22.4.13

Atene città scoperta.

Tempi di crisi in Europa: se poi si volge lo sguardo alla Grecia, si capisce come ci sia un rimpasto non solo politico e culturale, ma anche di tipo calcistico. Infatti, la Superleague ellenica ha visto il solito Olympiakos campione ed il PAOK a seguire, ma sopratutto ha assistito a due cadute pesanti per l'ambito nazionale: il Panathinaikos è fuori dalle coppe europee, mentre l'AEK Atene è riuscito a fare addirittura di peggio, con la retrocessione. Tra l'altro, è la prima nella storia del club giallonero.

L'invasione dei tifosi dell'AEK Atene dopo che la propria squadra è retrocessa.

Diverse le storie dei due club, quasi uguale l'importanza di entrambi sul panorama calcistico greco. Il Panathinaikos, quest'anno, ha anche affrontato la Lazio e ha sfidato molte italiane nel corso degli ultimi dieci anni: ha giocato contro Juve, Udinese e Inter in Champions, mentre Roma e Lazio se lo sono trovate di fronte in Europa League. Se i greci furono indigesti per i giallorossi, la Lazio se l'è cavata bene contro il Panathinaikos di quest'anno. Ma questa squadra non rappresenta più una superpotenza a livello nazionale: nonostante i 42 titoli in patria ed una finale di Coppa dei Campioni nel 1971, To Trifylli" non rappresenta più un pericolo per le altre squadre. Infatti, le numerose cessioni portate a termine in questi ultimi anni, più la perdita di pezzi da "novanta", come Cissé, Ninis, e di colonne della nazionale, come Karagounis, Salpingidis, Tzorvas o Vyntra, hanno lanciato il "Pana" nel baratro. Lo scarto decisivo è stato in questa stagione: via molti punti di forza, dentro giocatori comprati a zero o senza un passato, né - probabilmente - un futuro (gli esempi Fornaroli e Owusu-Abeyie dovranno pur dir qualcosa). Una difficoltà economica evidenziatasi proprio nell'acquisto dell'ex Samp, quando il Panathinaikos comprò il giocatore non dalla società blucerchiata, bensì da una squadra uruguaiana, che faceva da intermediario, in modo che i greci pagassero meno tasse sul suo trasferimento. Insomma, la stagione non è partita sotto i migliori auspici e si è confermata tale a seguire: eliminata nei preliminari di Champions dal Malaga, senza neanche fare un tiro in porta, i verdi di Atene sono poi usciti dal girone di Europa League, senza creare alcun problema al Tottenham e alla Lazio. In campionato, l'andazzo è stato lo stesso: grossa crisi iniziale, quattro allenatori in tutta la stagione ed una conclusione fuori dall'Europa. Una flessione critica e molto grave. Ancor più grave se si pensa che, nel 2010, la squadra aveva portato a termine il double: campionato più coppa nazionale.
Difficile anche capire come si possa ripartire: il Panathinaikos ha dei giocatori interessati su cui rifondare i propri successi. Il portiere Kapino, 18enne all'epoca, esplose prima degli Europei dell'estate scorsa, poi non fu più chiamato e adesso è stato messo anche da parte; Karnezis, 19enne trequarti offensivo, già convocato in nazionale, sta facendo buoni progressi e rimane il secondo giocatore più giovane della storia ad aver giocato in Champions League. Infine, i gol di Toché, bomber spagnolo che ha realizzato 12 gol stagionali: il peso dell'attacco sarà tutto su di lui. Per il resto, toccherà puntare su occasioni a costo zero e vivaio. Del resto, non può essere altrimenti per una squadra che ha ceduto quattro punti di forza (Leto, Vyntra, Christodoulopoulos e Spyropoulos) a costo zero nel mercato invernale.

Toché, 30 anni: 12 gol per lui con la maglia del "Pana" in questa stagione.

Ben peggio è andata all'AEK nel corso degli anni. Già, perché la crisi economica è evidente in Grecia, ma all'AEK è stata patita di più. Terza potenza del calcio greco fino alle scorse stagioni, i gialloneri di Atene vantano 28 titoli nazionali, anche se l'ultimo campionato vinto risale al 1994. Un'era fa, ma "l'aquila dalle due teste" era riuscita a tenersi in quota di galleggiamento: sempre in zona europea (compresa fra il secondo ed il quinto posto), l'AEK ha poi conosciuto diverse crisi economiche. Nella prima, a metà degli anni Duemila, fu l'ex giocatore Demis Nikopolidis a tirare fuori il club dai guai; nella seconda, iniziata nell'ultima stagione, si sono avuti più problemi di quanti immaginati, nonostante la vittoria della coppa nazionale nel 2011. In sede di mercato, si sono spesi appena 420mila euro, mentre in uscita c'è stato molto movimento, con l'addio al calcio di monumenti come Traianos Dellas (molti lo ricorderanno per i suoi trascorsi in Italia). Neanche la nomina a presidente del club di una leggenda dell'AEK come Thomas Mavros ha migliorato la situazione: due cambi d'allenatore, la cifra tecnica della squadra impoverita e tanta, tanta paura di retrocedere. La situazione economica, intanto, è peggiorata: infatti, le "aquile" giallonere rischiano la discesa in terza divisione, a causa di debito e di un passivo che ammonta a ben 40 milioni di euro. Difficile colmarlo con questa crisi, che colpisce sopratutto la Grecia. Infine, un caso che ha attirato l'attenzione di tutti: Giorgios Katidis, 19enne centrocampista dell'AEK, segna il gol-vittoria nella gara contro il Veria del marzo scorso. La sua esultanza si conclude con un saluto nazista; il ragazzo cerca di giustificarsi (miseramente, lo ammetto), adducendo l'ignoranza riguardante quel gesto. Risultato? Il giovane giocatore viene radiato a vita dalla nazionale ed il club è costretto a fare ammenda del peccato dell'inesperto Katidis, sospendendolo fino a fine stagione.
La chiusura di un anno maledetto, poi, si è manifestata nell'ultimo incontro giocato: con la retrocessione divenuta quasi matematica dopo la sconfitta con il Panthratikos, i sostenitori hanno invaso il campo con le spranghe, rincorrendo i giocatori. Così, il distacco dalla terzultima - proprio il Panthratikos - è diventato incolmabile e l'AEK giocherà l'anno prossimo in seconda divisione, per la prima volta nella sua storia.
Sembrano lontanissimi i tempi in cui queste due compagini giocavano in Champions o si contendevano campionati e coppe; Atene si riscopre calcisticamente debole e rischia di essere una città "scoperta", incapace di produrre buon calcio non solo a livello europeo, ma anche nazionale.

Traianos Dellas, 37 anni, ora allenatore dell'AEK: dovrà ripartire da zero.

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