7.3.13

Fällen des lebens.

Poi dici che ci sono i "casi della vita": c'è chi pensa di essere arrivato e, all'improvviso, perde tutto. René Adler aveva tutto: simbole ed eroe del Bayer Leverkusen, titolare della nazionale tedesca e portiere più importante nel periodo dopo il ritiro di Oliver Kahn. Eppure, il destino ha voluto che Adler perdesse tutto questo nel giro di pochi mesi, senza neanche rendersene conto: è passato molto tempo da quella svolta negativa, ma adesso sembra che il portiere di Lipsia si sia ripreso lo scenario che aveva faticosamente conquistato. E chissà che la Germania non gli dia un'occasione anche in nazionale..

Adler con la maglia della nazionale tedesca: tre anni fa, era il titolare.

René Adler nasce nella vecchia Germania dell'Est, il 15 gennaio del 1985, e cresce nelle giovanili del Lipsia, squadra della sua città natale. I suoi progressi sono importanti e, a 15 anni, viene ingaggiato dal Bayer Leverkusen, ormai in ascesa nelle gerarchie del calcio tedesco. Nel club delle "aspirine", si alterna tra le giovanili e la seconda squadra del Bayer, che milita in quarta divisione. Nella regione più popolosa di tutta la Germania, il giovane Adler trova il modo di emergere nel 2006: Butt, storico portiere (quello che batteva anche i rigori, tanto per intenderci), è squalificato e così subentra il rampante secondo. La "riserva" gioca una partita straordinaria contro lo Schalke e si guadagna i galloni da titolare, costringendo Butt al trasferimento al Benfica. A quel punto, la crescita di Adler è continua e non subisce alcuno stop, tanto che il Bayer può contare su di lui al 100%; lo nota anche il C.T. Loew, che non esita a chiamarlo per far parte della spedizione che andrà ad Euro 2008, dove la Germania perde solo la finale con la Spagna.
E' un punto cruciale della carriera di Adler: sicuro del posto a Leverkusen, il ragazzo comincia un duello a distanza per la maglia da titolare con Robert Enke, portiere dell'Hannover. Kahn si è ritirato dalla nazionale nel 2006, Lehmann compie lo stesso gesto dopo l'Europeo, perciò la competizione è aperta. Tuttavia, Adler si prende il posto di primo portiere, consolidato anche dopo il brutto episodio del suicidio di Enke, travolto dalla depressione.
Sembra tutto perfetto, ma i guai sono pronti a colpirlo. Innanzitutto, c'è un portiere che si sta facendo strada in Germania: il suo nome è Manuel Neuer ed è un prodigio. Gioca nello Schalke 04, ma Loew decide comunque di confermare Adler come titolare, vista la maggior esperienza dell'estremo difensore del Bayer. Tuttavia, un infortunio alla costola lo mette fuorigioco a due mesi dal Mondiale del 2010, costringendolo a rimanere in disparte. La storia, poi, la conosciamo tutti: la Germania gioca un calcio spettacolare e Neuer fa' un'ottima impressione, togliendo così il posto ad Adler; i miracoli del portiere dello Schalke nella successiva Champions League confermano la bontà della scelta.
Ma non finisce qui: al ritorno a Leverkusen, passa un'altra stagione ed il Bayer arriva secondo in Bundesliga. Nonostante le beghe per il rinnovo contrattuale (in scadenza nel giugno 2012), Adler potrebbe esordire in Champions; purtroppo per lui, arriva l'ennesimo infortunio grave, che lo tiene fuori ben otto mesi. Nel frattempo, per sostituirlo, le "aspirine" prendono Bernd Leno, prospetto interessante, ma terzo portiere dello Stoccarda; l'accordo prevede un prestito secco. Manco a farlo apposta, Leno - titolare nell'U-19 tedesca - tira fuori l'annata della vita e letteralmente costringe il Bayer a comprarlo già a metà stagione. Quando Adler ritorna ad aprile, il suo posto è in panchina o nella seconda squadra.

Adler con il Bayer, la squadra che lo ha fatto conoscere in Germania.

Insomma, in due anni, Adler ha perso il posto in nazionale e nel club a causa degli infortuni; c'è mancato poco - come ha ammesso lo stesso giocatore - che perdesse anche la voglia di giocare, come è successo durante la riabilitazione dall'ultimo infortunio. Addirittura, il portiere ha lasciato intendere come egli stesse per buttarsi nello studio.. fortunatamente, qualche club era alla porta per portarlo con sé. All'inizio si è parlato dello Schalke, che ha cambiato tre portiere nel post-Neuer, ma non se ne è fatto nulla; poi è arrivato l'Amburgo, da anni in difficoltà tecniche e voglioso di rinascere, come testimoniato anche dall'acquisto di Van der Vaart. Adler è ripartito da lì e, sinora, il suo contributo è stato ottimo: solo sei reti inviolate, ma intanto l'ex Bayer è celebrato in patria, grazie alla sua ritrovata esplosività tra i pali. Oltretutto, anche il discorso nazionale si è riaperto: a causa delle sue prestazioni dubitanti, l'estremo difensore aveva perso anche il posto nei 23 chiamati da Loew, visto che all'ultimo Europeo non c'era. Questo non solo a causa degli infortuni, ma anche perché il movimento calcistico tedesco sta creando molti portieri validi: Ter-Stegen, Zieler, il sopracitato Leno. Perciò, il rientro di Adler in nazionale sembrava lontano; invece, nel novembre del 2012, il portiere è stato richiamato per un'amichevole con l'Olanda. Chiaro, non si parla di fare il titolare, ma forse questa è già una grandissima soddisfazione per Adler, capace di rinascere dopo aver toccato il fondo. Oltretutto, egli ha recentemente affermato di voler chiudere la carriera con l'Amburgo. Vedi i "casi della vita"?

La grinta di René Adler, 28 anni: è rinato con la maglia dell'Amburgo.

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