5.6.18

2018 FIFA World Cup - Goodbye My Lover (Parte II)

L'ultimo Mondiale. Come l'ultimo? Beh, l'ultimo che avrà un qualche senso. Dopo l'addio alla Confederations Cup, prepariamoci a salutare la Coppa del Mondo al suo meglio. La forma simmetrica delle 32 squadre lascerà spazio a edizioni co-ospitate, all'aumento del 50% delle partecipanti e alla conseguente morte della competizione. Tuttavia, quello di Russia 2018 sarà un Mondiale eccitante: qui la prima parte della preview, con i gironi D, E e F.

Come sarà la sigla d'introduzione dei match? Eccovela.

Girone D - Argentina, Croazia, Islanda, Nigeria

Quattro anni più tardi - con un c.t. diametralmente opposto e tre finali perse sulle spalle -, l'Argentina ci riprova. A differenza del 2014, con dei gradi ben diversi: l'Albiceleste non è nel gruppone delle favorite assolute, ma non può nemmeno permettersi un altro clamoroso passaggio a vuoto. Per diversi motivi.
Tra essi, la finale clamorosamente persa della Copa América Centenario 2016, l'ultimo (?) Mondiale di Messi, un gruppo che ha il suo prime alle spalle, ma che rimane temibile. E il genio paranoide di Sampaoli dovrà mettere tutto assieme. Curiosità: con l'infortunio che costringerà Romero a saltare la manifestazione, spero di vedere Armani in porta.

Dall'inferno al purgatorio, perché il paradiso c'è tempo (e non è nemmeno detto che sia raggiungibile). La Croazia ha dissipato il vantaggio nel girone di qualificazione, facendosi rimontare e superare dall'Islanda (che affronterà nel girone D), per poi vincere lo spareggio contro l'Ucraina dopo aver cambiato il c.t., affidandosi a Zlatko Dalić.
Non sarà facile mettere a posto una nazionale che sembra in difficoltà, ma il talento è talmente tanto che sembra esserci un piccolo margine d'errore. Non c'è più Darijo Srna, ma i vari Perišić, Rakitić e Modrić cercheranno di annullare quel gap inversamente proporzionale che c'è tra la concentrazione dei croati e il loro immenso potenziale.

C'è molta attesa per la prima Coppa del Mondo dell'Islanda, specie dopo la splendida cavalcata di Euro 2016, chiusasi con l'eliminazione ai quarti di finale per mano della Francia padrone di casa. Non è cambiato molto: stessa impostazione, Hallgrímsson promosso a c.t. e qualche volto tornato in nazionale.
Tuttavia, non mi sembra di vedere il potenziale per sparigliare le carte. Come quattro anni fa, l'Argentina sarà la prima sfidante di una debuttante al Mondiale (all'epoca toccò alla Bosnia sfidare l'Albiceleste al Maracanà), ma ci si gioca molto - se non tutto - nella sfida contro la Croazia. Riusciranno nuovamente a beffarli, come accaduto nel girone? Curiosità: mancherà Sigþórsson, vera minaccia aerea nel torneo di due anni fa.

Nonostante l'enorme attenzione attirata dal loro kit e la qualificazione ottenuta con un discreto anticipo, mi sembra che la Nigeria manchi di qualcosa. Davanti sono fortissimi (e c'è persino la curiosità della convocazione di Simy), ma la transizione dalla vecchia generazione alla nuova ha perso qualcosa.
Se le Super Eagles hanno un ottimo parco attaccanti, risalendo il campo manca qualcosa. Il c.t. Rohr è rammaricato dall'assenza di Carl Ikeme, portiere che sta combattendo contro una terribile malattia, mentre in retroguardia non ci sono interpreti come Yobo o Enyeama, presenti quattro anni fa.
Sono curioso anche per la presenza di Francis Uzoho, giovane e poderoso portiere del Depor, nonché prodotto dell'Aspire Academy.

I dolori e le giocate di Leo Messi, 30 anni, determineranno il percorso dell'Argentina in questo torneo.

Girone E - Brasile, Serbia, Svizzera, Costa Rica

Non c'è che dire: prima squadra qualificata, dominatrice del girone di qualificazione della Conmebol e forse reale favorita per questo Mondiale. Io qualche dubbio me lo tengo, se non altro perché non mi sembra la squadra nettamente più forte in Russia e perché - al momento buono - i fantasmi vengono fuori.
Tite ha fatto un lavoro straordinario, ha un'ossatura chiara per la sua nazionale e ha alcuni giocatori reduci da una stagione eccellente. Già il fatto di esser passati in porta dall'ormai sfitto Julio Cesar del 2014 a un duello tra Alisson ed Ederson dice molto sui passi in avanti fatti dal Brasile. Unico neo? Non ci sarà Dani Alves per infortunio e a destra non mi sembrano fornitissimi.

La Serbia ha veramente tanto terreno da recuperare. Per questo il viaggio a Russia 2018 DEVE portare qualche risultato, a.k.a. BISOGNA passare il girone. Le mancate qualificazioni agli ultimi due Europei e la terribile gestione sia del Mondiale 2006 che quello del 2010 (entrambi conclusi con un'uscita al girone) non possono ripetersi.
Anche per questo è un bene che la squadra sia in mano a Mladen Krstajić, ex centrale che era nella spedizione di Germania '06 e che ha sostituito in corsa Slavoljub Muslin, l'uomo che ha tecnicamente ottenuto la qualificazione. Purtroppo, è anche lo stesso che non avrebbe chiamato Sergej Milinković-Savić, il giocatore che concentrerà su di sé diverse attenzioni e da cui passano i destini serbi in questo torneo.

