15.6.17

Confederations Cup 2017 – L'ultima volta

L'ultima volta. O almeno così dovrebbe essere per la Confederations Cup, che dagli anni '90 infesta le estati pre-Mondiale. Una prova generale spesso sottovalutata, la vera competizione che ha una sua equità e democrazia nel panorama del calcio Mondiale, ma che potrebbe essere all'ultima recita. Nel 2021, la CC potrebbe esser sostituita da altro: in Russia, c'è la chance di ultimo saluto.

Gianni Infantino, 47 anni, e Vladimir Putin, 64, a colloquio.

Gruppo A - Russia, Nuova Zelanda, Portogallo, Messico

Il crollo di Euro 2016, la diminuita potenza economica e lo spazio a nuove realtà (lo Spartak Mosca ha rivinto il campionato dopo 16 anni, il Rostov FC ha giocato in Champions) fanno pensare che il momento del movimento calcistico russo non sia dei migliori.
L'età-media della squadra scelta da Stanislav Cherchesov è parecchio alta (ben 11 giocatori hanno o superano i 30 anni), mentre i giovani ci sono, ma non sappiamo quanta fiducia avranno da qui al Mondiale del prossimo anno. Uscire al primo turno non è impossibile (non accade a una squadra padrone di casa dal 2001).

   Dopo aver faticosamente vinto l'OFC Nations Cup nel 2016 (un successo che dimostra come la competitività si stia livellando in Oceania), la Nuova Zelanda torna alla Confederations Cup dopo otto anni. La speranza è di fare meglio del 2009, visto anche l'inserimento nel girone più facile.
Grazie alla guida di Anthony Hudson, gli All Whites si sono risollevati al 95° posto del Ranking FIFA, quando nell'aprile-maggio del 2016 avevano toccato il punto più basso della loro storia (161°!). Senza Winston Reid, il capitano sarà Chris Wood, nel momento migliore della sua carriera; tra i 23, ci sarà spazio persino per un classe '97.

Sebbene il trionfo di Euro 2016 rimanga un mistero ai miei occhi, l'incredibile gol di Eder vale una prima storica per il Portogallo, che partecipa alla Confederations Cup con il sogno di vincerla, certamente con l'obiettivo di arrivare almeno sul podio. I lusitani sono i più forti del girone e possono contare su un'ottima rosa.
Non ci saranno due uomini-chiave dell'avventura in Francia: João Mário è infortunato, mentre Renato Sanches si è forse pentito di aver firmato per il Bayern dopo la prima stagione in Baviera. Ci sarà l'ultimo ruggito per alcuni, mentre altri sfrutteranno la manifestazione per prendersi un posto da titolari. E Cristiano Ronaldo vuole aggiungere un'altra coppa al suo palmarès.

Di Juan Carlos Osorio abbiamo parlato in lungo e in largo, ma il suo lavoro con il Messico è veramente invidiabile. Se escludiamo il 7-0 rimediato dal Cile nella Copa América Centenario (comunque poi la Roja ha vinto la Copa, eh...), Osorio sta facendo tutto per bene. Il Messico potrebbe essere ai Mondiali già da settembre.
Intanto, però, c'è la Confederations Cup, già vinta nel '99. L'obiettivo è il superamento del girone, ma c'è anche da lanciare diverso materiale (Salcedo, Damm, Lozano), nonché omaggiare El Gran Capitan, quel Rafa Márquez che si prepara a giocare il suo 17° torneo internazionale.

Cristiano Ronaldo, 32 anni, sogna la vittoria in Russia.

Gruppo B - Camerun, Cile, Australia, Germania

 Il miracolo di Hugo Broos continua: dopo aver alzato inaspettatamente la Coppa d'Africa a gennaio contro il favorito Egitto, il Camerun spera di qualificarsi per Russia 2018 e soprattutto torna alla Confederations Cup a 14 anni di distanza dall'ultima volta, quando i Leoni Indomabili arrivarono in finale contro la Francia (e ahimè persero in campo Marc-Vivién Foé).
Due grandi portieri (Onana e Ondoa) si giocheranno il posto da titolare, ma ci saranno una marea di assenze. Solo tra i centrali non ci saranno N'Koulou, Chedjou e Matip (con questi ultimi due che già non c'erano a gennaio), mentre davanti N'Jie e Choupo-Moting non saranno della contesa. Ci si regge sulle solide spalle di Aboubakar, con Moukandjo capitano, ma passare il turno sarà dura.

