11.9.12

Paesi (calcisticamente) in via di sviluppo.

Il mondo è in subbuglio. Molti sono i cambiamenti che caratterizzano il nostro pianeta, sopratutto a livello di rapporti economici, politici e culturali tra le varie nazioni che lo compongono. Beh, il mondo del calcio non è diverso nell'interpretare questi cambiamenti. Come nella vita economico-politica, anche nel calcio vi sono i cosiddetti "paesi in via di sviluppo", quelli che si preparano a poter diventare degli esponenti importanti nel mondo.

E se nell'universo economico tali paesi sono la Cina, il Brasile o l'India, ben diverso è il panorama calcistico, che propone nuove generazioni di campioni in posti che mai avremmo potuto sospettare. Cinque i casi in esame, un quintetto di nazioni che - se si qualificheranno al Mondiale del 2014 - potranno dire la loro.


Partiamo dal caso più recente. La Colombia, venerdì, ha strapazzato l'Uruguay campione del Sud America: 4-0 il finale a favore dei Cafeteros. E se il parziale vi sembra esagerato, sappiate che corrisponde a piena verità. Gli stessi supporter colombiani si sono detti piacevolmente stupiti dal calcio della nazionale gialloblu, tanto da classificare questa partita come "una delle migliori degli ultimi dieci anni".
José Pekerman, ex C.T. dell'Argentina, è arrivato alla guida della Colombia solo quest'anno, ma si è trovato in mano una generazione di campioni pronta a dominare il mondo. Per farlo, bisognerà prima passare le qualificazioni sudamericane. Un risultato più facile da ottenere dopo la qualificazione del Brasile al Mondiale già messa in cassaforte, poiché paese ospitante del prossimo Mondiale.
I Cafeteros hanno un potenziale offensivo da far spavento, con "El Tigre" Radamel Falcao a fare da perno principale. E dire che il colombiano domina in Europa da due stagioni e ha appena rifilato una tripletta al Chelsea nella finale della Supercoppa Europea. Dietro di lui, c'è una squadra giovane e promettente pronto a seguirlo.
Potenzialmente, la Colombia è dietro solo alle due superpotenze Argentina e Brasile. E alcuni talenti devono ancora sbocciare, come Muriel, Cuadrado e Ibarbo. Mi pare difficile che una squadra del genere possa fallire l'appuntamento con il prossimo Mondiale, dal quale mancano da Francia '98. Se si qualificheranno, saranno una delle possibili sorprese.

Formazione (4-3-2-1): Ospina; Zuniga, Mosquera, Zapata, Armero; Guarìn, Aguilar, Macnelly; James Rodriguez, Pabon; Falcao.

Radamel Falcao Garcia, 26 anni: il miglior bomber al mondo in questo momento.

Un mese fa, una scioccante notizia arrivò dal torneo olimpico di calcio. Il Messico conquistò la medaglia d'oro a Londra, battendo i più ben titolati brasiliani con il punteggio di 2-1. Eroe della partita fu Oribe Peralta, che realizzò la doppietta che valse l'alloro più grande. 
Il Messico non è certo nuovo al Mondiale, dato che ha preso a 14 edizioni di questa manifestazione. Perciò la sua qualificazione non dovrebbe risultare una sorpresa, sopratutto in una zona povera di imprevisti come la CONCACAF (la confederazione nord-americana). Ma La Verde potrebbe puntare a qualcosa di più grande in Brasile..
Il miglior risultato della storia messicana al Mondiale sono i quarti di finale, raggiunti nelle due edizioni casalinghe del 1970 e del 1986. Però, grazie ai nuovi prospetti che hanno conquistato la medaglia d'oro a Londra, puntare più in alto potrebbe diventare realtà. All'Olimpiade, il Messico ha dimostrato una buona compattezza, un ottimo gioco ed un modulo di base - il 4-3-3 - che ha delineato le sue fortune. 
I difensori Mier e Reyes, il mediano Enriquez, il fantasista Fabian, le ali Aquino e Cortes sono tutti giocatori destinati a far parte della squadra maggiore. L'ossatura della squadra, composta dai portieri Ochoa e Corona, dai difensori Ayala e Rodriguez, dalla vecchia guardia di Torrado, Marquez e Salcido, dall'estro di Guardado e Dos Santos potrebbe giovare dell'inserimento di questi giovani campioncini. 
Se poi, a questi, si aggiunge Javier Hernandez, punta del Manchester United, le prospettive sembrano rosee. All'ultimo Mondiale, con un mix più variegato fra vecchi e giovani, il Messico ha raggiunto gli ottavi prima di uscire contro l'Argentina. Nella rassegna continentale, i verdi si sono confermati come campioni, battendo in finale gli Stati Uniti per 4-2. 
Insomma, il trend è positivo e "El Tricolor" non si vuole fermare. A cominciare dalla prossima Confederations Cup, alla quale sono qualificati come campioni del Nord America.

