2.3.16

Contro il tempo.

Di lui disse una volta Johan Cruyff: «Averlo in squadra sarebbe per chiunque una benedizione. Se si dovesse pesare la sua importanza in campo, bisognerebbe ricorrere all'oro». E no, non parlava di uno dei tanti fuoriclasse Oranje, bensì di Dirk Kuyt. L'uomo che di strada ne ha fatta tanta (e continua a farne) dal piccolo villaggio di Katwijk aan Zee.

Kuyt ha collezionato 104 presenze e 24 gol con l'Olanda.

Quando era più giovane, suo padre avrebbe voluto che entrasse nell'azienda di famiglia. Invece il piccolo Dirk ha sempre preferito il campo da calcio al mare: «Volevo essere come mio padre, che faceva il pescatore, ma a 11 anni decisi di giocare a pallone. Lui mi disse che andava bene così, l'importante è che fosse una decisione presa da me».
Già, perché Kuyt è sempre apparso responsabile anche in campo, concentrato sull'obiettivo da perseguire. Lo è stato fin dai tempi dei Quick Boys, la squadra di Hoofdklasse (quarta divisione olandese) dov'è cresciuto per 13 anni, prima di passare all'Utrecht nell'estate del 1998. In cinque anni, le prime trasformazioni cominciano a notarsi.
All'inizio viene usato come ala destra, ma è il manager Foeke Boey a spostarlo nella posizione di "centravanti ombra", una sorta di seconda punta. L'esperimento funziona, tanto che Kuyt vive nel 2003-04 la sua prima stagione da 20 gol in Eredivisie: non sarà l'ultima. E l'attaccante saluta Utrecht anche con la vittoria della KNVB Cup.
Saluta perché il Feyenoord lo vuole per sostituire Pierre van Hooijdonk, diretto in Turchia. La scelta è saggia: Kuyt segna 83 gol in 122 partite con il club di Rotterdam ed esordisce anche in nazionale. Impossibile non notarlo, con quel work-rate che l'ha caratterizzato ben oltre i gol segnati (176 gare consecutive giocate tra il marzo 2001 e l'aprile 2006!).
Dopo il Mondiale di Germania, arriva l'opportunità della Premier League: un sogno che Kuyt realizza con una delle maglie più suggestive non in Inghilterra, ma nel mondo, ovvero quella del Liverpool. Non c'è bisogno che elenchi per filo e per segno il suo rendimento nelle sei stagioni ad Anfield, ma vi lascio solo qualche riflessione.
Kuyt diventa uno Scouser in tutto e per tutto, adorato dalla Kop per la sua dedizione ai Reds e il suo impegno a tutto tondo. Benitez lo schiera ala destra nel 4-2-3-1 e lui ripaga il Liverpool con grandi prestazioni. L'unico peccato è che alzi un solo trofeo a Liverpool, la League Cup del 2012, vinta ai rigori contro il Cardiff City. Anche se Kuyt l'aveva decisa nei supplementari...
Dopo sei anni d'amore e con Rodgers in arrivo, Kuyt ha salutato anche Liverpool per trasferirsi al Fenerbahce. Il triennio trascorso al Şükrü Saracoğlu Stadium ha portato altrettante stagioni in doppia cifra, un campionato, una coppa nazionale e una supercoppa. Non male come bilancio finale, in attesa del ritorno più importante.
Alla naturale scadenza del contratto con i turchi, Kuyt ha deciso di tornare dov'era stato importante: il Feyenoord l'ha riaccolto a braccia aperte nella gestione dei ritorni targata Giovanni van Branckhorst. La squadra di Rotterdam naviga in zona europea, con Kuyt a quota 15 gol in campionato e il Feyenoord terzo in classifica (ma a -22 dall'Ajax!).

Il ritorno di Dirk Kuyt a Rotterdam.

La cosa strana che ha caratterizzato la carriera di Kuyt è che si è tolto molte soddisfazioni personali, ma alla fine non ha alzato tanti trofei. Una coppa nazionale in Olanda, il trio di allori in Turchia e la League Cup a Liverpool: poco, troppo poco per chi meritava di più. E anche con la nazionale la traiettoria è stata strana
Kuyt ha giocato con l'Olanda per dieci anni, rendendo gli Oranje una delle squadre più forti del panorama europeo. Particolarmente commovente è stata la sua performance nell'ultimo Mondiale, dove Louis van Gaal l'ha schierato da esterno destro nel 3-5-2 e Kuyt ha eseguito alla grande il compito datogli, senza fare una piega.
Sarà un caso, ma nonostante tanti fuoriclasse e un terzo posto al Mondiale alle spalle, l'Olanda non sarà a Euro 2016 nella prima volta della competizione a 24 squadre. Senza gente come Kuyt - con lo stesso spirito di sacrificio e abnegazione - l'Olanda fa fatica. E sarà sempre un caso, ma l'ultima Olanda pre-Kuyt era quella che aveva fallito l'accesso al Mondiale 2002.
Intanto Dirk si gode la tranquillità di Rotterdam: ha firmato un annuale con il Feyenoord, ma non sappiamo se a giugno 2016 vorrà smettere. Con l'estate libera (si era comunque ritirato dall'Olanda nell'ottobre 2014), potrebbe decidere di continuare per riconquistare quel titolo di Eredivisie che manca da 17 anni. Contro il tempo, ma sempre a modo suo.

Dirk Kuyt, 35 anni, capitano e bandiera del Feyenoord.

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