30.7.12

L'ennesima telenovela londinese.

Ci siamo? Non ci siamo? E' difficile dirlo. Robin Van Persie galleggia da un lato all'altro della manica da un'intera estate. Dopo la sua straordinaria stagione 2011/2012 con la maglia dell'Arsenal (37 gol in 48 partite, capocannoniere della Premier League), molti si aspettavano che l'olandese - come altri prima - decidesse di andare via dai Gunners, facilitato dall'unico anno di contratto rimasto, che lo lascerà andare a parametro zero dal Giugno 2013.
Perciò, l'Arsenal è costretto a venderlo se vuoi monetizzare, dato che l'olandese ha già annunciato ad inizio Luglio la volontà di non rinnovare il contratto che lo vede ancora legato alla squadra londinese. Una dinamica già vista in casa Arsenal, avuta negli anni precedenti e che ha portato sempre ad una cessione estiva ad un grande club; non che l'Arsenal non lo sia, ma i risultati degli ultimi anni ed il livello di gioco mostrato dalla banda biancorossa non sembra essere più attrattiva per i giocatori, spesso vogliosi di andare a guadagnare di più altrove, specie se hanno dimostrato il loro valore.

Ormai l'Arsenal ha perso molto del suo appeal: ogni anno Wenger deve ritrovarsi con numerosi defezioni, ogni estate parte qualcuno ed i risultati non arrivano più. Un dato è indicativo in questo senso: dallo spostamento dell'Arsenal dal vecchio Highbury, teatro di molti successi, al nuovo Emirates Stadium, non è arrivato più un trionfo in casa Arsenal. Già, nonostante nell'ultima annata nel vecchio stadio fosse arrivata addirittura la finale di Champions League, poi persa contro il Barcellona.
Dal 2006/2007, infatti, i Gunners non hanno più alzato un trofeo e non sono più andati oltre il terzo posto negli ultimi sei anni di Premier League; in Coppa, i risultati non sono di certo migliori, con due finali in Carling Cup, perse entrambe nel 2007 e nel 2011, rispettivamente contro Chelsea e Birmingham City. In questo periodo, Van Persie è stata una delle anime portanti della squadra: l'olandese arrivò giovanissimo (neanche 20 anni) dal Feyenoord per poco più di tre milioni di euro, nel quale era cresciuto ed era sbocciato sotto la guida di Bert Van Marwijk, che sarà poi anche il suo C.T. in nazionale. Nei primi anni si era rivelato un ottimo uomo dalla panchina e non poteva essere altrimenti, dato la sua giovane età; ma il giovane Robin era stato bravo a guadagnarsi uno spazio nella squadra di fenomeni che l'Arsenal aveva all'epoca, tra Henry e Bergkamp, tra Wiltord e Reyes, tra Pires e Ljungberg.
Nel 2006, entra a far parte della formazione titolare e comincia a trovare un minutaggio superiore a quello degli anni passati: anzi, nella prima stagione all'Emirates Stadium è il miglior marcatore stagionale dell'Arsenal con 13 reti in tutte le competizioni, tra cui lo straordinario gol al Charlton Athletic, che lui stesso definì "il gol di una vita".


