7.9.12

Un campione ritrovato?

E' passata appena una settimana dal sorteggio europeo riguardante la Champions e l'Europa League. Nelle pieghe di queste grandi competizioni che inizieranno a metà Settembre, una storia ha colpito l'attenzione di molti. Nell'ultimo turno preliminare, sponda "campioni nazionali", l'incontro tra BATE Borisov e Hapoel Ironi Kiryat Shimona era quello con meno attrattiva. Di certo, non ci si aspettava un grande spettacolo nel match tra i campioni di Bielorussia e quelli isrealiani; ma una faccia su tutte, di quelle in campo, attirava lo sguardo degli incuriositi del calcio europeo. Con la maglia del BATE addosso, si è rivista una stella che ha fatto molta fatica a brillare negli ultimi anni, in qualunque campionato militasse. Sto parlando di Alexander Hleb, che ha recentemente sottoscritto un contratto di un mese proprio con la squadra di Borisov. Di certo, quando esplose sulla scena del calcio internazionale, ci si aspettava di tutto da questo talentuoso centrocampista. Meno che il ritorno nel suo paese natale all'età di 31 anni, quando hai ancora qualcosa da dare, calcisticamente parlando.

Qui Hleb con la maglia della sua nazionale: 55 presenze e 6 gol finora.

Da Borisov a Borisov. Proprio dalla città situata sul fiume Berezina parte la carriera di Alexander Hleb, nato nella capitale Minsk il 1° Maggio 1981. A 17 anni viene notato dagli scout del BATE, che lo vogliono tesserare dopo averlo visto con la maglia delle riseve della Dinamo Minsk. Nel 1998 il ragazzo entra a far parte della squadra di Borisov, che vince il suo primo campionato nazionale mentre Hleb è nelle sue fila. Due anni in Bielorussia lo fanno conoscere agli occhi degli osservatori europei e lo Stoccarda è la prima compagine a notare il ragazzo. I tedeschi sono coloro che lo consacreranno definitivamente e lo comprano per 150mila euro dal BATE nel 2000, facendolo crescere tra giovanili e prima squadra biancorossa. Proprio la militanza in quel di Stoccarda rappresenterà il periodo più felice della carriera di Hleb: dopo aver calcato i campi con lo Stoccarda-II, esordisce in Bundesliga alla tenera età di 18 anni. Non uscirà più dalla squadra dei titolari, diventandone uno dei perni fondamentali. E con la squadra tedesca si toglie diverse soddisfazioni, tra cui un secondo posto nella Bundesliga 2002/2003. O come le notti da sogni in Champions League l'anno successivo, come quando lo Stoccarda batté il Manchester United per 2-1 e raggiunse gli ottavi. Insomma, Hleb tocca il massimo apice della carriera con la maglia degli "Swabians", diventando il miglior assist-man nella sua ultima stagione in Bundesliga.
Non solo: Hleb tocca il suo massimo anche in nazionale. Viene chiamato per la prima volta nel 2001 e, da quel momento in poi, non lascerà più la maglia della Bielorussia per molto tempo. Gli italiani se lo ricordano all'Europeo U-21 del 2004: un suo gol fissò il punteggio sul 2-1 finale nella partita contro l'Italia, sebbene poi la Bielorussia non passò il girone. Insomma, la sua carriera sembrava in piena ascesa.



