6.2.15

Volare senza Red Bull.

Quando si parla di Milton Keynes, il pensiero corre alla Formula 1. La Red Bull ha il suo centro di sviluppo situato proprio nella città del Buckinghamshire e il lavoro in quella sede ha portato quattro titoli Mondiali, nonché la creazione di un mito motoristico. Ma da quest'anno c'è una novità: non si parla solo di "lattine", bensì anche del Milton Keynes Dons Football Club. Una squadra nata da una separazione dolorosa, ma che oggi sta raccogliendo ottimi risultati.


La storia del MK è avvincente, quasi da soap opera. Per chi - come me - è nato al massimo alla fine degli anni '80, nessuno ha dimenticato del Wimbledon F.C. La Crazy Gang gialloblu vince una F.A. Cup nel 1988 e consente al club gialloblu di vivere 14 anni in Premier League. Nel 2000 la retrocessione è solo il preludio a un cambiamento epocale: la società verrà spostata altrove. Precisamente a Milton Keynes, città nata solamente nel 1967 e da sempre senza una squadra di calcio a livello professionistico. Il board del Wimbledon decide - con l'appoggio della Football Association - di consegnare lo storico club a Milton Keynes, nonostante la contrarietà della maggior parte dei tifosi. Nel 2004, la scissione diventa ufficiale: il nuovo Wimbledon si chiamerà MK Dons F.C. dopo aver sofferto una crisi finanziaria, mentre i vecchi Wombles sopravvivono con l'aiuto dei tifosi sotto il nome di AFC Wimbledon e scala cinque categorie (dalla nona alla League Two).
La storia ufficiale del MK Dons comincia quindi nel 2004. Una storia che non ha portato grossi successi finora e che è stata sempre vista in secondo piano rispetto a quella dell'originale Wimbledon. Forse non a torto, visto che la nascita dell'MK Dons è un'operazione commerciale, voluta dal consorzio "Stadium MK" all'alba degli anni 2000. Guidato da Pete Winkelman e dalla sua compagnia, l'Inter MK Group costruisce la storia del Milton Keynes. Un'operazione che ha portato uno scarso successo nei suoi primi anni, se pensiamo alla retrocessione dalla League One nel 2006. Poi la risalita e tre play-off disputati, tutti conclusi anticipatamente alle semifinali. Per altro, l'MK è stato allenato da tecnici come Paul Ince o Roberto Di Matteo.
Dal 2010, invece, il tecnico è Karl Robinson. Sotto la sua guida sono arrivati due quinti posti, che però non si sono tradotti nella salita in Championship. Arrivato ad appena 29 anni alla guida del MK, Robinson ha avuto una carriera nel calcio dilettantistico ed è stato poi assistente di Paul Ince. Dopo aver ottenuto buoni risultati, il suo contratto è stato allungato nel 2012, ma è in scadenza nel giugno prossimo. Nonostante la giovane età, Robinson sta lavorando bene, se è vero - com'è vero - che l'MK quest'anno è in corsa per la promozione diretta. I dati parlano da soli: 55 punti, secondo posto in classifica, 59 reti segnate (miglior attacco della League One). In più la grande notte del 26 agosto scorso, quando l'MK ha batutto in casa per 4-0 il Manchester United di van Gaal in una gara di League Cup. Proprio quel mago olandese che a Robinson piace così tanto. La corsa dei Dons in quella coppa si è conclusa, ma quella notte rimane la più importante della breve storia del club. Del resto, ci fu anche il record di presenze...


Nonostante un presente di successo, i conti con il passato non sono ancora chiusi. Finora tra MK Dons e Wimbledon ci sono stati tre incroci in dieci anni di vita. Il primo è stato nel dicembre 2012 in F.A. Cup, con la vittoria per 2-1 dei Dons. Nel 2014-15 sono stati addirittura due gli incroci: l'MK si è aggiudicato per 3-1 quello dell'agosto scorso in League Cup, mentre il Wimbledon si è preso la rivincita nel Football League Trophy per 3-2. Da notare che finora gli scontri sono stati tutti allo Stadium MK; chissà cosa accadrebbe in caso di ritorno dei Dons alla loro originale tana dal 2002, ovvero il Kingsmeadow.
Il presente parla di tante vittorie in questo 2014-15, di cui alcune sono vere e proprie goleade: 6-1 e 5-0 al Crewe Alexandra, 6-0 al Colchester, 7-0 all'Oldham Athletic. Nonché la consacrazione di alcuni giocatori: su tutti, basti la storia di Benik Afobe, prodotto del settore giovanile dell'Arsenal. Proprio lui segnò due reti in quella notte magica contro il Manchester United. Dopo 19 gol in 29 partite con i Dons, il Wolverhampton ha investito su di lui e l'MK ha dovuto dirgli addio a metà stagione. Chissà se l'Arsenal non si mangerà le mani di averlo venduto tra qualche anno. Ma si potrebbero citare anche Darren Potter, Jordan Spence, Will Grigg, Ben Reeves e sopratutto il giovane Dele Alli (classe '96 in prestito dal Tottenham, ma cresciuto nel vivaio dei Dons).
Tra i simboli del club c'è anche Dean Lewington. Anzi, il terzino rappresenta al meglio la spaccatura tra il vecchio Wimbledon e quello che si presenta come erede della sua tradizione. Oggi è il capitano dell'MK Dons, ma l'inglese classe '84 è cresciuto e ha esordito proprio con la maglia del Wimbledon che entrò in amministrazione controllata. Nato a Kingston upon Thames (sobborgo di Londra), è a tutt'oggi uno degli unici due membri originali rimasti all'MK Dons dopo la spaccatura dal Wimbledon (l'altro è il portiere David Martin). Lewington ha collezionato più di 500 presenze con il club e spera di festeggiare la promozione a fine anno.
Non sappiamo se la loro forma reggerà fino alla fine, ma finora la stagione del Milton Keynes è stata straordinaria. E c'è tanta voglia di Championship, anche perché c'è alle spalle un progetto finanziario solito. Di certo c'è che volare senza Red Bull è possibile anche allo Stadium MK.

Dean Lewington, 30 anni, capitano e simbolo del Milton Keynes Dons.

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