1.11.12

El Niño perdido.

"It's a hard life", cantavano i Queen a metà degli anni '80. Se Freddie Mercury e la sua band si riferivano ai fatti della vita in generale, tuttavia la canzone inquadra perfettamente il momento-no che sta attraversando uno dei grandi del calcio europeo: Fernando Torres. E' passato un anno e mezzo dal suo discusso trasferimento dal Liverpool al Chelsea, ma "El Niño" non ha ancora trovato la definitiva consacrazione in maglia blues. A nulla sono serviti tre allenatori diversi o schemi di gioco che lo facessero sentire parte del progetto; lo spagnolo è ancora un corpo estraneo all'interno del team di Londra. Neanche il double Champions-Europeo ha migliorato il suo umore o - peggio ancora - il suo rendimento in campo.

Fernando Torres, 28 anni, qui con la maglia dell'Atletico Madrid, dove tutto ebbe inizio.

Eppure Fernando José Torres Sanz, nato a Fuenlabrada (provincia di Madrid) il 20 Marzo del 1984, non ha avuto sempre queste difficoltà; anzi, la sua carriera parla di grandi glorie e titoli conquistati anche da protagonista. Da piccolo sognava di fare il portiere, poi la fortuna volle che fosse schierato attaccante: 55 gol in una stagione con una formazione giovanile lo portarono dritto alle giovanili dell'Atletico Madrid quando era un 11enne. Quattro anni più tardi, firma il suo primo contratto da professionista e lo fa proprio con i biancorossi. Nonostante poi la rottura di una tibia, il giovane Nando esordisce con la maglia dell'Atletico nel Maggio del 2001, a 17 anni; la settimana successiva realizza anche il suo primo gol ufficiale per i "rojiblancos". Purtroppo per il club, i "colchoneros" non riescono a centrare la promozione dalla Segunda alla Primera Division e quindi la crescita del Nino dovrà continuare nella seconda serie spagnola.
Ma Torres ormai è pronto e viene promosso titolare nella stagione successiva, nella quale contribuirà alla risalita in Liga dell'Atletico. Negli anni, il ragazzo cresce a dismisura e diventa anche il capitano della squadra a 19 anni, stabilendo una qualche sorta di record. Il club crede ciecamente nel ragazzo e resiste alle insidie che, negli anni, provengono dal Regno Unito, dove già nel 2005 il Chelsea vorrebbe portarlo via. Ma l'importanza del giocatore nella squadra e l'arrivo di Sergio Aguero nel 2006 convincono Torres a restare per un paio d'anni.
Inoltre, El Niño esordisce nella nazionale maggiore, dopo aver vinto gli Europei U-16 e U-19 con le giovanili da MVP. L'esordio è datato 6 Settembre 2003 contro il Portogallo, il primo gol arriva nella partita di Genova contro l'Italia, dove Roberto Baggio - un altro grandissimo del calcio - dirà addio alla maglia azzurra. A quel punto, Torres entra a far parte stabilmente della rosa della nazionale: infatti, egli viene convocato sia per gli Europei del 2004 che per il Mondiale del 2006.
Intanto, il centravanti capisce che è ora di partire e chiude l'avventura all'Atletico con 91 gol in 243 presenze. L'offerta del Liverpool è quella giusta. I Reds pagano la somma più alta di sempre (fino all'arrivo di Carroll nel Gennaio 2011) per acquisire le prestazioni dell'attaccante madrileno: il prezzo è di 25 milioni di euro più il cartellino di Luis Garcia. L'accordo sarà la fortuna di entrambi: il Liverpool, già tornato nel top del calcio europeo con Benitez, trova un centravanti letale per il suo 4-2-3-1; lo spagnolo, in tandem con Gerrard, fa impazzire le difese di Premier per un triennio. Il primo anno, Torres impressiona tutti: la sua capacità d'adattamento al calcio inglese è strabiliante, sembra quasi esser più tagliato per la Premier che per la Liga! Lo spagnolo batte molti record del club e, nonostante i Reds arrivino solo quarti e falliscano l'accesso alla finale di Champions, sembra che l'ex Atletico possa essere un fattore decisivo affinché il Liverpool possa tornare a vincere la Premier League. Infatti, il centravanti batte il record di gol in una stagione d'esordio da parte di un giocatore non-inglese, detenuto allora da Ruud Van Nistelrooy.
Purtroppo per i Reds, neanche Torres riuscirà nell'impresa: il miglior piazzamento è un secondo posto del 2008/2009, anno nel quale probabilmente la squadra di Benitez meritava di più sia in Europa, dove il cammino si chiude ai quarti sempre contro il Chelsea, che in campo nazionale. L'anno successivo Torres continua a segnare e la squadra raggiunge le semifinali di Europa League, salvo essere eliminati proprio dall'Atletico Madrid. Con l'addio di Benitez e l'arrivo di Roy Hogdson, il rendimento del Liverpool cala proprio mentre El Niño attraversa i primi guai fisici; ciò nonostante, la Spagna vince la Coppa del Mondo e Torres diventa campione, ma non realizza nessun gol nella fase finale. Al ritorno con la maglia del Liverpool, l'ex Atletico torna a segno, sebbene non sia brillante come al solito; tutto ciò accade finché non arriva l'offerta del Chelsea, che già aveva provato a prendere lo spagnolo anni prima.

