31.10.13

ROAD TO JAPAN: Genki Haraguchi

Buongiorno a tutti e benvenuti ad un altro numero di "Road To Japan", la rubrica del mio blog che cerca di portarvi alla scoperta dei migliori giocatori del Sol Levante, magari in procinto di comprare un biglietto di sola andata per l'Europa. Oggi voglio parlarvi di un giovane attaccante che, però, è sulla scena giapponese da molto tempo: è esploso quando aveva appena 18 anni e sta migliorando a vista d'occhio nell'ultimo biennio. Sto parlando di Genki Haraguchi, jolly offensivo degli Urawa Reds Diamonds.

SCHEDA
Nome e cognome: Genki Haraguchi (原口 元気)
Data di nascita: 9 maggio 1991 (22 anni)
Altezza: 1.77 m
Ruolo: Ala d'attacco, prima e seconda punta
Club: Urawa Reds Diamonds (2008-?)



STORIA
Nato a Kumagaya nel maggio 1991, figlio della prefettura di Saitama, il talento di Genki Haraguchi cresce non lontano da casa. A soli 12 anni, la sua squadra vince un torneo giovanile nazionale e lui è tra i protagonisti di quella vittoria: così, gli Urawa Reds - non lontani dalla sua città natale - lo notano e lo portano nelle loro giovanili sin dal 2004. Il ragazzo cresce sotto l'ala protettiva del club che ha appena vinto la Champions League asiatica e Haraguchi esordisce tra i "pro" a 17 anni appena compiuti. E' il 25 maggio del 2008 e Gert Engels, tecnico del club, lo fa esordire in Nabisco Cup contro il Nagoya Grampus. Le potenzialità sono lì e l'anno dopo, infatti, il giovane giocatore si ritrova con molto più spazio sul terreno di gioco: arrivano anche le prime due reti da professionista nelle 39 presenze stagionali del 2009. Quell'anno, oltretutto, il suo apporto è fondamentale anche per la squadra giovanile degli Urawa Reds: i Diamonds U-18 portano a casa la Takamado Cup, dopo il 9-1 con cui detronizzano i pari-età dei Nagoya Grampus. E quella competizione è importante anche per la sua carriera: dopo averlo visto all'opera, i Reds di Giappone gli fanno firmare il primo contratto da professionista. Il più giovane ad averlo avuto nella storia del club: anche questi sono record.
E' sempre il Nagoya a rappresentare pezzi importanti della sua carriera: sul campo dei Grampus, Haraguchi realizza il suo primo gol con la maglia degli Urawa. Con Tetsuya Tanaka, storico attaccante del club, fuori per infortunio, lo spazio aumenta per Haraguchi nella stagione successiva. Non solo: Genki non si è solamente disimpegnato come ala, ma ha cominciato a giocare anche al centro, facendo pratica in tale posizione. Il tecnico, Volker Finke, ha fiducia nel ragazzo e non manca mai di incoraggiarlo. Con il cambio di tecnico - out il tedesco, dentro Željko Petrović - il destino degli Urawa tende a peggiorare: non sono più la "powerhouse" di tempo e nel 2011 rischiano addirittura la retrocessione. Chi, invece, migliora le sue prestazioni è proprio Haraguchi: per la prima volta in carriera, l'ala tocca la doppia cifra stagionale, con 11 reti in 35 presenze. In termini di realizzazioni, poi, ne porta a casa alcune di ottima fattura (vedi quella nel derby di Saitama contro l'Omiya Ardija - minuto 0:20). In Nabisco Cup, l'Urawa perde la finale, ma Haraguchi viene segnalato come il giocatore da osservare per i prossimi anni.
Il giudizio si rivela positivamente giusto. Sulla panchina del club giapponese, cambia ancora il tecnico all'inizio del 2012: fuori un Petrović, dentro un altro. Se Željko lascia dopo un anno disastroso, arriva Mihailo, ex allenatore dei Sanfrecce Hiroshima. Il suo 3-4-2-1 ha portato Haraguchi a cambiare radicalmente ruolo: niente più cavalcate sull'esterno, ma tanto lavoro come seconda punta, se non addirittura come prima in alcuni casi. Il rapporto con il tecnico serbo, poi, non è stato dei più facili, poiché il numero 24 degli Urawa ha fatto parecchia panchina ad inizio stagione. Haraguchi è un ragazzo con molta personalità, in alcuni casi anche troppa: in Kashiwa-Urawa del 29 settembre 2012, Petrović è scontento della prestazione dell'attaccante e lo sostituisce dopo appena 27 minuti. La reazione di Haraguchi è stizzosa, tanto che il giocatore prende e va via, saltando la fase dei ringraziamenti ai tifosi nel post-partita (un "must" in Giappone): il club lo mette fuori rossa per la partita successiva e così il ragazzo è costretto a tornare su suoi passi. Haraguchi chiederà scusa non solo ai tifosi, ma anche ai compagni nell'allenamento del giorno dopo.
Ciò nonostante, la crescita dell'attaccante è stata esponenziale in questi due anni, così come quella del club, che è tornato al top della J-League. Terzo posto nel 2012, Haraguchi ha trascinato gli Urawa con i suoi sei gol in 37 partite. Quest'anno, tuttavia, sta andando anche meglio: mancano solo quattro giornate alla fine della J-League e gli Urawa sono secondi, a due punti dai leader dello Yokohama F. Marinos. C'è la possibilità di tornare a vincere quel titolo che manca da sette anni. Non solo: sabato ci sarà anche la finale di Nabisco Cup contro i Kashiwa Reysol, che permetterebbe al club di tentare la strada del "double". In tutto questo, sarà fondamentale l'apporto di Haraguchi, che finora ha numeri da record per la sua carriera: 12 reti in 35 presenze stagionali hanno già abbattuto le precedenti prestazioni dell'attaccante degli Urawa Reds.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Quando esplose giovanissimo, Haraguchi era un'ala sinistra d'attacco: capace di correre all'impazzata, spesso si accentrava per scagliare il suo destro dalla distanza o tentare la serpentina tra le maglie della difesa avversaria. Oggi le cose sono un po' cambiate: con l'arrivo di Mihailo Petrović sulla panchina degli Urawa Reds, Haraguchi ha giocato più spesso al centro del campo, disimpegnandosi anche da punta centrale. All'occorrenza può essere impiegato anche come esterno dei trequartisti in un 4-2-3-1, ma le sue scarne capacità difensive ne sconsigliano l'uso in quella posizione. Se uno volesse fare un confronto con altri giocatori giapponesi in questo momento sulla scena europea, si potrebbe dire che Haraguchi abbia la grinta di Shinji Okazaki e la sveltezza di gambe di Ryo Miyaichi: la continuità la sto trovando in quest'ultimo periodo.

