18.9.14

Cesc magnific.

Il 2014 di Cesc Fàbregas non è stato dei migliori: i mal di pancia con il suo Barcellona, una Liga persa all'ultimo, le delusioni con la Spagna al Mondiale. Così un trasferimento era nell'aria, tanto da arrivare prima della Coppa del Mondo. Il passaggio al Chelsea è stato visto come un tradimento da parte dell'ex Arsenal, ma lo spagnolo è rinato. Il suo inizio di stagione è stato da top 10 tra i giocatori mondiali. E ieri è arrivato anche il gol in Champions contro lo Schalke 04.


La storia di Fàbregas è finita dove era iniziata: al Barcellona. Classe 1987, Cesc cresce nelle giovanili del club catalano, dove si fa notare per la sua classe innata. Il giovane cresce accanto a Gerard Piqué e Lionel Messi e il suo idolo d'infanzia è Pep Guardiola. Tuttavia, le opportunità di giocare in prima squadra non arrivano mai e a 16 anni l'Arsenal lo porta via da La Masia per farlo giocare nel vecchio Highbury. Si parla dell'Arsenal degli invincibili, quando ancora i Gunners facevano paura all'intera Europa calcistica. In quella squadra, Fàbregas trova il suo spazio gradualmente: a 17 anni Fàbregas diventa la riserva di Patrick Vieira. Quando il capitano lascia Londra per la Juventus, secondo Wènger è il turno dello spagnolo. Che prima entra nell'undici titolare, poi diventa capitano nel novembre 2008.
Ma la nostalgia di casa è forte. Arrivato a questo livello di fama, Fàbregas vorrebbe tornare a Barcellona, ma l'Arsenal fissa una cifra molto alta per lasciarlo andare. Nel 2010 sembra fatta per il suo addio, ma il capitano dei Gunners rimane un'altra stagione. E così solo nell'estate del 2011 Fàbregas può tornare a casa, nel luogo dove è calcisticamente cresciuto per sei anni. Un sogno costato al Barcellona campione d'Europa 34 milioni di euro. Lo spagnolo è raggiante, ma quello che sembrava esser un sogno si trasformerà in una sorta di incubo.
Guardiola lo considera fondamentale per il suo Barcellona: nel 4-3-3 non c'è spazio a centrocampo, per cui Fàbregas finisce per esser schierato come ala o addirittura come punta centrale in alcune gare. Non che ci siano problemi: il centrocampista segna 15 gol e fornisce 20 assist nel 2011-12, la sua prima stagione da giocatore blaugrana. E le sue cifre stagionali non si discosteranno mai troppo da quella prima annata, giocando spesso 50 partite all'anno. Ma i tifosi non hanno mancato di fischiarlo in questo suo triennio al Camp Nou. Fàbregas si è visto gli spazi sempre più chiusi: davanti sono arrivati l'anno scorso Neymar e in questa stagione Luis Suárez.
Così, nonostante la volontà di chiudere la carriera a Barcellona, Fàbregas alla fine se ne è andato. E lo ho fatto prima del Mondiale. Famosa la conferenza stampa in cui Piqué confessò al suo ct Del Bosque che il centrocampista è già andato via dal Barcellona per 33 milioni di euro. Solo pochi giorni dopo si saprà la squadra: è il Chelsea di Mourinho. Con grande sorpresa dei tifosi dell'Arsenal, ai quali Fàbregas disse dopo l'addio nell'agosto 2011: «Once a Gunner, always a Gunner». Purtroppo lo spagnolo è solo l'ennesimo caso di un calcio nel quale le parole contano veramente poco. A sua difesa, Fàbregas ha risposto che l'Arsenal non ha mai voluto veramente riportarlo all'Emirates Stadium. E così l'unico contento è stato José Mourinho, che ha definito lo spagnolo come «un catalano con la mentalità inglese». Nazionalità a parte, ciò che ha confortato il tecnico del Chelsea è stato vedere la forma con cui Fàbregas si è presentato a questa stagione.

Fàbregas e il Barcellona: prima il ritorno, poi il nuovo e definitivo addio.

Tanto per buttare lì qualche cifra: il numero 4 del Chelsea ha fornito sei assist in quattro gare di Premier League, forma una partnership perfetta con Diego Costa e ha la capacità di giocare sia da centrocampista che da trequartista in una squadra nuova. E ieri è arrivato anche il primo gol dell'anno in Champions League. Ma sopratutto il merito più grande di Fàbregas in questo primo scorcio di stagione è quello di aver reso una squadra di Mourinho non solo vincente, ma persino bella da vedere. Cosa che obiettivamente non è facile.
Come se non bastasse, è arrivato anche qualche record personale: lo spagnolo è il primo giocatore a far registrare almeno un assist a partita per sei gare consecutive (le prime quattro con il Chelsea e le ultime due gare con l'Arsenal nel 2010-11). Mica male per chi - nonostante le cifre - veniva dato per finito e non più decisivo a livello mondiale. Invece, ora Fàbregas sogna di tornare a vincere in Inghilterra. Dopo aver vinto tutto con la propria nazionale (due Europei e un Mondiale), ora lo spagnolo spera di centrare l'unico trofeo che ormai gli manca: la Champions League. Con l'Arsenal ci andò vicino nella finale di Parigi del 2006, mentre con il Barcellona l'occasione non c'è mai stata. Al massimo, in blaugrana Fàbregas ha raggiunto la semifinale, quando fu proprio il Chelsea a sbarrare ai catalani l'accesso alla finale.
Quel Chelsea che ora lui sogna di far vincere. In effetti, la squadra di Mourinho - con questo Fàbregas - è tra i favoriti di quest'edizione (nonostante il pari di ieri contro lo Schalke 04). Ora si attende però il ritorno all'Emirates, fissato per il 25 aprile: qualche tifoso dell'Arsenal ha già fatto sapere come non l'abbia presa bene (vedi qui). Ci sarà un incontro precedente però: quello del 5 ottobre prossimo, quando i Gunners arriveranno a Stamford Bridge. Intanto, questo Fàbregas è sontuoso, decisivo e straordinario al tempo stesso. Insomma, C'esc magnific.

Cesc Fàbregas, 27 anni, ha trovato la sua rinascita con Mourinho e il suo Chelsea.

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