Torres ed il Liverpool: un sodalizio che ha funzionato alla grande per entrambi.

81 gol in 142 partite: è questo lo straordinario bilancio di Fernando Torres quando decide di lasciare Liverpool. I tifosi, che lo amavano alla follia, bruciano maglie e dimostrano il loro sdegno per l'addio del proprio idolo, bollato come mercenario. L'offerta dei blues è praticamente irrinunciabile: 58 milioni di euro, il trasferimento più costoso nella storia del calcio inglese. E già questa è una responsabilità pesante per El Niño, che dovrà convincere Ancelotti di non aver fatto un errore, nonostante la presenza già in squadra sia di Didier Drogba che di Nicolas Anelka.
Ma le cose non vanno bene in quel di Londra: Torres fatica a trovare il feeling con la porta e la squadra può fare a meno di lui. Da fondamentale ad uno dei tanti, sia in Nazionale che con il Chelsea; insomma, Liverpool sembra lontanissima. E non serve interrompere il digiuno di reti durato 903 minuti solo ad Aprile; il 2010/2011 di Torres si chiude con un gol (!) in 18 presenze. Un bilancio nero.
Per tutta l'estate, non si parla d'altro: lo spagnolo saprà giustificare i milioni spesi per lui a suon di marcature e prestazioni convincenti? A posteriori, è facile dire di no. C'è un momento che fotografa la sua stagione: l'errore a porta vuota nella partita contro il Manchester United a Old Trafford. Perché lì c'è tutto il repertorio del Niño: scatto in profondità, capacità di giocare sulla linea del fuorigioco e grande dribbling a DeGea. Peccato che ci sia anche il Torres di adesso, che sbaglia anche a specchio spalancato.. insomma, è stata una stagione difficile quella del numero 9 blues. Per sei mesi (da Settembre 2011 a Marzo 2012) non segna in Premier ed il bilancio finale è di 11 gol in 49 partite stagionali: una media di 0,22 reti a partita. Una miseria per uno così. L'unico lampo di grandezza in un'annata del genere è stato il gol segnato al Camp Nou per il 2-2 finale tra il Chelsea ed il Barca; una rete che ha dato la certezza ai blues di giocarsi la seconda finale di Champions della sua storia, preludio alla prima vittoria in questa competizione per il club di Londra. El Niño, perlomeno, si è tolto qualche soddisfazione in nazionale: convocato a sorpresa da Del Bosque per l'Europeo di quest'estate, Torres ha vinto ancora con la Spagna, segnando tre gol. Uno di questi lo ha realizzato in finale contro l'Italia, insieme ad un assist; stupendo un po' tutti, è stato decretato così capo-cannoniere dell'ultima rassegna continentale.
In estate, si è ripartiti con il dilemma: Torres è veramente degno dei soldi spesi per il suo trasferimento a Londra? Dopo aver saputo che lo spagnolo avrebbe voluto tornare a Liverpool già a Febbraio, Abramovich e Di Matteo hanno puntato definitivamente su di lui. E, per farlo, ha lasciato andare un condottiero come Didier Drogba, leone di mille battaglie in otto anni di Chelsea e principale protagonista della vittoria in Champions. Purtroppo, già i primi tre mesi di competizioni hanno confermato che Torres è più un problema che una risorsa per i blues. Basti guardare cosa è successo in Supercoppa Europea: l'Atletico Madrid ha asfaltato il Chelsea grazie ad una tripletta di Radamel Falcao, eroe indiscusso della serata. E subito si è parlato - dopo averlo fatto già quest'estate - di un possibile trasferimento del colombiano a Londra, a discapito proprio del Niño. Un'ipotesi che potrebbe rinascere in Gennaio, quando il Chelsea farà la sua mossa, sebbene l'Atletico abbia già chiarito che sarà difficile il passaggio di Falcao a stagione in corso; più probabile che avvenga in estate, in modo da risanare i debiti del club. In questo modo, Torres sarebbe messo da parte, nonostante Abramovich vorrebbe vederli in coppia.
Anche Di Matteo sta perdendo le speranze e l'espulsione per simulazione di domenica contro il Manchester United non aiuta. Tanto da aver chiesto il rientro di Lukaku dal West Bromwich Albion, dove è attualmente in prestito. Il motivo sembra che sia la mancanza di un vice-Torres, ma chissà che il belga non soffi il posto all'attuale Niño: un giocatore triste, poco motivato ed apparentemente messo da parte. Insomma, "perdido".

Torres durante la Supercoppa Europea: il confronto con Falcao fu impietoso.

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