque presenze e campione del mondo) e Kevin Trapp.
La seconda domanda scomoderà diversi pareri: può Marc-André ter Stegen superare il mostro Manuel Neuer? Per ora la risposta è no, perché il portiere del Bayern Monaco è l'originale, lo sweeper-keeper per eccellenza. Chissà se un cambio di ambiente farebbe bene a ter Stegen: il 2015-16 non sta andando affatto bene.
Dodici presenze sono più della metà di quelle dell'anno scorso, ma il tedesco non è soddisfatto e lo spettro della cessione è più che concreto. Anche nei festeggiamenti del trionfo nipponico, ter Stegen sembrava lontano da tutto e tutti. Non si può escludere che la sua avventura in Spagna sia già alla fine: parliamo di un ragazzo di 23 anni, che necessita di giocare di più.
Se mai veramente lasciasse il Camp Nou, il bilancio del portiere tedesco non potrà certo dirsi malvagio: ha disputato un ottimo 2015, dimostrando di valere la porta di un grande club. Che però non può essere il Barcellona, a quanto pare. Nonostante i blaugrana debbano ringraziare anche i suoi salvataggi per la Champions vinta nel giugno scorso.
Ci sono stati momenti difficili (vedi proprio la Supercoppa persa contro l'Athletic o il gol preso da Florenzi da 55 metri), ma il portiere ha dimostrato di poter stare nel sistema Barcellona. ter Stegen in parte si è dimenticato cosa significhi essere protagonisti. In Germania lo sapeva, ormai sembra invece che neanche la Champions glielo faccia ricordare. La vita dell'eterno secondo sembra stargli stretta: l'interesse del Liverpool sembra calzare a pennello in questo momento...

Marc-André ter Stegen, 23 anni, dovrà ritrovare il sorriso altrove.

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