10.11.12

El Mata-d'oro.

Pensando al passato, viene da sorridere: la vita cambia in fretta e spesso senza che uno se ne accorga. Edinson Cavani è un bomber affermato ormai, ma ricordare come a Palermo fosse criticato per la mancanza di freddezza sotto porta fa sembrare il passato ancora più lontano. Sono passati due anni dal suo trasferimento a Napoli, dove il giocatore uruguaiano è definitivamente sbocciato. Scaricato dai compiti di copertura rivestiti a Palermo ed in nazionale, il ragazzo ha fatto il botto in maglia azzurra. C'è voluto un po' per arrivare fino al poker di reti realizzato giovedì contro il Dnipro, ma ormai lo si può dire ad alta voce: Cavani è un top-player, forse il migliore dell'intera Serie A. Anzi, come l'ha definito Riccardo Trevisani di Sky, "un mostro".


Edinson Cavani, nato in quel di Salto il 14 Febbraio 1987, è cresciuto sostanzialmente in Argentina, prima di ritrasferirsi in Uruguay all'età di 12 anni. Lì non c'ha messo molto a farsi notare dal Danubio, club di Montevideo nel quale diventerà appetibile per il resto del mondo. Soprannominato "El Botija" ("il bambino") a causa della sua gracilità fisica all'epoca, Cavani si fa strada grazie alle 12 reti realizzate con la maglia del Danubio in un anno e mezzo, nel quale vince anche il Torneo Apertura del 2006 e partecipa al Torneo di Viareggio, famosa competizione italiana per le squadre giovanili.
Intanto, Maurizio Zamparini e Rino Foschi l'hanno notato e lo portano a Palermo durante il mercato invernale del 2007.. Il presidente dei rosanero lo paga cinque milioni di euro su indicazione del suo d.s. e ancora adesso Zamparini rivendica tale colpo come uno dei migliori della sua gestione. L'esordio è datato 11 Marzo contro la Fiorentina: se poi segni anche un gran gol, tutto è più facile. La stagione si conclude a causa di un infortunio, ma il ragazzo ha fatto intravedere ciò che vale. Se nell'annata successiva è costretto a sacrificarsi giocando esterno d'attacco per volere di Guidolin, quando Amauri parte per la Juve nell'estate del 2008, l'uruguaiano può finalmente avere lo spazio che vuole davanti. Ballardini, nuovo allenatore rosanero, non esita ad accoppiarlo con Miccoli, creando un duo d'attacco di ottima fattura: sono 15 le marcature stagionali dell'ex Danubio. E saranno le stesse nella stagione 2009/2010, l'ultima di Cavani con la maglia del Palermo, ma anche quella in cui i rosanero sfiorano l'accesso ai preliminari di Champions. Delio Rossi, allora tecnico del Palermo, non esita a definirlo "un attaccante moderno, dotato di forza fisica, agonismo e duttilità verso vari schieramenti di gioco".
Inoltre, le cose vanno discretamente anche in nazionale: convocato per la prima volta all'inizio del 2008, Cavani è ormai una chiamata stabile nelle convocazioni del C.T. Tabarez. Purtroppo il problema è lo stesso che si era presentato qualche anno addietro a Palermo: nel 4-2-3-1 del tecnico, per Cavani non c'è spazio in attacco, dove Suarez e Forlan sono giocatori più importanti e rendono meglio in quelle posizioni. Così, l'attaccante deve sacrificarsi sulla fascia, dove Tabarez lo schiera regolarmente: sei presenze ed un gol per Cavani nella competizione sudafricana, dove l'Uruguay coglie un'incredibile quarto posto. Il C.T. aveva ragione su Forlan e Suarez, ma non sa che "El Bojita" sta per esplodere.

Cavani con la maglia del Palermo: in tre anni e mezzo, 37 gol in 117 gare.

Difatti, Cavani decide di cambiare aria ed il Napoli ne approfitta, prendendolo in prestito con diritto di riscatto: cinque milioni per il prestito, 12 per il riscatto, per un totale di 17 milioni. Una cifra irrisoria per il valore che attualmente Cavani può avere. Un'operazione ragionata da parte di De Laurentiis e di Mazzarri; sopratutto il tecnico non ha intenzione di sacrificarlo in fase di copertura, bensì vuole sfruttarne al massimo le doti realizzative. In un trio d'attacco completato da Hamsik e Lavezzi, l'uruguaiano finalmente esplode in tutta la sua potenza: il 2010/2011 è la stagione della sua consacrazione. Sono 33 i gol segnati da Cavani nelle 47 partite disputate; di questi, 26 in campionato e sette in Europa League, dimostrando una certa vocazione per le reti importanti. Aggiungiamoci che l'ex Palermo realizza quattro triplette e la sua maturazione pare completata. Queste marcature consentono al Napoli di tornare in Champions dopo i fasti dell'era Maradona. Dopo il riscatto del giocatore da parte del Napoli, si attende la stagione successiva per capire se è stato un fuoco di paglia o l'uruguaiano ha solo avuto molta fortuna.
I critici devono però darsi pace in un mese: neanche inizia la stagione e Cavani timbra sia in Champions League che in campionato, dove peraltro rifila una tripletta ai campioni d'Italia del Milan. Insomma, più decisivo di così si muore. E' un tratto che non abbandona mai il suo rendimento durante l'anno, anzi diventa ancora più marcato quando si tratta di chiudere certe partite: è lui a far sognare i tifosi nella massima competizione europea ed è sempre lui a segnare il primo gol in finale di Coppa Italia contro la Juventus, vinta per 2-0. Così, sotto la congiunta gestione Mazzarri-De Laurentiis e grazie anche ai suoi gol, un trofeo torna in casa Napoli dopo ben 22 anni.
Visti i numeri e la storia di Cavani, non dovremmo stupirci della sua stagione fin qui: ancora decisivo in campionato, quasi storico in Supercoppa Italiana, strabiliante in Europa League. Ed i quattro gol realizzati contro il Dnipro hanno mostrato due lati di questo giocatore alla squadra ed alla città. Da una parte, si può notare come il Napoli, senza Cavani, perda molto. Se questo è dovuto al fatto che non è stato preso un adeguato vice dell'uruguaiano, è anche sensato chiedersi: c'è qualcuno che possa veramente sostituire uno che fa quattro reti a partita? L'attaccante è troppo importante per il 3-5-1-1 di Mazzarri, che annaspa senza un vero punto di riferimento davanti.
Dall'altra, si è potuto vedere quale affare il Napoli abbia messo a segno comprando l'uruguaiano due anni fa. Il club ha saputo intravedere le sue potenzialità ed è stato bravo anche Mazzarri a valorizzarle, in modo da migliorare i successi di squadra. Pagato 17 milioni, ora ne dovrebbe valere - vedendo i prezzi di mercato - almeno una sessantina. E ci andiamo piano, perché di questi tempi si strapaga chiunque. Ma "un mostro" (cit. Trevisani) costa ed è giusto che i top-teams debbano scucire molti soldi se vogliono accapararsi le prestazioni del numero 7 azzurro. Per ora, siamo a 13 gol in 13 partite stagionali: uno a partita. Ed il futuro appare luminoso anche in nazionale, dove Forlan annaspa e la coppia Suarez-Cavani potrebbe dare anche maggiori soddisfazioni rispetto al passato.
Insomma, altro che Matador; forse è più giusto chiamarlo "El Mata-d'oro".

Edinson Cavani, 25 anni, e la sua gioia dopo il poker realizzato in Europa League.

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