20.2.17

J. LEAGUE ROUND-UP: La rivoluzione è arrivata (Parte I)

おはようございます!
Benvenuti a una nuova annata di J. League: il 2017 rischia di essere l'anno della svolta per il campionato giapponese: accordi commerciali e televisivi di un certo livello, l'ambizione continentale dei club e soprattutto il ritorno del formato a stage unico. Andiamo con la prima parte di questa iper-preview!

Una grossa novità per il mercato giapponese è l'accordo decennale con il Perform Group (210 milioni di euro all'anno) e l'arrivo di DAZN (una sorta di novello Netflix in salsa sportiva): questo spot è una dichiarazione programmatica.

IL MERCATO

J1 League
Un mercato di livello, questo è certo. Tanti i movimenti che ci sono stati e allora dobbiamo partire da chi si è mosso meglio. 
Difficile migliorare una squadra che aveva effettivamente vinto il campionato, ma gli Urawa Reds hanno fatto il giusto: in uscita si è liberata di giocatori non più utili alla causa, mentre la Mitsubishi ha dato a Petrovic Rafael Silva, il ritorno di Yajima e Nagasawa, Kikuchi dallo Shonan e un secondo portiere come Enomoto.
A seguire il FC Tokyo: vero, l'ho già detto l'anno scorso, ma la stagione 2016 ha mostrato come la strategia non fosse quella giusta. Invece, con Shinoda alla guida al posto di Jokufu, il club della capitale si è mosso in grande: il ritorno di Ota dall'Olanda e di Takahagi dalla Corea, gli arrivi di Hayashi e Nagai, tante partenze, ma soprattutto Yoshito Okubo.
Infine, una menzione la merita il Cerezo Osaka, che ha tirato avanti alla meglio per due anni, ma una volta risalito in J1, ha fatto il botto: Mizunuma, Fukimitsu (!), la conferma di Souza e soprattutto il ritorno di quel genio di Hiroshi Kiyotake, dovuto purtroppo a un motivo familiare (a quanto pare, la morte del figlio e la voglia di star più vicino alla famiglia). 

Un ritorno così importante che la Yanmar pare aver sborsato ben sei milioni di euro per riabbracciare il figliol prodigo.

Chi si è mosso male, invece? Il Kawasaki Frontale ha perso i due pezzi più importanti del suo puzzle - tecnico e Okubo - per cui sarebbe meglio concentrarsi sull'impegno continentale e accontentarsi di una piazza a metà classifica in J. League. Ci si affida ai giovani rampanti, ma non saranno Ienaga e Abe ad aumentare il valore della squadra.
L'Albirex Niigata è probabilmente la squadra che si è mossa peggio: dopo due retrocessioni sventate all'ultimo nelle ultime cinque stagioni, comincio a pensare che sia arrivato il tempo di scendere. Lo confermano gli addii di Léo e Rafael Silva, mentre non saranno i cavalli di ritorno (come l'esperto Isao Honma) e l'arrivo di tre brasiliani a caso a salvare il gigante del nord.
Tra le delusioni ci avrei messo anche l'Omiya Ardija, ma peggio ha fatto lo Shimizu S-Pulse. Intendiamoci, con la squadra attuale possono salvarsi, ma veder partire capitan Omae, Miura e Kawaguchi dopo aver dominato la seconda parte di J2 è ridicolo. Inoltre, gli acquisti - Rokutan, il ritorno di Muramatsu e il prestito di Notsuda - non fanno sognare.

Quando la tua stella POTREBBE essere un ragazzo reduce da un'annata da 11 gol in Serie B brasiliana, devi preoccuparti.


J2 League
Se c'è una squadra che ha forse colto bene la lezione della retrocessione, è il Nagoya Grampus: prima discesa in seconda divisione della storia, il club della Toyota ha rinforzato pesantemente l'attacco - dentro Hisato Sato, Ryo Nagai, Oshitani, il ritorno di Tamada, a cui si aggiunge la permanenza di Simovic - per una batteria molto potente.
Anche il Tokushima Vortis sembra aver voglia di stupire, se non di tornare protagonista. Le gemme nascoste sono il prestito di Taro Sugimoto dai Kashima Antlers - un Kakitani parte seconda? - e l'arrivo di Yatsunori Shimaya dal Renofa Yamaguchi.
Nelle possibili sorprese, s'inserisce il Montedio Yamagata, che ha sostanzialmente sbancato il jackpot senza farlo notare: Kodama, Kaga, Koki Kazama, Senuma, Sakano, Takuya Honda, Motegi in prestito, Minami, ma soprattutto Shun Nakamura (gemello meno famoso di Segawa al Thespakusatsu Gunma) e Masato Nakayama (uno che l'anno scorso è andato in doppia cifra con il lunatico Renofa).