Dall'estate successiva, cominciano i casi. Prima parte il capitano, Thierry Henry, dopo otto anni con la maglia dei Gunners: nel Giugno 2007, viene ceduto per 24 milioni di euro al Barcellona. Come spiegherà Henry più tardi, la dipartita di Dein (vice-presidente della squadra finché Henry rimane a Londra) e la continua incertezza sul futuro di Wenger lo fanno partire, facendogli affermare addirittura che la sua presenza e l'esser stato il capitano di lungo corso all'Arsenal fossero anche un peso per tutto il team. Parte anche Juan Antonio Reyes, pagato 14 milioni dal Siviglia nel 2004 e dato via in prestito al Real Madrid, pur di liberarsene: il motivo è nei contrasti con Wenger, che porteranno a venderlo definitivamente l'estate successiva all'Atletico Madrid, per otto milioni di euro.
Intanto, l'Arsenal non decolla nella prima stagione del post-Henry e l'estate successiva partono altri pezzi importanti della storia recente dei biancorossi: Flamini va via a parametro zero per andare al Milan e Hleb, preso a 15 milioni di euro dallo Stoccarda nel 2005 e rivenduto alla stessa cifra al Barcellona nel Luglio del 2008. Robin, nel frattempo, guadagna il posto da prima punta titolare (dopo la partenza di Henry) e si conferma come il miglior marcatore del 2008/2009 in tutte le competizioni con 20 gol, dopo i soli nove della stagione precedente.
Ma se le cose vanno bene per lui, non altrettanto si può dire per l'Arsenal: i Gunners continuano a vivacchiare, raggiungendo i soliti piazzamenti, ma mostrando evidenti limiti caratteriali nei momenti decisivi e così la bacheca rimane impolverata dalle parti del nord di Londra. E nell'estate 2009 si assiste all'ennesima fuga, stavolta doppia: Emmanuel Adebayor e Kolo Tourè, due pedine fondamentali nello scacchiere di Wenger, si trasferiscono al Manchester City dei nuovi proprietari del Qatar, per una somma totale di poco più di 50 milioni di euro. Se per Adebayor il motivo del trasferimento è nell'ambizione ed in un ingaggio ben nutrito, oltre che alla conclusione del dualismo proprio con Van Persie, per Tourè la richiesta parte da un alterco con Gallas, suo compagno di difesa in maglia Arsenal. Una richiesta prima rifiutata dal "board" del club, poi rivista di fronte all'enorme somma offerta dai Citizens di Manchester.
L'Arsenal continua a perdere pezzi, ma la squadra cresce un filo di rendimento e permette ai Gunners di passare una tranquilla stagione 2009/2010 e di arrivare in finale di Carling Cup nell'anno successivo: il pasticcio di Koscielny e Szczęsny negli ultimi minuti consente a Martins di segnare il gol del 2-1 che regala il successo al Birmingham City, lasciando la bacheca dei Gunners vuota, con l'ultimo trofeo risalente al 2005. Un'eternità. Nonostante i gol di Van Persie, che finisce queste due stagioni con 10 e 22 gol rispettivamente. Oltretutto, la partenza di Adebayor ha permesso di rinegoziare il contratto con l'Arsenal, allungandolo alla scadenza di Giugno del 2013 nell'estate del 2009. Ciò nonostante, le cose per il "north-London club" non migliorano.
Nell'estate del 2011, a partire è l'ennesimo capitano: tocca a Cesc Fabregas salutare, concretizzando quello che era il suo desiderio ogni volta che si presentava l'estate, ovvero tornare a Barcellona. Il catalano, arrivato all'Arsenal gratis nel 2003, se ne va per la "modica" cifra di 45 milioni di euro: indubbiamente i Gunners interpretano alla perfezione l'ABC del calcio mercato, ma è l'ennesima partenza da Londra e non è sicuramente una di quelle che passano sotto silenzio, specie se si parla di un fenomeno come il buon Cesc. L'aria non migliora di certo quando anche Samir Nasri, francese di origine algerine dal talento sopraffino, chiede di essere ceduto, sfruttando il fatto che va a scadenza nel Giugno 2012; alla fine, è ancora il Manchester City a riempire le casse dell'Arsenal, con ben 32 milioni di euro che perfezionano l'affare che porta il francese in maglia azzurra. Per essere totalmente soddisfatto, i Citizens rilevano anche Clichy per la fascia sinistra con nove milioni di euro: una razzia infinita.
Certo, l'Arsenal spende parecchi di quei soldi, comprando Gervinho e Oxlade-Chamberlain. Nell'ultimo giorno di mercato inglese, i Gunners si sbizzarriscono, acquisendo anche André Santos, Mertesacker ed Arteta: tutti buoni giocatori, ma nessuno di loro è stato mai decisivo in questa stagione o può esserlo nella prossima. E così l'Arsenal passa l'ennesima stagione di transizione, con un terzo posto in campionato (a 20 punti dalla vetta..) ed una precoce eliminazione in Champions, agli ottavi, per mano del Milan.


Kolo Touré, 31 anni, ed Emmanuel Adebayor, 28, con la maglia del City contro l'Arsenal.



A questo punto, Van Persie - come si può notare - è solo l'ennesimo pezzo da novanta che punta i piedi e se ne vuole andare; lo ha annunciato prematuramente verso la fine dell'ultimo campionato, lasciando così cavalcare le voci del mondo pallonaro dei medio, che lo volevano vicino alla Juventus, al Manchester City, ma sopratutto al Manchester United, dove formerebbe una coppia esplosiva con Wayne Rooney. Sicuramente l'olandese è una pedina importantissima, visti i suoi 37 gol stagionali durante quest'ultima annata, ma l'Arsenal non è nuovo a queste vicende e tenterà di andare avanti. Lo dimostrano gli acquisti, già portati a termine, di Olivier Giroud, promettente attaccante del Montpellier campione di Francia, e di Lukas Podolski, giocatore tedesco del Colonia, già "scottatosi" nel grande calcio con la maglia del Bayern Monaco. Ma anche qui la domanda è la stessa: riusciranno a sopperire alle partenze? Partirà qualcun'altro? E coloro che arriveranno riusciranno a regalare qualche gioia concreta ai tifosi dell'Arsenal? O si passerà l'ennesima stagione a vivacchiare, a tirare a campare, sperando che qualcuno abbia qualche defezione sulla strada dei Gunners? Chissà. Intanto, Wenger è sempre più a rischio ogni stagione che passa; la stagione degli "invincibili" è passata da un po' e l'ennesima telenovela made in London potrebbe aver esaurito il suo entusiasmo.


Robin Van Persie, 28 anni, anche lui incerto sul suo futuro.

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