28.12.13

Un uomo, una città, un popolo.

La favola è finita: Makoto Teguramori saluta Sendai dopo sei anni fantastici. I quarti di finale persi in Coppa dell'Imperatore contro il F.C. Tokyo chiudono la sua avventura da manager del Vegalta, che con lui ha fatto passi da gigante. E (forse) poco importa che la sconfitta sia arrivata dopo esser passati in vantaggio e con due gol in extremis: lui, intanto, ha fatto la storia allo Yurtec Stadium.

Makoto Teguramori, 46 anni, lascia Sendai dopo sei splendide stagioni.

Il Vegalta Sendai, piccolo club della prefettura, non ringrazierà mai abbastanza il destino per l'incontro con l'uomo di Gonohe. Teguramori ha trasformato la storia di questa compagine e anche la sua: ex giocatore di Kashima Antlers e Montedio Yamagata (quando ancora si chiamava Nec), l'allenatore non ha avuto una chance finché non è arrivato nella realtà di Sendai.
Aveva svolto il ruolo di vice a Yamagata e con l'Oita Trinita per quattro e tre stagioni, salvo ritagliarsi questo ruolo anche al Vegalta, dove arrivò nel 2004. Ma è nel 2008 che arriva la grande chance: il club vorrebbe ritornare in prima divisione, dove ha militato per sole due stagioni, facendo molta fatica: il Vegalta era in seconda divisione, ma la cura Teguramori fa il suo effetto.
Al primo anno, il club perde il treno giusto nello spareggio contro il Jùbilo Iwata (terzultimo in J1); nel 2009, invece, arriva una promozione strameritata, con tanto di vittoria del campionato. Tale trionfo arriva nonostante una nutrita concorrenza: la squadra di Sendai, infatti, ha la meglio sul Cerezo Osaka, che all'epoca poteva contare su Shinji Kagawa e su Takashi Inui.
Tornati nella massima serie, i ragazzi di Teguramori puntano a confermarsi in J1. Una salvezza sofferta quella del 2010, ottenuta solo nel finale. Tuttavia, è il preludio alla gloria: con grande sorpresa di tutti, il Vegalta ottiene il quarto posto nel 2011, arrivando a pari merito con una grande del calcio giapponese come lo Yokohama F. Marinos: è il miglior risultato nella storia del club.
Purtroppo, la vittoria del F.C. Tokyo nella Coppa dell'Imperatore di quell'anno impedì al Vegalta di partecipare alla Champions League asiatica. Poco male: il 2012 è stato un anno persino più glorioso per il Vegalta. La squadra di Teguramori è stata in testa per la maggior campionato (nelle prime nove giornate, 23 punti su 27 disponibili), perdendosi purtroppo nel finale.
Tre pareggi e due sconfitte nelle ultime cinque fanno volare via qualunque sogno di gloria. Ciò nonostante, anche il vedere alcuni dei propri elementi nella Top 11 del 2012 è stata una bella soddisfazione. In ogni caso, il duello con lo spettacolare Sanfrecce Hiroshima è stato bello da vedere, sia per i tifosi che per i semplici osservatori della J. League. E comunque è arrivato il secondo posto,  il miglior risultato in J. League del club.
Il Vegalta non è riuscito a passare la fase a gironi, complice anche l'inesperienza di molti giocatori a livello continentale. Tuttavia, la squadra di Teguramori ha raccolto una vittoria contro il F.C. Seoul, poi finalista nell'edizione di quest'anno. E il tecnico ha valorizzato diversi giocatori: dal portiere Hayashi all'ala Sekiguchi (passato lo scorso inverno all'Urawa), dal difensore Sugai agli attaccanti Akamine e Wilson (quest'ultimo con un passato in Serie A, al Genoa). Senza dimenticare leggende come Ryang Yong-Gi o Yanagisawa.


La realtà di Sendai saluta Teguramori: allenerà l'U-23 nipponica.

Un'impresa resa ancor più storica da quanto avvenuto nel marzo 2011, quando un terremoto di magnitudo 9 provocò lo tsunami che colpì sopratutto la costa nord-orientale del Giappone, compresa la regione in cui si trova Sendai. Tante vite perse, ma anche la forza e la voglia di ricominciare, sebbene con difficoltà.
In questo quadro, tutte le squadre giapponesi hanno agito per aiutare le proprie comunità, ma il Vegalta ha fatto di più: ha dato gioia a persone che avevano perso molto, se non tutto. La partita-chiave, in questo senso, è certamente la seconda della stagione 2011: interrotta la stagione, essa riprende con il Vegalta sul campo del Kawasaki Frontale.
La partita sarebbe in calendario per il settimo turno, ma c'è stata una pausa forzata a causa dello tsunami e dei disastri causati da quest'ultimo. Il Vegalta è sotto 1-0, ma nel secondo tempo il gol di Ota e la zuccata di Kamata rimettono i gialloblu davanti. Una vittoria a cui seguirono le lacrime dello stesso Teguramori a fine gara, intervistato dai giornalisti. Da lì in poi, il club non si è fermato più fino alla fine del 2012, sorprendendo tutti.
Un ottimo documento che riassume quanto accaduto nella regione di Sendai in questo anno e mezzo magico è certamente "Football, Take Me Home" di Douglas Hurcombe e Geoff Troud, in uscita a breve. Il titolo prende ispirazione dalla canzone che spesso risuona nei pre-partita allo Yurtec Stadium, ovvero "Take me home, country roads" di John Denver. Il documentario sottolinea quanto il calcio avesse unito le anime della comunità di Sendai nonostante il disastro provocato dallo tsunami.
E di come questo abbia anche generato il momento che il club ha poi vissuto in quest'anno e mezzo, al di là della bravura di Teguramori. Il progetto, dopo esser partito su Kickstarter (piattaforma di crowdfunding) sembra esser ancora in sviluppo. Speriamo che esca il prima possibile: il trailer promette bene e sembra raccontare al meglio uno spaccato di vita toccante.
Dopo i miracoli con il Vegalta, Teguramori ricomincerà da un incarico più alto: a ottobre già si sapeva che sarebbe diventato il c.t. dell'U-23 giapponese. L'incarico è far crescere i talenti nipponici in vista dell'Olimpiade del 2016 di Rio de Janeiro, dove il Giappone vorrebbe migliorare il risultato di Londra 2012, quando arrivò quarto.
Del resto, sembra essersi specializzato in miracoli. Un uomo, Teguramori, che è stato abbracciato idealmente dal suo popolo al termine della J. League di quest'anno. Non è stata una stagione esaltante, ma la comunità di Sendai e il club non dimenticheranno il suo contributo, entrato di diritto nella storia del calcio nipponico. E chissà che l'allenatore non riesca a far meglio con i giovani talenti del Sol Levante.

Il tecnico è entrato a tutti gli effetti nella storia del club.

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