9.7.13

Il futuro dei blancos.

Domanda per gli appassionati più anziani: vi ricordate quando il Real Madrid era "galactico"? Zidane, Figo, Ronaldo, Owen, Beckham: ogni estate, a Madrid arrivava un giocatore straordinario, che doveva essere l'ennesima aggiunta allo squadrone di Del Bosque. Quel Del Bosque che oggi guida la Spagna e che ha ottenuto risultati straordinari. Tuttavia, una volta, i "blancos" avevano anche qualche prodotto della "cantera" in prima squadra e gli esempi non erano pochi.

Raul e Guti, 36 anni per entrambi: un pezzo di storia del Real Madrid.

Guardiamo alla formazione di dieci stagioni fa: quel Real era appena uscito da una stagione vincente, con la nona (e ultima) Champions League, conquistata a Glasgow contro il Bayer Leverkusen. Bene, quella squadra vedeva nelle sue file diversi protagonisti usciti dalla "cantera": Iker Casillas, Raul, Guti, ma anche Portillo, Raul Bravo e Pavon. Insomma, c'era comunque qualche elemento di spicco delle giovanili del Real. A dieci anni di distanza, il paragone pare improbabile: nel Madrid che ha concluso la stagione 2012/2013, dei sopracitati è rimasto solo Casillas e di giovani titolari non ce n'è l'ombra. In rosa, per altro, gli unici provenienti dal settore giovanile che fanno effettivamente parte della prima squadra erano il portiere Adán (ora in prestito all'Elche, neopromosso in Liga), Arbeloa (che però si è affermato a Liverpool), Callejòn (che però è esploso all'Espanyol e, adesso, è anche andato al Napoli) e Diego Lopez. Solo quest'ultimo è stato considerato importante da Mourinho, ma anche lui si è affermato altrove.
Insomma, il Real non sembra più puntare sui giovani della sua "cantera", a differenza di quello che fa il Barcellona, con i blaugrana formati per lo più da giovani cresciuti alla Masia. Eppure, questa potrebbe essere la strada giusta per spendere di meno ed ottenere di più, anche in termini di attaccamento alla maglia. Se uno come CR7 vuole un rinnovo con aumento, nonostante un contratto milionario, si capisce che qualcosa nella gestione dei giocatori è andato storto. La cosa strana, poi, è che il Real ha avuto le sue occasioni per valorizzare i suoi giovani. Ad esempio, il Madrid ha cresciuto Roberto Soldado, ora capitano e bomber del Valencia: nonostante ciò, i "blancos" non hanno mai creduto abbastanza nel giocatore e così lui si è affermato da un'altra parte. Al Real è cresciuto anche Juan Francisco Torres, detto "Juanfran": un buon terzino destro, che ora fa le fortune dell'altra parte della città, ovvero dell'Atletico. E che dire di Javi García? Il mediano del Manchester City è cresciuto all'ombra del "Bernabeu", ma al Real preferirono giocatori di sostanza come Diarra, salvo poi pentirsene in seguito. Così come si può citare Borja Valero, che ora fa le fortune della Fiorentina, ma che sarebbe stato utile nella rotazione della mediana madrilista. Ci sono stati anche casi molto sfortunati, come quello di Ruben de La Red: mediano promettente, a segno anche negli Europei vinti dalla Spagna nel 2008, il centrocampista era reduce da una grande stagione al Getafe, ma i problemi di cuore interruppero la sua carriera a soli 25 anni, nel 2010. Il caso più clamoroso, però, rimane quello di Juan Mata: cresciuto nel Real, venne dato via senza troppi pensieri al Valencia. E così, come con Soldado, il Valencia beneficiò di uno "scarto" del Madrid, che poi è diventato il giocatore che tutti noi abbiamo apprezzato nel Chelsea e con la nazionale spagnola.

Juan Mata, 25 anni, cresciuto nel Real e lasciato andar via, direzione Valencia.

Bene, gli errori si possono commettere: l'importante è imparare a non ripeterli. E il Real Madrid ha una buona occasione quest'anno, perché presenta due prospetti di talento straordinario, che si sono distinti in diverse competizioni. Anche perché c'è una domanda da farsi: a quale pro crescere questi straordinari talenti, se poi nessuno di loro viene fatto giocare con la "camiseta blanca", per far spazio magari ad acquisti costosissimi? Non era meglio Borja Valero di Gravesen o Mahmadou Diarra? Non sarebbe stato più saggio riprendersi Mata, invece di comprarsi Drenthe? Tutte considerazioni a posteriori, vero, ma qui si parla di fatti e statistiche. Intanto, il Madrid ha la possibilità di riscattarsi, avendo dalla sua due talenti purissimi.
Il primo è Alvaro Morata, bomber della nazionale spagnola U-21, appena uscito vincitore dalla competizione continentale di categoria, della quale è stato anche capocannoniere. Un bel prospetto, un classe 1992 che ha già collezionato qualche presenza con la prima squadra: Mou gli ha dato fiducia persino in un "clásico", roba da far tremare i polsi. Eppure, il ragazzo va in doppia cifra da tre anni con la Castilla del Real, tra Segunda Division e Segunda Division B. Inoltre, ha realizzato anche due gol in Liga. Il vero merito di Morata, però, va trovato in nazionale: in una Spagna che non vive con il numero 9 classico davanti, Morata è l'unica eccezione. Ha vinto un Europeo U-19 ed uno U-21, lo ha fatto da capocannoniere in entrambi i casi: mica male per chi, come tipo di giocatore, dovrebbe essere lontano da una squadra come la Spagna. Non per nulla, il ragazzo viene paragonato a Fernando Morientes, un altro che ha fatto la storia del Real. In una squadra che perderà Higuain, sarebbe il caso di dare una chance al giovane centravanti.
Ben diverso è il caso di Jesé Rodríguez, classe 1993: l'ala è un concentrato di fantasia e velocità, l'impersonificazione del calcio spagnolo, solo a velocità maggiore. C'è chi dice che assomigli a CR7, ma la verità è che sembra ricordare molto il primo James Rodriguez, quello arrivato al Porto di Villas-Boas. E proprio Villas-Boas lo vorrebbe al Tottenham, visto che al Real non sembra esserci molto spazio in prima squadra: nonostante i 22 gol ed i 12 assist della stagione appena conclusa con la Castilla del Real (con i quali Jesé ha battuto un precedente record di Emilio Butragueño), i dirigenti "blancos" non stanno dando segnali per i quali il ragazzo avrebbe un posto assicurato con il nuovo tecnico, Carlo Ancelotti. Per provare a convincere il Real, Jesé ha tirato fuori un gran Mondiale U-20, dove ha segnato cinque gol e trascinato la Spagna ai quarti di finale. Onestamente, fare di più - per un ventenne - è difficile: il Real rischia di commettere lo stesso errore fatto in passato con Juan Mata e potrebbe pentirsene amaramente. Anche perché proprio CR7 non pare sicurissimo di rimanere e giocare per una soluzione fatta in casa sarebbe la cosa migliore. Eppure, Jesé è pronto a partire, forte anche di un contratto che scadrà la prossima estate. Insomma, si dovrà vedere quanto il Real crede in questi ragazzi. Se questa fiducia non sarà così forte, il Madrid potrebbe aver fatto l'ennesimo errore.

Alvaro Morata e Jesé Rodríguez, entrambi 20 anni, nuove stelle del Real.

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