29.10.13

Divorzi incomprensibili.

I Tiromancino cantavano qualche anno fa: «Le incomprensioni sono così strane, sarebbe meglio evitarle sempre». Bene, proprio alcune incomprensioni stanno per muovere il mercato di gennaio attorno a due giocatori fondamentali per le proprie squadre nell'ultima stagione. Uno è stato il miglior giocatore dell'Europa League, l'altro l'MVP della finale di Champions: sto parlando di Juan Mata ed Arjen Robben, entrambi destinati a lasciare. Proprio i rispettivi tecnici - Mourinho e Guardiola - sono la causa principale del possibile addio.

I tifosi del Chelsea, per una volta, in disaccordo con Mou: vogliono Mata in campo.

Strana la vita: un giorno sei l'idolo incontrastato di una città e qualche mese dopo ti ritrovi ad uscire dopo venti minuti di una gara di campionato. No, gli infortuni non c'entrano: Arjen Robben è stato sostituito nell'ultima gara di Bundesliga contro l'Hertha Berlino. Il Bayern Monaco era passato in svantaggio e Guardiola non ha visto altre alternative: il tecnico dei bavaresi era notevolmente scontento della prestazione dell'olandese, tanto da condurlo a questa mossa clamorosa. Mossa che, per altro, ha pagato: Mandzukic è entrato al posto di Robben ed il croato ha segnato una doppietta decisiva per il 3-2 finale in favore dei campioni d'Europa.
Eppure, il calcio di Guardiola forse avrebbe solo dovuto ulteriormente consegnare alla storia il talento di Arjen Robben. L'olandese, giunto a Monaco di Baviera nel 2009, è stato decisivo per la scorsa Champions, ma anche per l'arrivo in finale del Bayern in altre due edizioni della massima competizione europea (2010 e 2012, entrambe perse). In particolare, nella sua prima stagione in Bundesliga, l'olandese sembrava devastante e solo «un Mondiale perso da protagonista» lo fece spostare dalla categoria dei top-player a quella dei semplicemente forti. Ciò nonostante, da quando il Pep è arrivato a Monaco, Robben non sembra essere più tanto contento. Lo screzio di sabato è solo la prosecuzione di quanto già visto durante la gara di Champions contro il Viktoria Plzen. Infatti, nonostante la grande vittoria dei bavaresi sui cechi, c'è stato un altro screzio fra l'olandese ed il tecnico del Bayern: il numero 10, memore di un rigore che non gli avevano lasciato calciare contro il Mainz, si è rifiutato di tirarne un altro durante la partita contro i campioni di Repubblica Ceca. Guardiola si è imputato, ma non c'è stato nulla da fare: l'ex Real non voleva saperne. Così, Ribery si è presentato sul dischetto e l'ex tecnico del Barca non ha mancato di far notare come l'olandese debba un po' schiarirsi le idee.
Insomma, Monaco non sembra più l'isola felice per Robben. Lui, così vicino al calcio totale degli olandesi, sembra un po' distante dal mondo Barca che il gioco di Guardiola esprime (nonostante quest'ultimo ripeta che non vuole costruire una seconda Barcellona in Baviera). Ha giocato parecchio quest'anno, ma l'impressione è che a breve qualcosa si spezzerà, se l'andamento delle sue relazioni con il tecnico del Bayern saranno su questo tono. Gli infortuni stanno dando finalmente un po' di tregua all'olandese, tanto che ha già segnato otto gol in 14 presenze stagionali. Tuttavia, il rischio è che a tagliargli le gambe possa esser qualcos'altro, lasciando così spazio ad ipotesi lontane, ma sempre possibili come la cessione: il calciomercato, come insegna qualcuno, non muore mai. E in fondo, dopo la vittoria in Champions con il suo gol decisivo, forse Robben potrebbe pensare al Bayern come ad un capitolo chiuso. Vedremo cosa accadrà quando tornerà dal problema all'inguine che per ora lo tiene ai box.

Arjen Robben, 29 anni, potrebbe lasciare Monaco di Baviera dopo quattro stagioni.

Se a Monaco si è tristi, a Londra certo non si ride. Il ritorno dello "Special One" era attesissimo, ma nessuno si aspettava quelle che fino ad ora si sono rivelate due mosse suicide, se non altro nella valorizzazione dei propri patrimoni. La prima è stata quella di dare nuovamente in prestito Romelu Lukaku: il centravanti belga sta facendo benissimo con l'Everton, dopo un'ottima ultima stagione al WBA. La seconda, ben più grave per i tifosi, è la messa in panca di Juan Mata. Lo spagnolo ormai era diventato un idolo delle parti di "Stamford Bridge": arrivato nell'estate del 2011 dal Valencia, il Chelsea è riuscito a vincere tantissimo con lui in campo. Una F.A. Cup nel 2012, senza dimenticare l'exploit in Europa. Prima la clamorosa Champions vinta a Monaco di Baviera contro il Bayern, poi la vittoria ad Amsterdam all'ultimo secondo contro il Benfica in Europa League. In entrambi i casi, Mata è stato fondamentale.
Non solo: i tifosi del Chelsea hanno ormai riconosciuto in lui un giocatore capace e troppo importante per le sorti dei "blues" di Londra. Non per nulla, lo spagnolo è stato premiato con il premio di miglior giocatore dell'anno da parte dei tifosi nelle ultime due stagioni: cioè, da quando c'è lui, i supporters lo considerano il migliore in campo da almeno due anni. Mica male per chi è costato molto, ma è arrivato in punta di piedi, senza grossi clamori. Mata è fatto così: non rapisce l'occhio per spettacolo, ma sa bene come si gioca a calcio e lo fa in maniera elegante e concreta. Infatti, l'alto numero di assist forniti in questo biennio non è certo sfuggito agli osservatori del calcio inglese.
Forse neanche a Mou, che però non ha esitato a metterlo da parte una volta ritornato a Londra. Così, tutto ad un tratto, uno dei talenti più puri di Spagna degli ultimi anni si è visto sbattere la porta in faccia. Il tecnico portoghese preferiva il brasiliano Oscar sulla trequarti, facendo così scaldare la panca a Mata. Negli ultimi tempi, le cose stanno andando leggermente meglio: lo spagnolo passa più tempo sul campo e stasera ha anche messo a segno il definitivo 2-0 dei "blues" sul campo dell'Arsenal in League Cup. Il primo gol stagionale in quella che Mata ha pensato come «la chance per fare la miglior annata della propria carriera»: insomma, lo spagnolo ci crede, ma le sirene di mercato chiamano. Infatti, il PSG - mai stanco di comprare qualcuno - pare pronto a prenderlo per ben 40 milioni di euro. Il contratto di Mata, per ora, è di ferro: l'ex fantasista del Valencia ha un legame con i "blues" fino al 2016: con tutta la concorrenza che c'è (De Bruyne, Hazard, Eto'o, Willian) ed il Mondiale alle porte, è possibile che il numero 10 del Chelsea ci faccia un pensierino. In ogni caso, strana la vita del "10": Robben e Mata sono due super-campioni, eppure c'è qualcuno che pensa alla remota possibilità di cederli. Sono divorzi che sarebbero incomprensibili per molti: figuriamoci per chi giocatori così non li ha mica in squadra.

Juan Mata, 25 anni, a colloquio con José Mourinho, 50: rapporto difficile.

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