Formazione (4-3-3): Corona; Jimenez, Mier, Ayala, Salcido; Torrado, Fabian, Guardado; Aquino, Hernandez, Dos Santos.

Javier Hernandez, 24 anni: il top-player della nazionale messicana.

Alle Olimpiadi, il Messico non è stata l'unica sorpresa di quel torneo. Anche il Giappone ha sorpreso molti, battendo avversari di buon livello e mostrando alcuni talenti che si stanno affacciando sul panorama internazionale. Sotto la guida di Takashi Sekizuka, l'undici nipponico ha passato il girone con Spagna, Honduras e Marocco, battendo anche i campioni d'Europa per 1-0. 
Un risultato che ha scioccato molti e che ha dato consapevolezza al Giappone, che è arrivato fino alle semifinali. Il Messico ha poi avuto meglio e, anche nella finale per il terzo posto, la squadra del Sol Levante è stata battuta dai coreani. In ogni caso, il movimento è in crescita. Il Giappone ha raggiunto la fase finale del Mondiale per la prima volta nel 1998 e, da quel momento, si è sempre qualificato al torneo. 
In quella che dovrebbe essere la quinta partecipazione, il Giappone si presenta con la migliore squadra possibile e con uno dei tecnici più preparati (e più adatti) nel calcio degli ultimi anni. Se la squadra può contare su talenti come Keisuke Honda, Shinji Kagawa e Yasuhito Endo, il C.T. Alberto Zaccheroni si sta rivelando l'uomo giusto al posto giusto, guidando la squadra in maniera esemplare.
Il Giappone può solo migliorare, dato che si potranno aggiungere anche alcuni giocatori della squadra olimpica. Kiyotake, Yoshida, Hiroki e Gotoku Sakai sono già nel giro della nazionale, mentre Nagai, Ogihara e Yamaguchi avranno buone possibilità di entrarvi nei prossimi anni. 
Il trend positivo sotto il regno di "Zac" è stato confermato dalle prestazioni (appena due sconfitte in due anni) e dalla vittoria nella Coppa d'Asia 2011, nonostante il lancio di moltissimi giovani ed il rischio - all'epoca - di fallire anche l'obiettivo minimo, ovvero il podio.
La qualificazione al Mondiale brasiliano è quasi assicurata, ma il Giappone potrà già testarsi nella prossima Confederations Cup del prossimo giugno e i nipponici sono qualificati di diritto in quanto vincitori dell'ultima Coppa d'Asia. Nel frattempo, Zaccheroni avrà il tempo di testare i talenti che questa terra saprà proporre da qui a due anni.

Formazione (4-2-3-1): Kawashima; Uchida, Yoshida, Konno, Nagatomo; Hasebe, Endo; Okazaki, Honda, Kagawa; Maeda.

Keisuke Honda, 26 anni, e Shinji Kagawa, 23: due punti fermi dello scacchiere giapponese.

