23.1.16

Nessun rimpianto.

Un trascinatore, un lottatore, un capitano. Ancor prima un abile centrocampista, capace di trasformarsi in uno dei riferimenti box-to-box negli anni più "anziani" della sua carriera. Eppure non ha mai giocato in nazionale e ha dovuto aspettare quattro mesi prima di rimettersi in gioco: Kevin Nolan è il nuovo allenatore-giocatore del Leyton Orient.

Nolan ha lasciato il West Ham dopo quattro stagioni.

Onestamente ho fatto fatica a spiegarmi questa lunga attesa. Una strana pausa per chi ha giocato per 15 anni ad alti livelli ed è stato una colonna in ogni squadra dove ha giocato. Tre le maglie della sua carriera, per cui finora ha dato tutto. E una nuova avventura che si affaccia all'orizzonte, un'avventura che metterà alla prova Kevin Nolan. Di nuovo.
Già, perché Nolan è sempre stato un osservato speciale. Non bastava mai quello che faceva. Nato a Liverpool nel 1982, il giovane Kevin è cresciuto nel vivaio dei Bolton Wanderers dopo aver passato la sua infanzia a tifare i Reds della sua città: «Seguivo il Liverpool, ma ero fan anche di Eric Cantona. A modo mio, tifavo entrambe le squadre»,
Arrivato al Bolton quasi per caso, esordisce nel 1998-99 e per dieci anni rimane al Reebok Stadium. Tanti i ricordi condivisi con i Wanderers: dalla promozione in Premier League del 2001 ai primi gol da professionista, dalle avventure europee al sesto posto del 2004-05, fino ai 12 gol segnati in tutte le competizioni nel 2003-04.
Se ripenso al declino del Bolton (in questi giorni il club ha annunciato che potrebbe non riuscire a pagare lo staff), lo identifico dall'addio di Nolan, arrivato nel gennaio 2009. Il capitano lascia la squadra della sua vita e si trasferisce al Newcastle, che è diretto sorprendentemente in Championship. Ma a Nolan non importa: lui gioca duro, come solito.
Anzi, Nolan diventa capitano e riporta il Newcastle in Premier League in un anno: lui viene nominato MVP del campionato, ma la squadra è buona. Non per nulla, la base è quella che porterà i Magpies a sfiorare la Champions League due anni dopo. Andy Carroll lascia Newcastle a suon di sterline, ma Nolan rimane il riferimento al St. James' Park.
La caratteristica di Nolan, però, è che attratto dalle sfide. Dopo un solo anno di Premier (concluso in doppia cifra), il centrocampista lascia Newcastle e si trasferisce al West Ham, anch'esso appena retrocesso. E la promozione arriva: stavolta non si vince tranquillamente, perché ci vogliono i play-off per tornare in Premier League.
Ancora una volta, Nolan è la colonna di una squadra che si unisce attorno a lui. Non è un caso che il West Ham l'abbia nominato subito capitano, vista la partenza di Upson per Stoke-on-Trent. Nel 2012-13 arriva la quarta stagione consecutiva in doppia cifra e a trent'anni Nolan si è re-inventato centavanti-ombra, alle spalle della punta di riferimento.
Tuttavia, l'età avanza. Lo si vede dalle performance fornite nelle due annate successive, dove persino i tifosi arrivano a fischiarlo. Lui fa spallucce e prosegue per la sua strada: «Se la gente vuole fischiarmi, è libera di farlo: personalmente non mi toccano. Tuttavia, se chiedeste ai tifosi di Bolton e Newcastle, loro mi vorrebbero indietro domani mattina».

Se ha fatto il capitano ovunque, un motivo ci sarà.

Un rapporto consumato, che è sfociato in un inevitabile addio. Dopo esser subentrato nella vittoria sul campo dell'Arsenal al posto di Reece Oxford (16 anni in meno di lui), le strade del centrocampista e del club si sono separate. Nolan ha poi spiegato il perché: «Con Bilic sono stato chiaro: volevo giocare e non rientravo nei suoi piani».
Si è parlato tanto in questi quattro mesi. Qualcuno ha ipotizzato un ritorno a Bolton, impossibile perché il club sta passando una terribile situazione economica. Poi è stato il turno di esser accostati a Sam Allardyce, l'uomo che l'ha lanciato al Reebok Stadium: tuttavia, anche le trattative con il Sunderland non hanno portato da nessuna parte.
E così la notizia è arrivata l'altro giorno: Nolan ha firmato un contratto con il Leyton Orient, squadra della League Two (quarta divisione), famosa per aver avuto Fabio Liverani come manager l'anno scorso. Retrocessi nel 2014-15, The O avrà bisogno di una grossa mano da Nolan, che si appresta a guidare la sua prima squadra in carriera.
Una scelta arrivata dopo che il centrocampista si è allenato per due mesi con la squadra: «Player-manager? Una sensazione strana, ma sono eccitato all'idea di iniziare. Spero di integrarmi al meglio con questa realtà». Nolan dovrà far presto, anche perché il Leyton Orient naviga a metà classifica e la promozione non è facile da centrare.
L'ennesima prova per chi - a sorpresa - non ha neanche una presenza con la nazionale inglese. Nonostante diversi commissari tecnici, è sempre stato considerato inadatto. Una cosa che l'ha anche ferito, come confermato qualche anno fa: «Fa male non aver giocato neanche una gara con l'Inghilterra, ma sono adulto e ci conviverò».
Chissà che non ci aspetti un'altra Chicken Dance a fine anno, la tipica esultanza di Nolan dopo un gol. Il primo test sarà oggi pomeriggio all'Adams Park, dove l'Orient sarà ospite del Wycombe. La prima da allenatore, la prima da giocatore del club di Francesco Becchetti. Nessun rimpianto per Nolan: in fondo, di prove ne ha già superate tante.

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