Sarò io pessimista, ma la Svizzera sembra avere più di un problema. Il favoloso melting-pot che ha stupito quattro anni fa in Brasile non ha avuto avanzamenti di carriera nei suoi membri più conosciuti: date un'occhiata alla traiettoria delle carriere di Shaqiri, Embolo, Ricardo Rodríguez, Schär. Capirete lo scetticismo.
Il c.t. Vladimir Petkovic ha fatto un buon lavoro, ma la sua Svizzera rischia di esser travolta in un girone così tosto. Tutte le tre squadre che gli elvetici affronteranno sono toste, per un motivo o per un altro: già uscire dal girone sarebbe un miracolo. Basta guardare anche com'è arrivata la qualificazione, in uno spareggio dall'arbitraggio contestabile.

L'ho messa tra le eliminate, ma in realtà spero che la Costa Rica possa sorprendermi ancora. Reduci dall'incredibile risultato del 2014 (a un rigore dall'eliminare l'Olanda e prendersi la semifinale! Non sottolineeremo mai abbastanza il miracolo di Jorge Luis Pinto), Los Ticos sono stati la miglior formazione vista nella Concacaf.
Il c.t. Óscar Ramírez ha sostanzialmente mantenuto lo stesso gruppo e ci ha aggiunto qualche giocatore che negli ultimi anni è cresciuto (Ureña) o è sbocciato (Matarrita), più Oviedo (che non c'era nel 2014 per infortunio). Non hanno la stessa potenza della Serbia, ma sono una delle formazioni più organizzate del prossimo Mondiale. E chissà che non faccia la differenza.

Neymar, 26 anni, ha una semifinale Mondiale da recuperare ed è cresciuto ancora in questi quattro anni.


Girone F - Germania, Messico, Svezia, Corea del Sud

Non è la miglior versione possibile della Germania, visto che le amichevoli stanno rivelando uno stato di forma incerto e il c.t. - fresco di rinnovo fino al giugno 2022 - ha optato per delle scelte forti: a casa Tah, Leno e soprattutto Sané, lasciati fuori dalla lista dei 23. Tuttavia, non è che Joachim Löw sia un uomo a cui si possa rimproverare qualcosa.
La Germania è stata la nazionale più continua dell'ultimo decennio in campo internazionale e continentale. E sono certo che i tedeschi difenderanno alla grande il titolo ottenuto in Brasile nel 2014. Occhi puntati su due davanti: Werner è al primo Mondiale, mentre Müller... sarà capace di superare Miro Klose nell'all-time list dei goleador in Coppa del Mondo?

L'obiettivo è chiaro per il Messico: dopo aver dominato facilmente la zona Concacaf delle qualificazioni e aver centrato l'obiettivo Russia 2018 con largo anticipo, il punto è di superare lo scoglio degli ottavi di finale, contro i quali la nazionale s'incaglia da tempo immemore (dal 1986, quando arrivò ai quarti prima di mancare Italia '90).
Le potenzialità ci sono, anche se il gruppo è un filo invecchiato: il Messico è alla 16° partecipazione al Mondiale e il c.t. Osorio si è dimostrato più che un ottimo tecnico. Passare il gruppo non dovrebbe essere difficile. La curiosità è soprattutto in un vecchio: a 39 anni, Rafael Márquez parteciperà al suo quinto Mondiale, come Carabajal, Matthaus e Buffon. Mancheranno invece i gioiellini Damn, Gutiérrez e Pizarro.

Dobbiamo esser sinceri: non mi sembra che la Svezia possa causare grossi problemi alle avversarie nel prossimo Mondiale. Un risultato positivo contro il Messico potrebbe sbloccare la grana qualificazione, ma non vedo il gruppo del c.t. Janne Andersson proseguire oltre il girone, dopo aver eliminato l'Italia nei play-off di novembre 2017.
Questo perché ad Andersson vanno riconosciuti molti meriti: ha riportato la Svezia al Mondiale dopo 12 anni, l'ha fatto senza Zlatan Ibrahimovic (che GIUSTAMENTE non ci sarà in Russia) e con un gruppo che è molto giovane e potrà migliorare. Tuttavia, mi sembra che - Forsberg a parte - manchi quel tocco di fantasia per sfangare un girone da tre gare.

Il regno di Shin Tae-young rischia di finire in rovina dopo esser iniziato in fretta. Come nel 2014, la qualificazione della Corea del Sud è stata tutt'altro che convincente, con il rischio di non arrivarci nemmeno alla fase finale del Mondiale. La striscia di nove partecipazioni continua (per ora), ma la squadra non sembra nel suo miglior momento storico.
Ci si muove tra vecchie glorie e nuova linfa, giovane e vitale, reduce dal Mondiale U-20 giocato in casa l'anno scorso. E poi? Poi c'è lui, il miglior giocatore asiatico, quel Son Heung-min che ha incantato con il Tottenham e dovrà coprire l'assenza di diversi giocatori, non convocati. Perché lasciare a casa Hong Jeong-ho, Kwon Chang-hoon, Nam Tae-hee e soprattutto uno come Lee Dong-gook sono mosse difficilmente comprensibili.

La Germania è apparsa tutt'altro che brillante, ma guai a sottovalutare i teutonici.


(continua domani...)

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