28.8.13

Il (ri)morso della pecora.

Quando si parla di Kazakistan in Italia, il pensiero vola al recente disastro del governo Letta sull'affare Ablyazov. Oppure alla figura di Borat, famosa caricatura di un giornalista kazako, portata al cinema da Sacha Baron Cohen. Tuttavia, il Kazakistan ha l'occasione di farsi notare anche nel calcio: lo Shakhter Karagandy scrive la storia del pallone ed è la prima squadra kazaka ad entrare in una fase a gironi di una competizione europea. Poteva essere Champions, sarà almeno Europa League: non male per chi l'Europa l'avrà vista solo in viaggio.

I tifosi dello Shakhter Karagandy, festanti dopo il 2-0 
al Celtic nell'andata dei play-off di Champions.

A pensarci, viene da sorridere: qualcuno neanche saprà dell'esistenza di un campionato di calcio in Kazakistan, le cui squadre partecipano poi alle qualificazioni delle coppe europee. Poteva andare meglio, eh: fino al 90' di Celtic-Shakhter, i nero-arancioni d'Asia erano praticamente proiettati ai supplementari; poi, purtroppo, il gol di James Forrest ha trascinato gli scozzesi alla fase finale dei gironi di Champions League. Insomma, il sogno della musichetta leggendaria nell'impianto di Karagandy svanisce, ma lo Shakhter può comunque consolarsi: sarà Europa League, a coronamento di un percorso di crescita molto forte, portato avanti negli ultimi anni.
Infatti, lo Shakhter Karagandy è reduce da due campionati vinti nell'ultimo biennio ed i "minatori", dalla fondazione del Kazakistan e della sua lega, avevano collezionato al massimo un terzo posto. Inoltre, lo Shakhter rischiava anche di non esserci in queste qualificazioni: nel 2008, infatti, la federazione trova il club colpevole di un match "aggiustato" con il Vostok. Il verdetto iniziale fu una squalifica di 60 mesi dal calcio europeo: cinque anni che non avrebbero permesso allo Shakhter di esser qui. Poi, la federazione kazaka ci ripensò: nove punti di penalizzazione al Karagandy, mentre il Vostok venne escluso dal campionato nazionale. La città - piazzata nel mezzo del nulla e, per questo, spesso vittima di scherzi da parte dei locali - ha assistito alla crescita del club: la guida di quest'esplosione è stata Viktor Kumykov, il 50enne allenatore dei kazaki. Ex portiere, ha avuto esperienze nel vicino Uzbekistan ed è alla guida dello Shakhter dal gennaio 2011: insomma, da quando il club ha cominciato a portare a casa trofei.
Con l'arrivo di Kumykov, la squadra di Karagandy ha vinto i primi due campionati nell'ultimo biennio e ha trionfato anche nella supercoppa del Kazakistan. Intanto, in Europa, il club ha fatto esperienza: sotto Kumykov, i kazaki hanno passato il primo ostacolo di Europa League due anni fa, uscendo solo contro il St. Patrick's nel secondo turno. Dopo esser usciti al secondo turno di Champions contro lo Slovan Liberec nell'ultima stagione, quest'anno i "minatori" non partivano certo con i favori del pronostico. Inoltre, la formazione è composta per lo più da giocatori locali, con qualche eccezione delle vicinanze (due bosniaci, due bielorussi, un lituano ed un serbo) ed un colombiano, Cañas, con un passato all'Independiente Medellin. Insomma, nulla che facesse pensare ad un exploit del genere.
Inoltre, lo Shakhter Karagandy si è fatto conoscere per un'usanza del tutto particolare: a quanto pare, infatti, il club avrebbe l'usanza di ammazzare una pecora prima di ogni gara, in segno di buon auspicio. Devo dire che non avevo ancora visto la scaramanzia manifestarsi in questa maniera. In ogni caso, la PETA, un'associazione sul trattamento etico degli animali, è intervenuta per chiedere a Platini, presidente UEFA, l'esclusione dei kazaki dalle competizioni europee. Piccola chicca finale: a causa delle leggi scozzesi, lo Shakhter ieri non ha potuto fare il solito sacrificio pre-gara, nonostante Kumykov e la squadra lo auspicassero. Che sia stato questo un motivo magico per cui i kazaki hanno avuto così sfortuna nella gara di Glasgow? Domande senza risposta. Inoltre, in quanto a scaramanzia, forse alcune frasi andavano evitate: quando Cañas ha parlato di «Shakhter favorito al 70%», i tifosi avrebbero fatto bene a toccarsi, specie guardando come il doppio confronto è finito.

