26.5.16

Una corona da riassegnare (2016 OFC Nations Cup)

Ci siamo. Dopo quattro anni vissuti alla grande, la zona oceanica si rimette in discussione tramite la sua competizione continentale. Nell'attesa di una maggiore considerazione dalla FIFA, l'OFC Nations Cup che sarà disputata in Papua Nuova Guinea dal 28 maggio all'11 giugno prossimo dirà qualcosa in più sul futuro degli equilibri in questa zona del mondo.

Come ci eravamo lasciati quattro anni fa? Tahiti campione sulla Nuova Caledonia.

Girone A - Tahiti, Nuova Caledonia, Samoa, Papua Nuova Guinea

 Spezzare anni di egemonia targata Australia-Nuova Zelanda non era facile. Anzi, forse impossibile. Confermarsi sarà ancora più arduo. La vera domanda è un'altra, dando per scontato il passaggio del turno: questi quattro anni hanno effettivamente migliorato Tahiti? Lo vedremo, visto che ci saranno diversi elementi che trionfarono nel 2012, nonché il ct Eddy Etaeta.

 Raggiunta la finale, la Nuova Caledonia si sciolse sul più bello quattro anni fa. Ora ci riprovano, partendo da un nuovo commissario tecnico (l'ex assistente Thierry Sardo al posto di Alain Mozain) e dai risultati. Vittoriosi ai Pacific Games, sembrano la seconda forza in Oceania e si trovano nel girone meno complicato. 

 Dopo un combattuto torneo di qualificazione e passato solo grazie alla differenza reti, Samoa si presenta alla OFC Nations Cup per la seconda volta nella sua storia. La squadra allenata da Scott Easthope schiera ragazzi giovanissimi (c'è persino un classe '99!) e conta sulla coppia d'attacco formata da Jai Ingham (forse il giocatore più prestigioso, milita in A-League con il Melbourne Victory) e Desmond Fa'aiuaso (sette gol in 15 anni con la nazionale).

 Strano notare come i padroni di casa siano arrivati a questa competizione come la squadra più debole secondo il ranking FIFA (208, addirittura più in basso di Samoa!). Forse siamo di fronte anche alla compagine più particolare, guidata da un danese giramondo come Flemming Serritslev (per lui avventure in Armenia, Iran e Nigeria). 

Georges Gope-Fenepej, 27 anni, stella della Nuova Caledonia.

Girone B - Nuova Zelanda, Isole Salomone, Vanautu, Figi

 Ne è passato di tempo dal 2010 e dalle notti da imbattuti in Sud Africa. Sono passati anche quattro anni dal flop dell'ultima Coppa d'Oceania, chiusa da terzi a fatica. Si è ripartiti da Anthony Hudson, ex ct del Bahrain e per Harry Redknapp "un giovane Mou". Ripartiti da questo tecnico brillante, anche il gruppo è stato rinnovato: solo quattro gli over-30 in squadra.

 A proposito di nazionali in crescita, ecco qualcuno che può vantare un trend positivo nell'ultimo decennio. Secondi nel 2004, terzi nel 2012. Il gruppo di Moses Toata punta al passaggio del turno, anche se non sarà facile fare bene come quattro anni fa. Certo, avere un bomber come Benjamin Totori potrebbe aiutare...

 Nel girone decisamente più difficile tra i due, proprio le Vanautu rischiano di essere carne da macello per gli avversari. Le scelte del tecnico Moise Poida hanno privilegiato una nazionale del tutto nuova: non sarà facile ottenere buoni risultati nel gruppo B.

 A confermare l'assurdità del Ranking FIFA (quando lo molleranno per il Ranking Elo, più veritiero?), Figi si è ritrovata numero 199, sesta per graduatoria tra le otto partecipanti. Eppure ci sono altri segnali: la qualificazione a Rio 2016, la crescita dei giovani al Mondiale U-20 (sette di loro sono tra i convocati) e l'arrivo di Frank Farina in panchina sono ragioni per pensarla come possibile rivelazione del torneo.

Figi e i suoi giovani sono pronti per sorprendere tutti.

I giocatori da guardare sono diversi, nonostante ci troviamo in una realtà periferica del calcio. Abbiamo già menzionato Benjamin Totori delle Isole Salomone, ma ci aggiungiamo i tanti giovani guidati dal capitano di Figi, Roy Krishna. In più, la coppia della Nuova Caledonia formata da Georges Gope-Fenepej e Bertrand Kaï cerca l'alloro.
A questi vanno aggiunti l'esperto capitano delle Isole Salomone, Henry Fa'arodo, e due buoni giocatori come Henri Bourebare e Steevy Chong Hue di Tahiti. In più, la Nuova Zelanda schiera quello che è attualmente il miglior giocatore della zona, quel Chris Wood che si è preso la fascia di capitano della propria nazionale a soli 24 anni.
I pronostici sono difficili da fare. In fondo, parliamo di una zona del mondo di cui si sa poco (almeno per larga parte dei suoi componenti). L'edizione del 2012 ha dimostrato inoltre che la competizione è imprevedibile: nessuno avrebbe scommesso sulla vittoria di Tahiti o sulla caduta della Nuova Zelanda in semifinale per mano della Nuova Caledonia, poi sconfitta all'ultimo atto.
Come evidenziato sopra, prevedo delle semifinali Nuova Zelanda-Tahiti e Figi-Nuova Caledonia. Penso che la crescita della squadra di Farina sarà premiata con la finale, così come la forza degli All Whites. Da lì dovrebbe essere la Nuova Zelanda a trionfare, ma in partita secca tutto è possibile, quindi è difficile prevedere il tutto.
Appendice finale per il formato di qualificazione al Mondiale 2018: probabilmente sarà la Nuova Zelanda a raggiungere lo spareggio contro la quarta della zona Concacaf, ma ci saranno sei qualificate per questa fase finale divise in due gruppi. Le vincenti dei rispettivi raggruppamenti si sfideranno per quell'half-spot a cui ha diritto l'OFC.

Chris Wood, 24 anni, capitano e stella della Nuova Zelanda.

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