Ma ben presto il suo destino cambiò. Hleb decise di cambiare aria ed accettare l'offerta dell'Arsenal, che pagò ben 15 milioni di euro allo Stoccarda per avere il bielorusso in squadra. Nonostante qualche infortunio, il bielorusso fece  bene nei tre anni ai Gunners, diventando il primo giocatore della Bielorussia a giocare una finale di Champions League. La sua posizione in campo fu motivo di pena per Arsène Wenger, che lo fece giocare perlopiù come ala destra, sebbene non disdegnasse l'utilizzo di Hleb anche come seconda punta.
Sebbene avesse avuto un discreto rendimento in quel di Londra, Hleb accettò l'offerta del Barca. All'ultimo anno di contratto (e quindi in scadenza), i blaugrana lo comprarono per 17 milioni dall'Arsenal. Era il Barca che si apprestava a diventare leggenda, quello che aveva come allenatore esordiente Pep Guardiola. Se per i catalani la stagione sarà un successo indiscutibile, Hleb sarà scontento della sua nuova sistemazione. A Marzo del 2009 dichiarò apertamente di esser stanco di passare i migliori anni della sua carriera in panchina e di essere pronto ad accettare - se fosse mai arrivata - un'offerta del Bayern Monaco, club che aveva manifestato il suo interesse per il bielorusso già quando militava nello Stoccarda. Le 36 presenze stagionali ed il "Treble" realizzato dal Barca di Guardiola non servirono a far cambiare idea a Hleb, che decisa di andare via, anche se solo in prestito. A sorpresa, il ragazzo rifiutò l'Inter che avrebbe vinto il triplete (sarebbe rientrato nello scambio Eto'o-Ibrahimovic) e scelse di tornare dove era esploso, ovvero allo Stoccarda.
Ma la minestra riscaldata di sapore teutonico non servirà a far decollare nuovamente la carriera di Hleb. L'anno a Stoccarda è una sorpresa in negativo persino per gli stessi tifosi biancorossi, che non sanno più dove sia finita la classe del ragazzo. I tedeschi non lo riscattano ed il bielorusso prova a tornare in Premier League, stavolta a Birmingham, sponda City. Ma gli infortuni ed uno stile di gioco non adatto al suo talento lo portano a lasciare i Blues. E la retrocessione del City - nonostante la rocambolesca vittoria in Carling Cup ai danni del club proprietario del suo cartellino, l'Arsenal - è solo l'ultima parola sulla fine di un amore mai nato tra Hleb ed il campionato inglese.
Desideroso di rimanere a Londra con i Gunners, il talento di Minsk parte nuovamente in prestito dal Barca, stavolta destinazione Wolfsburg, dove ritrova Felix Magath, che lo aveva fatto sbocciare in quel di Stoccarda. Ma bastano quattro presenze e l'idillio con il suo mentore finisce, anche a causa dei tanti infortuni che l'hanno fatto penare durante tutta la sua carriera. Il prestito finisce addirittura nel Dicembre 2011 e Hleb si mette d'accordo con il Barca per una rescissione consensuale del contratto che lega le due parti fino al Giugno 2012. Il bielorusso si sposta persino in Russia pur di ricominciare a mostrare il suo talento, ma il Krylia Sovetov non gli concede una fiducia che vada oltre sei mesi di contratto.
Viste le sue poche presenze nelle squadre di club, le cose non vanno meglio in nazionale. Per sei edizioni in sette anni (2002-2003 e 2005-2008) è "Giocatore Bielorusso dell'anno". Nel 2007, nonostante molte critiche in patria riguardo il suo essere una "prima donna", il C.T. Strange gli consegna la fascia da capitano. Ma, nel 2010, colleziona la sua ultima presenza in nazionale e non viene più chiamato da quando mette piede a Birmingham. Una chimera infinita.

Il 27enne Hleb alla presentazione con il Barca: sarà un calvario lungo tre anni e mezzo.

Ora Alexander riparte. Sul finire di questo Luglio, Hleb sigla un contratto da un mese (!) per il BATE Borisov, tornando nel club dove tutto ha avuto inizio. L'idea è del tecnico Viktor Goncharenko, che ha anche giocato al BATE con Hleb, quando l'ex Arsenal era un ragazzino. Ed è un'idea buona per entrambe le parti. Il BATE ha, per un mese, uno dei giocatori più interessanti del panorama del calcio negli anni 2000; Hleb ha l'occasione di rilanciarsi e, perché no, riguadagnarsi la stima di qualche ammiratore passato. La sua esperienza europea, inoltre, aiuterà la squadra. Difatti il BATE passa sia il terzo turno contro il Debrecen, sia quello di play-off contro l'Hapoel. E molto di questo lo deve anche a quel talento chiamato Alexander Hleb, che è ritornato in nazionale grazie alla chiamata del C.T. per le partite che la Bielorussia dovrà disputare tra poche ore, nelle qualificazioni al Mondiale del 2014.
Vedremo se il suo contratto sarà allungato. Se così fosse, Hleb avrebbe nuovamente a disposizione la ribalta europea. Per dimostrare, a 31 anni, che il talento non se ne è mai andato e che è un campione ritrovato.

L'ormai 31enne Hleb con la maglia del BATE: riuscirà a risollevarsi?

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