Viktor Kumykov, 50 anni, l'allenatore dei kazaki: un'impresa la sua.

Sul cammino dei kazaki, ci sono da fare solo complimenti. Non era per nulla facile arrivare in Champions League: al primo turno, inoltre, lo Shakhter doveva affrontare il BATE Borisov. Ricorderete come i bielorussi avessero impressionato l'anno scorso, tanto da risultare la sorpresa della massima competizione europea: nella fase a gironi, il BATE riuscì a sconfiggere persino il Bayern Monaco, poi laureatosi campione d'Europa. Nonostante ciò, i kazaki hanno vinto con un doppio 1-0 (realizzato da Khizhnichenko, quattro gol in Champions) e sono avanzati; a quel punto, la squadra di Kumykov ha travolto i campioni di Albania del Skënderbeu Korçë per 3-0 nell'andata del secondo turno, salvo rischiare nel 3-2 subito al ritorno. Insomma, la mancanza di esperienza ha fatto il suo: probabilmente, è stato il fattore-chiave per l'eliminazione di ieri sera. Dopo l'incredibile 2-0 dell'andata in Kazakistan, lo Shakhter avrà sofferto i 55mila di Glasgow ed il 3-0 del Celtic è stato inevitabile, sebbene la sfortuna c'abbia messo del suo (con il legno centrato sul doppio vantaggio degli scozzesi).
A questo punto, c'è anche un dubbio che mi si deve togliere: quale è il motivo per cui il Kazakistan fa parte dell'UEFA? Ex repubblica sovietica, il Kazakistan si è unito alla confederazione asiatica nel 1992 e ha fatto due qualificazioni ai Mondiali in quell'area. Poi, all'improvviso, il passaggio all'UEFA: misteri che forse neanche lo Sherlock Holmes di turno riuscirà a risolvere. Detto questo, adesso il Kazakistan potrebbe fare il bis europeo con un miracolo - l'Aktobe dovrà ribaltare in Ucraina il 3-2 subito dalla Dinamo Kiev nell'andata dei play-off di Europa League - ma intanto quella lontana terra ha una rappresentanza persino sulla ribalta continentale. In fondo, lo Shakhter ha solo superato le imprese dei rivali dell'Aktobe, capaci di raggiungere i play-off di Europa League per due volte. Tuttavia, un dubbio sorge spontaneo: quante pecore accopperanno per una partita di una competizione europea? A questo punto, temo che - per festeggiare il lieto evento calcistico - si possa arrivare al maciullamento dell'intero gregge. In ogni caso, tanti auguri anche a chi dovrà farsi la trasferta kazaka nel girone d'Europa League: per arrivare a Karagandy, ci vorrà un lungo viaggio. Basta chiedere all'Inter, che l'anno scorso attraversò un calvario per arrivare a Baku, che è "solo" a 4500 km da dove è stanziato lo Shakhter...
Comunque, chissà che non ne valga la pena: lo Shakhter è nella "pot 4", perciò qualche grande squadra andrà sicuramente a fargli visita. Non male per chi si prepara ad esordire in Europa, che conta anche se si chiama Europa League.

I giocatori dello Shakhter Karagandy salutano la Champions: sono in Europa League.

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