Il canto del cigno, la chiusura di un grandissimo ciclo, iniziato forse addirittura con Bielsa, rinforzato con Sampaoli e che probabilmente si concluderà con Pizzi: questo è il Cile che si presenta alla Confederations Cup, forte del titolo conquistato nel 2015 e del bis ottenuto l'anno scorso contro l'Argentina.
Paradossalmente, il Cile può passare il turno e cercare il successo finale con una generazione che però è apparsa scarica in questa stagione: Bravo ha sbagliato tanto al City, Sanchez è frustrato da un Arsenal poco competitivo, Edu Vargas è finito in Messico. Vincere la Confederations Cup chiuderebbe un bellissimo quadriennio, anche perché la qualificazione in Russia non è così scontata in vista del prossimo Mondiale (anche se la Roja e l'Uruguay hanno il calendario più facile da qui alla fine).

Puri esperimenti: l'Australia ha bisogno di farne perché anche qui la partecipazione al prossimo Mondiale non è scontata e il 3-2 di una settimana fa sull'Arabia Saudita è stato in realtà molto difficile da ottenere. Si riparte dal gruppo che sta trascinando (a fatica) l'Australia negli ultimi tempi, con Postecoglou che forse dovrebbe salutare dopo il 2018, specie se non si tornasse in Russia la prossima estate.
Una squadra già in difficoltà ha dovuto rinunciare anche a Brad Smith e al capitano Mile Jedinak per infortunio. Due perdite gravissime, che rendono praticamente impossibile il già difficile obiettivo del passaggio del turno. 
Non è un bel momento neanche per gli altri (se escludiamo Aaron Mooy): Kruse e Troisi - rispettivamente match-winner della finale della Coppa d'Asia 2015 e n. 10 in pectore - sono senza un contratto. Ryan è dovuto tornare a Gent per trovare continuità doo Valencia. E nonostante le 37 primavere sulle spalle, Tim Cahill è ancora un riferimento.

Non si è nascosto Joachim Loew: fosse per lui, la Confederations Cup non attirerebbe tanto interesse. Lo si nota dalla squadra scelta, dalla priorità data all'U-21 (che andrà all'Europeo di categoria per vincerlo), ma questo non è un problema. La Germania sperimentale che si affaccerà in Russia rimane una squadra interessante. A sorpresa, il capitano sarà Julian Draxler, classe '93, che è anche il tedesco con più presenze in nazionale (30).
Per il resto, tanti esordi e facce nuove: Trapp, Plattenhardt, Demirbay, Stindl, Younes e Wagner hanno esordito per la prima volta giusto qualche giorno fa. Per il resto, solo 8 giocatori su 23 hanno più di 10 presenze con la Germania; sarà tutto un esperimento, perché molti dei big - da Neuer a  Müller, passando per Hummels, Kroos e Özil - sono rimasti a casa.

Julian Draxler, 23 anni, capitano di una Germania sperimentale.

Le previsioni non sono facili, ma in un torneo come la Confederations Cup sembra tutto più facile. I giorni sembrano avere un esito scontato e preparano la tavola per due semifinali annunciate (in grassetto le qualificate alla finale):

Portogallo-Germania
Cile-Messico

Pronosticare un Portogallo-Cile sarebbe la giusta finale per un quadriennio di sorprese. Se escludiamo la Germania campione del Mondo, il Messico vincitore in Gold Cup e (forse) la Nuova Zelanda campione di Oceania, abbiamo quattro sorprese e mezzo presenti a questa Confederations Cup (più una padrone di casa non favorita). La finale tra due sorprese come Portogallo e Cile - almeno per come sono apparse nelle loro rispettive competizioni - sarebbe il giusto sipario a questa follia. 

Ciao, Confederations Cup. Mi mancherai.

Giugno 2013: il Brasile distrugge la Spagna campione del Mondo per 3-0.

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