Quarto caso del lotto delle meraviglie è il Senegal. La rappresentativa africana vive un caso simile a quello colombiano, disponendo di un notevole potenziale offensivo.
Tra gli attaccanti dei "Lioni del Teranga" si trovano il duo del Newcastle United, Papiss Demba Cissé e Demba Ba; Moussa Sow del Fenerbache, Dame N'Doye della Lokomotiv Mosca e Mame Biram Diouf, ex Manchester United, ora all'Hannover. A questi, grazie alle strepitose Olimpiade disputate, si è aggiunto Moussa Konaté, nuovo attaccante del Krasnodar.
Ecco, offensivamente parlando, in Africa non c'è una squadra tanto dotata. E questo è un fattore che può fare la differenza. Qualche guaio in più c'è dietro, dove manca qualcuno che possa prendere le redini della difesa. In mezzo, la forza di Mohamed Diamé potrebbe fare la differenza.
A quest'organico andranno poi aggiunti anche i ragazzi che hanno disputato il recente Torneo Olimpico: il Senegal ha passato un girone difficilissimo, con Uruguay e Gran Bretagna. Eliminati proprio i sudamericani, gli africani si sono poi infranti contro il Messico campione. Anche se usciti ai quarti di finale, i senegalesi hanno mostrato degli elementi interessanti. E potranno solo migliorare se rimarranno nell'orbita del calcio europeo.
Insomma, è il momento giusto per tornare ai fasti del 2002, quando il Senegal arrivò in finale di Coppa d'Africa e fece una gran figura al Mondiale, dove uscì solo ai quarti di finale contro la Turchia.
E' il momento giusto non solo per emergere, ma anche per riprendersi. Il Senegal è uscito al girone nell'ultima Coppa d'Africa; nella prossima, rischia addirittura di non esserci.

Formazione (4-3-3): N'Diaye; Mangane, A. Ba, Kouyaté, M'Bengue; Diamé, Kara, Gomis; Demba Ba, P. Cissé, P. N'Doye.

Papiss Demba Cissé, 27 anni, punto di forza del Senegal.

L'ultimo esempio del lotto è forse quello più vicino alla nostra realtà calcistica. Il Belgio è la squadra del vecchio continente che mostra i più grandi margini di crescita e, potenzialmente, può diventare ancora più forte. Mancano al Mondiale dall'edizione del 2002, quando uscirono agli ottavi contro il Brasile campione: è anche l'ultimo torneo internazionale disputato dai belgi.
Molto è cambiato da allora. Il capitano di quella nazionale, Marc Wilmots, è adesso il C.T. del Belgio e saprà infondere molta della grinta che aveva in campo a questi giocatori. Tecnicamente, i Diavoli Rossi sembrano una squadra molto interessante. 
In porta possono vantare tre ottimi elementi come Gillet, Mignolet e - sopratutto - Courtois, ventenne portiere che l'anno scorso ha vinto l'Europa League con l'Atletico Madrid. In difesa, il solo pacchetto di difensori centrali è da primi della classe: Vermaelen, Vertonghen e Alderweireld. Ai tre scuola Ajax, si aggiungono anche il capitano del City Vincent Kompany e l'esperto Daniel Van Buyten. Magari manca qualcosina sugli esterni, ma il centrale dell'Arsenal viene spesso adattato come terzino sinistro.
A centrocampo, qualità e fosforo si uniscono in unico grande mix, rappresentato da Dembelé del Tottenham, Defour del Porto ed il neo-acquisto dello Zenit, Axel Witsel. Indubbiamente una mediana di tutto rispetto, con Fellaini dell'Everton e Nainggolan del Cagliari pronti a subentrare. 
Infine l'attacco, dove il Belgio ha un trio delle meraviglie, la cui stella indiscussa è Eden Hazard. Il piccolo mago si è trasferito al Chelsea in estate, scatenando così le fantasie dei tifosi Blues di Londra. Sull'altro lato del reparto offensivo troviamo Dries Mertens, ottima ala del PSV Eindhoven, capace di segnare molte reti. 
L'unico "neo" nella formazione belga - se così si può chiamare - è nel centravanti. Potenzialmente, Romelu Lukaku del Chelsea (ora in prestito al WBA) è l'uomo ideale e, avendo 19 anni, ha tanto tempo per migliorare. L'ex Anderlecht saprà crescere quanto basta per aiutare la propria nazionale? Comunque, quando c'è necessità, a sostituirlo c'è Kevin Mirallas, neo-acquisto dell'Everton.

Formazione (4-2-1-3): Courtois; Odoi, Kompany, Vertonghen, Vermaelen; Witsel, Defour; Dembelé; Mertens, Lukaku, Hazard.


Vincent Kompany, 26 anni, capitano del Belgio e del Manchester City.

Queste le possibili sorprese, i movimenti che potrebbero sorprenderci nei prossimi anni. Se si qualificheranno, potrebbero diventare delle mine vaganti in un torneo così corto. Figuriamoci se poi arriveranno in condizioni ottimali dal punto di vista fisico: a quel punto, i sogni prenderebbero il sopravvento sulla realtà. Ma non allontaniamoci troppo.

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