9.1.18

La rivoluzione giffosa.

Su Internet sembravano essersi fatti conoscere sopratutto per il proprio social media manager, che ha superato forse anche quello del Pordenone. Il Bristol City ha spopolato sulla rete per le gif che riproducono le esultanze dei giocatori, ma forse andrebbe preso sul serio: i Robins si giocano un posto nella prossima Premier League e stasera affronteranno il Manchester City.

Jamie Paterson, 26 anni, si è preso gli onori delle scene in Championship.

Il meglio nella storia del Bristol City è arrivato presto: secondo posto nella Football League del 1906-07 e finale di F.A. Cup nel 1909, perse rispettivamente a favore di Newcastle United e Manchester United. Se escludiamo quel periodo d'oro (1906-11) e un altro alla fine degli anni '70 (1976-80), il Bristol City non ha mai militato in prima divisione.
Anzi, il suo viaggio è stato un continuo vagare tra la seconda e la terza lega nazionale, con persino un brevissimo periodo - durato un biennio, dal 1982 al 1984 -, in quarta divisione. Una bacheca non ricolma di soddisfazioni e tanti viaggi per la provincia inglese. Eppure, tutto questo potrebbe cambiare quest'anno.
Una delle squadre inglesi a vincere la Coppa di Galles - uno Swansea al contrario, con il Bristol City che trionfò nel 1933-34 - è infatti di nuovo arrivata a un certo livello. Stasera affronterà il Manchester City nell'andata delle semifinali di Carabao Cup (praticamente la League Cup sponsorizzata) dopo aver fatto fuori lo United nel turno precedente.
E non solo, perché di fatto i Robins hanno eliminato già cinque squadre nel loro percorso verso Wembley, di cui quattro di Premier League: oltre allo United, anche Watford, Stoke City e Crystal Palace sono cadute sotto i colpi del Bristol City. Un risultato importante, specie considerando quanto il club aveva perso quest'estate.
Già, perché mentre si è trovata un'altra maniera per far gol, quest'estate il Bristol City ha dovuto salutare Tammy Abraham, attaccante-prodigio del Chelsea che aveva fatto benissimo ad Ashton Gate (26 gol in 48 partite in tutte le competizioni). Rimpiazzarlo non è stato facile, ma il tecnico Lee Johnson ha trovato un'alternativa.
Esatto, proprio quel Lee Johnson, figlio di quel Gary - anch'egli tecnico proprio del Bristol City, che aveva quasi portato in Premier League nel 2008 - che ha fatto la storia all'Ashton Gate. Lee Johnson ha trovato la quadra: è riuscito a succedere a Steve Cotterill (l'uomo della promozione dalla League One) e a sostituire Jonathan Kodjia (la cessione più remunerativa nella storia del club: 15 milioni di sterline).
Da giocatore Lee Johnson si è legato a due realtà: lo Yeovil Town e il Bristol City. Con la prima ha conquistato onori sul campo proprio con il padre in panchina (ne parlammo qui), con la seconda si è costruito una buona reputazione. Appesi gli scarpini al chiodo, ha fatto pratica tra Oldham Athletic e Barnsley prima di tornare all'ovile.
Cos'è il genio?

Non è stato tutto facile, però, perché nonostante i gol di Abraham, il Bristol City ha concluso il 2016-17 solo al 17° posto. Troppo poco, eppure la proprietà ha avuto fiducia nel suo ragazzo: «C'è stato troppo rumore durante la stagione, molto aggressivo», ha detto il presidente Steve Lansdown. Questo perché le difficoltà non sono state limitate al campo.
Quando Johnson ha manifestato la volontà di comprare un attaccante, non voleva uno qualsiasi: ha scelto Matty Taylor, che però giocava per i Rovers, gli arci-rivali del City in quel di Bristol. Alla conclusione dell'affare sono arrivate persino minacce, tanto che Johnson ha deciso di cambiare casa perché l'indirizzo della sua famiglia era finito on-line.
Invece, quest'estate il Bristol City ha compiuto l'acquisto più costoso della propria storia - Famara Diédhiou, arrivato dall'Angers per cinque milioni di sterline - e ha consolidato la propria struttura. Ha funzionato: oltre al percorso miracoloso in League Cup, il Bristol City è terzo in Championship (a pari merito con il Cardiff City) e sogna un insperato ritorno in Premier.
E poi ci sono le gif. Un fenomeno che tutti hanno seguito in Inghilterra e fuori: tra giocatori che spaccano lattine di birra, chi balla e chi veste cappelli ridicoli in esultanze programmate, il Bristol City si è fatto conoscere al mondo. E la vittoria in extremis contro il Manchester United è quasi andata sotto-silenzio. Ora ci sarà il City e batterli in 180' sarà durissima.
Nominato manager del mese a settembre, Lee Johnson ha solo 36 anni e una carriera che potrebbe esser piena di soddisfazioni. Sicuramente riportare la squadra in Premier League dopo 35 anni o anche solo giocarsi la League Cup a Wembley - dopo aver fatto fuori entrambe le squadre di Manchester - sarebbe parte della rivoluzione che sta mettendo in atto.

Lee Johnson, 36 anni, figlio d'arte in quel di Bristol.

Nessun commento:

Posta un commento