26.10.13

L'escluso annunciato.

E' finito sulla bocca di tutti per quel gol fasullo realizzato in Hoffenheim-Bayer Leverkusen della scorsa settimana. Eppure, una volta finito il marasma, ci fosse stato qualcuno che abbia sottolineato come poi Stefan Kießling abbia segnato una doppietta in Champions League. Forse è questo il suo destino: quello dell'eterno sottovalutato. Nella Germania che sforna talenti e produce giocatori da esportazione, il bomber delle "aspirine" sembra destinato all'oblio mediatico. Per sempre.

Kießling a segno anche nell'ultimo turno di Champions: doppietta.

Chiaro, lungi da me santificarlo per un gesto che si poteva tranquillamente evitare. Kießling afferma come lui stesso non si fosse accorto del gol fasullo nella porta dell'Hoffenheim: veramente, l'unico a disperarsi per l'errore è proprio lui. Ciò nonostante, si celebrano le gesta di Balotelli e si cerca ogni volta di resuscitare Cassano: mi sono quindi chiesto perché mai non dovessi incensare le doti del centravanti del Bayer. E non ho trovato motivi validi per non farlo. Kießling, classe 1983, è quasi alla soglia dei trent'anni e ha dovuto aspettare molto per farsi apprezzare. Nato calcisticamente nel Norimberga, l'attaccante ha esordito in Bundesliga a soli vent'anni: dopo qualche anno di maturazione, ha lasciato il nido in cui è cresciuto per volare dalle aspirine". Infatti, il Bayer aveva visto qualcosa in lui e nella sua stagione 2005/2006, quando il centravanti andò in doppia cifra per la prima volta nella massima serie tedesca, il club di Leverkusen decide di acquistarlo per la cifra di sei milioni e mezzo. Il tutto avviene nonostante la concorrenza di Arsenal e Bayern Monaco sul giocatore, che fiutano l'affare, ma non lo concretizzano.
Dal 2007, tranne che in una stagione, Kießling ha raggiunto sempre la doppia cifra in stagione. Nei primi anni al Leverkusen, si fece vedere sopratutto per le sue prestazioni in campo europeo. Nel 2009/2010, nonostante la presenza dell'ottimo Patrick Helmes, il numero 11 del Bayer realizza ben 21 gol e trova il modo di far parte della squadra che arriverà terza al Mondiale sudafricano. Insomma, uno che migliora con l'età che avanza: non è un caso che a quasi trent'anni sia ormai considerato come un attaccante affidabile, tanto che il Bayer lo ha blindato con un contratto fino al 2017 e che Kießling è il top-scorer dell'ultima Bundesliga. I suoi 25 gol del 2012/2013 gli hanno permesso di finire davanti addirittura a Robert Lewandowski, ormai oggetto di molte squadre europee.
Intanto, Kießling rimane un patrimonio del club di Leverkusen: non per nulla, mercoledì ha timbrato una doppietta in Champions e continua ad essere una colonna dell'unica squadra che riesce a tenere il ritmo di BVB e Bayern Monaco. Lui non ha mai voluto lasciare la "Bay Arena", visto che sente di aver trovato la sua dimensione agli ordini di mister Hyppia: per questo, il bomber ha rifiutato offerte dal BVB, dal Chelsea e dalla Dinamo Kiev. Del resto, la maggior parte delle sue reti in Bundesliga sono stati realizzati con il Bayer: Kießling è uno dei pochi che può vantare di esser nel club dei centenari del gol, viste le attuali 119 marcature nella massima serie tedesca. E la partenza di quest'anno non è stata differente: dieci gol in 14 partite lo rendono uno degli attaccanti più in forma nel panorama europeo attuale.


Nonostante questi numeri di alto livello, le porte del Mondiale sono già chiuse per il bomber del Bayer. E no, non c'entra nulla lo spiacevole episodio accaduto contro l'Hoffenheim. Semplicemente, non c'è feeling tra il centravanti ed il C.T. della Germania, Joachim Löw. Il tutto nonostante Kießling abbia esordito con la maglia della nazionale tedesca proprio sotto "Jogi": dopo qualche presenza con l'U-21, il giocatore del Bayer fu addirittura convocato per il Mondiale sudafricano del 2010. Per carità, non fu uno dei giocatori fondamentali: all'epoca, il bomber principe della "nationalmannschaft" era Miro Klose, tuttora presente nei ranghi della Germania. Tuttavia, Kießling ebbe modo di giocare un paio di spezzoni. Riuscì anche a comparire persino nella finalina per il terzo posto contro l'Uruguay. Insomma, la sua carriera in nazionale - nonostante le presenze di Mario Gomez e della leggenda Klose - sembrava poter decollare.
Invece, le cose sono andate ben diversamente. Il rapporto tra Kießling ed il C.T. tedesco si è fatto molto conflittuale. L'infortunio sembrava aver tolto di mezzo il centravanti del Leverkusen, ma quando Kießling è tornato e ha ricominciato a segnare con continuità nel 2012 i problemi sono riemersi. Ci si è chiesti se "Jogi" avrebbe chiamato Kießling per l'Europeo dell'anno passato: niente da fare, è rimasto fuori. E a nulla sono serviti i gol della scorsa stagione, visto che il bomber del Bayer è rimasto fuori. A questo punto, ci ha pensato lo stesso Kießling a chiarire le cose, con una dichiarazione al vetriolo rilasciata alla "Bild": «L'ho già detto una volta, ma lo ripeterò di nuovo: non ci saranno partite in nazionale per me finché il C.T. sarà Löw».
E così tanti cari saluti al Mondiale brasiliano, che Kießling avrebbe probabilmente giocato. Già, perché tre attaccanti in una nazionale dal profilo fortemente offensivo non sarebbero certo risultati uno scandalo e perché lasciar fuori il top-scorer della Bundesliga sembra molto difficile. Non per Löw, che ha probabilmente chiuso la carriera di Kießling in nazionale: infatti, il C.T. ha rinnovato qualche giorno fa fino al 2016, quando il giocatore del Bayer Leverkusen sarà ormai un 33enne. Magari sempre dal gol facile, ma sarà un 33enne. E con i nuovi talenti tedeschi che nascono ogni volta, sarà difficile per Kießling riciclarsi un'altra volta. Tuttavia, mai darlo per morto: sono anni che lo sottovalutano e, intanto, lui è arrivato nella top ten dei bomber della Bundesliga. Diamogli tempo: potremmo avere a che fare con dei ripensamenti. Per ora, Kießling è l'escluso annunciato: otto mesi al Mondiale e lui sa già che non ci sarà. Altro che Ibra o CR7: il tedesco, purtroppo, questo primato l'ha già stabilito. Gol fantasma o meno.

Stefan Kießling, 29 anni, e Joachim Löw, 52: un rapporto che non si ricucirà.

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