26.5.15

La marea giallonera.

Ci siamo finalmente: sono passati due anni, ma una parte di Atene può tornare a festeggiare. Se il campionato greco continua a esser problematico, fermato e vinto in sequenza dall'Olympiacos (nel 2014-15 è arrivato il quinto titolo consecutivo), l'Aek Atene ha festeggiato la promozione dalla Football League dopo l'1-0 ottenuto nella gara contro l'Iraklis.


Due anni fa vi avevo raccontato la parabola discendente dell'Aek, sempre più preda di problemi finanziari e risultati deludenti. A questi si sono aggiunti l'esultanza a sfondo fascista di Katidis e poi la decisione del board del club di iscrivere la squadra alla terza serie. È stata la prima discesa dell'Aek, diventato all'improvviso un club amatoriale, nonché il primo caso di retrocessione auto-inflitta. Una retrocessione già arrivata sul campo, ma che è diventata un doppio salto all'indietro per evitare problemi economici più grandi.
Un evento per il calcio greco, visto che il club di Atene vanta nella sua bacheca 11 campionati e 14 coppe nazionali. E pensare che l'Aek ha avuto giocatori molto interessanti nelle sue fila durante l'ultimo decennio. Penso a Kostas Manolas, oggi colonna della Roma, ma cresciuto tra le fila giallonere. Oltre a loro, ci sono stati anche Eidur Gudjohnsen, Pantelis Kafes, Rivaldo. Per non parlare di altri giocatori che a oggi militano in Serie A: Sorrentino ha fatto un'esperienza all'Aek, mentre Tachtsidis e Koné ci sono cresciuti.
Nel 2013, alla guida del club è arrivato Dimitris Melissanidis, un uomo da un patrimonio di 3,4 miliardi di dollari. Il proprietario è lui, che era stato già presidente a periodi alterni durante gli anni '90. Melissanidis avrebbe voluto comprare il club già nel 2008, ma non ci riuscì. L'Aek avrebbe dovuto restituire alle banche 170 milioni di euro e il patron del club sta lavorando bene in tal senso. Ha persino promesso un nuovo impianto a Nea Filadelfia, uno stadio esclusivamente giallonero pronto dal 2016. L'ha progettato lo stesso architetto dello Juventus Stadium e dovrebbe ricordare l'architettura della Basilica di Santa Sofia a Istanbul. Del resto, il club è stato fondato da esuli turchi in Grecia nel 1924. Per altro, lo stadio dovrebbe posizionarsi proprio dov'era il leggendario impianto dell'Aek, il Nikos Goumas.
Intanto, sul piano sportivo, la squadra sta risalendo bene. Nel 2013-14, ha dominato il suo gruppo in terza divisione: 23 vittore, tre pareggi, una sola sconfitta. Arrivato in Football League, l'Aek ha stravinto il gruppo meridionale e si è presentato al girone promozione. Con il gol di ieri a firma Anakoglou, il ritorno nella Super League è cosa fatta. Per altro ci sono già stati i primi incroci con le vecchie rivali del calcio greco ed europeo. Nell'estate 2014, l'Aek ha battuto in amichevole il Panathinaikos. Storico l'incrocio con l'Olympiacos nei quarti della coppa nazionale. Per due motivi: a) l'Aek ha strappato un bel pareggio nell'andata fuori casa; b) al ritorno ha perso 3-0 a tavolino per le solite intemperanze dei tifosi gialloneri dopo il gol decisivo di Jara.
La risalita è dovuta anche ad alcuni innesti che hanno ben figurato. Il primo è Miguel Ángel Cordero, ex Siviglia e mediano tuttofare della squadra. C'è stato spazio anche per Bruno Cirillo, ormai un'istituzione in Grecia (tre anni con l'Aek e altrettanti con il Paok). Bisogna citare anche Hélder Barbosa, ex Porto ed ex nazionale lusitano. Ma sono sopratutto i due nomi nuovi per l'Aek: il primo è quello di Christos Aravidis, attaccante da 19 gol stagionali. Il secondo è quello di Petros Mantalos, trequartista che ha fatto benissimo e che ha stabilito un particolare record: ha esordito con la Grecia da giocatore di seconda divisione grazie all'intuizione di Claudio Ranieri.

Nikolaos Georgeas, 38 anni, all'Aek per 14 stagioni.

A riportare l'Aek in alto ci ha pensato sopratutto Traianos Dellas, che per i tifosi gialloneri è un mito. Uno dei primi ellenici ad approdare in Serie A, il centrale difensivo ha vinto un Europeo con la sua nazionale. Cresciuto nell'Aris, l'unica grande greca per la quale ha giocato è proprio l'Aek. Quando ha capito che Roma non faceva più per lui, è tornato in patria. L'Aek l'ha accolto a braccia aperte per due volte, finché nel 2012 non si è ritirato dal calcio giocato. Nell'aprile 2013 ha preso la guida della squadra in panchina e ha riportato l'Aek in alto. L'ondata di tradizione ha coinvolto anche Akis Zikos, per sei stagioni all'Aek e oggi direttore delle giovanili.
Molto importante è stato anche Nikolaos Georgeas, uno dei pochi simboli del calcio moderno. Questa è la sua 14° stagione con la maglia dell'Aek e i tifosi lo amano alla follia: Georgeas ha seguito un percorso particolare. Professione terzino (su entrambe le fasce), ha segnato il suo primo gol con l'Aek solo nel 2011 contro il Larissa. Poi hanno provato a schierarlo come mediano e ha funzionato piuttosto bene. Georgeas aveva lasciato l'Aek nel 2012, quando la retrocessione era solo un miraggio. Una stagione al Veria, poi la decisione di tornare in giallonero quando il peggio era arrivato. È stato uno degli eroi della doppia promozione, un vero simbolo.
Ora dalle parti di Atene sognano. Vincere il campionato è fuori discussione, ma tornare in Europa al primo anno sarebbe bellissimo. L'ultimo viaggio continentale è datato 2011, quando l'Aek fece una pessima Europa League. Sarebbe meglio rimediare, no? In fondo, l'Aek è una delle poche squadre ad aver un particolare record: i gialloneri sono rimasti imbattuti nel 2002-03 in Champions League. Neanche una sconfitta contro il Real Madrid dei Galacticos o la Roma vice-campione d'Italia. Dove c'era Dellas. Il destino non finisce mai di stupirti e la marea giallonera è pronta a festeggiare nuovi traguardi.

Traianos Dellas, 39 anni, l'uomo che ha riportato l'Aek in alto.

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