Inutile nasconderlo: Sato a Nagoya è un colpaccio, ma soprattutto una rivoluzione dell'immaginario.

Tra le delusioni (forse forzate), c'è il Fagiano Okayama: l'anno scorso ai play-off, il club ha perso tantissimo con appena due-tre partenze. Tuttavia, perdere Yajima, Oshitani e i suoi gol, Nakabayashi (andato a Hiroshima) e capitan Iwamasa (che ha optato per l'ambizioso Tokyo 23 FC) sarà pesantissimo.
Altre partenze pesanti sono avvenute in casa Ehime FC, che era partito male nel 2016 e poi ha risalito la classifica: oltre al tecnico (ne parlerò dopo), ci sono gli addii di Kodama, Senuma, Omotehara, Uchida... insomma, si spera che i nuovi facciano bene, che Kawahara ritrovi la forma-gol e che Shirai si confermi un talento.
Infine - e lo dico con il cuore in mano, piangente - il Renofa Yamaguchi è stato smantellato. La squadra fantastica che ha vinto la J3 all'ultimo e avrebbe potuto centrare tranquillamente i play-off l'anno scorso non c'è più: via Koike, Shimaya, Fukimitsu, Nakayama, Shoji (!), più una serie di protagonisti della promozione (Ichimori, Kuroki, capitan Hirabayashi). La possibilità di un crollo, sebbene Yamaguchi sia una zona dal futuro promettente per la J. League.

Quattro anni fa lo cercava il Manchester City; oggi Hideki Ishige gioca in prestito al Fagiano Okayama.

J3 League
Qui il panorama è più variegato, ma soprattutto le gerarchie sono più sottili e maggiormente controvertibili con un periodo di forma. Tuttavia, un paio di indicazioni si possono comunque ricavare. Se è vero che le tre principali favorite - Giravanz, Nagano e Tochigi - si son mosse per rinforzarsi, hanno comunque perso diversi giocatori.
Così l'attenzione volge al Kataller Toyama, che ha perso il suo allenatore e Minami, ma ha incassato un paio di colpi interessanti. La conferma di Kubota - arrivato dal Tokushima Vortis assieme ai due Sasaki - è accompagnata da altri due acquisti dal Matsumoto Yamaga, ma soprattutto dall'acquisto di Pablo Augusto Carvalho, che ha fatto benissimo a Okinawa ed è un classe '96. 
Potenzialmente il brasiliano vale 15-20 gol in J3 quest'anno, quelli che mancheranno al FC Ryukyu, che potrebbe fare fatica. Certo, lo dicevamo anche l'anno scorso di fronte alla rosa ridotta e a una squadra mandata allo sbaraglio con un tecnico nord-coreano, ma quest'anno il discorso è diverso: dopo l'ottimo ottavo posto del 2016, sono partiti capitan Tanaka, Pablo e un paio di giocatori importanti, senza grossi arrivi (se non dalle università). Discesa possibile?

Yoshikatsu Kawaguchi e Norihiro Yamagishi, i due grandi vecchi della porta in J3.

LE PANCHINE

Qui cambiamo format: cinque nomine che mi hanno piacevolmente sorpreso e altrettante che non ho capito.

Andiamo prima con le piacevoli sorprese o conferme:

  • Mentre attende di capire se guiderà l'U-23 alle Olimpiadi casalinghe di Tokyo 2020, Yahiro Kazama ha lasciato Kawasaki, consapevole che la sua rivoluzione era giunta al termine. Lui ha bisogno di tenersi impegnato e Nagoya ha bisogno di una nuova legacy dopo l'era Stojkovic: sembra il matrimonio perfetto, ma ci vorrà tempo;
  • Yoon Jong-hwan aveva lasciato Saga e il Tosu tra mille incomprensioni e un primo posto in classifica ad agosto 2014; a Osaka - sponda Cerezo - potrebbe dimostrare come meritasse fiducia già all'epoca;
  • Takashi Kiyama è uno dei pochi che non è stato travolto da quel buco nero chiamato JEF United Chiba. Ha fatto un miracolo nel biennio con l'Ehime FC. Ora ha la chance giusta con il Montedio per fare il salto di qualità;
  • Se c'è uno che può sostituire Kiyama a Ehime, è Shuichi Mase: traduttore dell'epoca Osim in nazionale, ha ottenuto dei buoni risultati con il Blaubliz Akita (dove potete considerare il 4° posto dell'anno scorso sotto l'etichetta "ottimo"). Non è la chance migliore, ma è una chance in J2;
  • Tetsuya Asano ha avuto il merito di condurre il Kagoshima United FC - nato nel 2014 dalla fusione delle due squadre locali, Volca Kagoshima e FC Kagoshima - prima in J3, poi a sfiorare una promozione comunque impossibile (il KUFC non ha ancora la licenza per la J2). Ora è al Nagano Parceiro: spezzerà la maledizione del club verso la seconda divisione?
La curiosità per Yoon Jong-hwan è più che normale: in fondo, ha pure giocato per il Cerezo Osaka tra il 2000 e il 2002.