STATISTICHE
2008 - Urawa Reds Diamonds: 1 presenza, 0 reti
2009 - Urawa Reds Diamonds: 39 presenze, 2 reti
2010 - Urawa Reds Diamonds: 34 presenze, 4 reti
2011 - Urawa Reds Diamonds: 35 presenze, 11 reti
2012 - Urawa Reds Diamonds: 37 presenze, 6 reti
2013 - Urawa Reds Diamonds (in corso): 35 presenze, 12 reti

NAZIONALE
Haraguchi ha avuto modo di giocare parecchio per le rappresentative giovanili del Giappone: convocato nel campionato asiatico U-18, spesso preso in considerazione da Sekizuka per l'U-23 che sarebbe andata a Londra. Tuttavia, per la sorpresa di molti, Haraguchi è stato poi ignorato dal C.T. della selezione olimpica e non è andato in Inghilterra. In nazionale maggiore, è ancora più difficile farsi vedere: il ruolo di seconda punta non esiste né nel 4-2-3-1, né nel 3-4-3 di Zaccheroni e gli esterni d'attacco sono già tantissimi. Diciamo che per giocare nella "Nippon Daihyo", Haraguchi dovrà fare ancora di più di quanto sta già facendo. Zac l'ha spesso convocato e lo ha fatto esordire contro il Vietnam nel 2011, ma non gli ha dato più di tre presenze sul campo in tre anni di guida del Giappone. Questo è un dato abbastanza indicativo sulle possibilità di Haraguchi con la nazionale giapponese. Nonostante ciò, l'attaccante degli Urawa Reds ha giocato due gare nella Coppa delle Nazioni dell'Asia Orientale dello scorso luglio: chissà se avrà modo di dimostrare a Zac che si sbaglia sul suo conto...

LA SQUADRA PER LUI
Haraguchi è ormai sulla scena da cinque anni: per molto tempo, è stato un talento discontinuo, nonostante le enormi potenzialità. Gli Urawa Reds lo hanno coccolato, ma lui è uscito alla distanza nell'ultimo biennio, anche grazie all'apporto di Petrović. Il tecnico serbo gli ha cambiato posizione e lo ha fatto crescere ulteriormente. Ora sembra pronto: tentare un'avventura europea a quasi 23 anni non appare un'eresia. Specie se il contratto non verrà rinnovato (è in scadenza nel dicembre 2014). In Italia, qualcuno lo aveva cercato: prima il Napoli nel gennaio 2012, poi il Pescara l'anno scorso. Chissà che qualcuno non torni su di lui, anche se spero possa esordire in un campionato dove c'è più pazienza: cominciare dall'Olanda o da una grande squadra in Belgio non sarebbe male. Da lì, la strada - per uno con un talento così - è tutta in discesa.

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