Tra le incomprensioni, tra cui rinnovi incomprensibili:
  • Fumitake Miura è il nuovo tecnico dell'Albirex Niigata: dopo aver agguantato il terzo posto per miracolo con il Nagano in J3, non ho capito il motivo del salto;
  • Erick Mombaerts viene da un settimo e un decimo posto in due anni a Yokohama. Con i Marinos che hanno bisogno di rinnovamento, un coach francese dai risultati mediocri mi sembra tutto meno quello che serve a un gruppo giovane e bisognoso di una guida per crescere;
  • Al contrario di Ricardo Rodríguez a Tokushima (coach spagnolo, ma con diverse esperienze), le assunzioni di Miguel Ángel Lotina e Juan Esnáider rispettivamente al Tokyo Verdy e al JEF United Chiba sembrano un richiamo estero senza senso. Almeno Lotina dovrà solamente salvarsi, mentre l'accoppiamento tra l'argentino ex Juve e il buco nero che è il JEF in quest'epoca storica rischia di causare un cortocircuito che va dal comico al tragico;
  • Tatsuma Yoshida ha fatto benino con il Kashiwa Reysol, male con l'Albirex Niigata: ora c'è il test definitivo, visto che il Ventforet Kofu è alla sua quinta stagione consecutiva in prima serie. Yoshida terrà la striscia viva o sarà J2?

Ci sarà un motivo se Esnáider è preoccupato: lo sarei anch'io con tutte quelle partenze e una sconfitta in amichevole per 3-0 contro il FC Ryukyu.

Permettetemi anche un "buona fortuna" ai due ex nazionali giapponesi - anzi, capitani della nazionale - che quest'anno iniziano le loro carriere in panchina. Di Tsuneyasu Miyamoto e della sua visione calcistica sappiamo parecchio, ma nel 2017 guiderà il Gamba Osaka U-23; dall'altra parte, Ryuzo Morioka esordirà sulla panchina del Gainare Tottori (gli auguri servono in questo caso) dopo diverso tempo nelle giovanili del Kyoto Sanga.

LE MAGLIE
Sì, quest'anno abbiamo il sotto-capitolo delle maglie, perché ho visto dei capolavori che non sono ignorabili. Anche qui una top 5 e una flop 5, anche se mi rendo conto che dipende unicamente dai gusti, soggettivi per ognuno di noi nel campo della bellezza. H = Home, A = Away.

Top:
Qualcosa che salvi una probabile retrocessione? «Peccato, avevano una bella maglia...».

Flop:
Ma non bastava già essere in una situazione di netta discesa? Pure la maglia brutta?


LA CHAMPIONS LEAGUE
Con l'eliminazione dello Shanghai Shenhua e il Jeonbuk campione in carica escluso per una vicenda di corruzione (gestita in maniera pessima dall'AFC), beh... nascondersi sarebbe inutile. Il Giappone ha la seria chance di rivincere la Champions League asiatica dopo nove anni, quando il Gamba Osaka sconfisse l'Adelaide United.
Lo so, lo so: lo diciamo ogni anno. Ma se escludiamo il Guangzhou Evergrande (comunque alla presa con i suoi fantasmi e con un mercato invernale stranamente silenzioso), le rivali non sembrano molte nella parte orientale. Guardando i gironi, la situazione non è ovviamente uguale per tutte, per cui vediamo cosa potrebbe accadere.
Kashima Antlers e Gamba Osaka - per raggruppamento e condizione attuale - sembrano obbligate a passare il girone in scioltezza. Diverso il discorso per il Kawasaki Frontale, che ha cambiato molto e dovrà giocarsi il secondo posto con il Suwon. Lo snodo passa per l'Urawa, che ha la solita squadra forte e dalla panchina lunga, ma è inserito in un girone di ferro (con Shanghai SIPG, Western Sydney Wanderers e FC Seoul).


(continua domani...)

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