27.12.14

CHASING HISTORY: 5 momenti che hanno segnato il 2014

Un 2014 pienissimo: così potremo definire l'anno che sta per finire. Un'annata fantastica, condita sopratutto dal Mondiale brasiliano, dalla Germania vincitrice e dal Mineirazo. Ma anche dall'armata del Real Madrid, dall'esordio del calcio professionistico in India e dalla maledizione perenne del Benfica in Europa. Nonché una menzione d'onore per Kurzawa e l'essenza del calcio registrata tra una tifoseria serba e una greca. Ecco il recap dei cinque momenti più memorabili del 2014.


  • Menzione d'onore: Kurzawa e l'essenza dell'epic fail
Scusatemi, ma questa vicenda merita almeno una menzione d'onore per il 2014. Si stanno giocando i play-off di qualificazione alla fase finale dell'Europeo Under 21. La Francia è ospite della Svezia dopo aver vinto per 2-0 all'andata. Gli scandinavi hanno rimontato e conducono per 3-0: un risultato che li manderebbe alla fase finale. Laryin Kurzawa, terzino del Monaco, segna il momentaneo 3-1. Un gol in trasferta che qualificherebbe i transalpini.

Kurzawa ha la sciagurata idea di andare a esultare in faccia a John Guidetti, attaccante svedese e del Celtic, con una sorta di saluto militare. Come a dire: «Adios, è finita per voi». Magari. La verità è che qualche minuto più tardi la Svezia segna il 4-1. Gialloblu all'Europeo e tutti - ma dico tutti - i componenti della nazionale svedese mimano il gesto di Kurzawa, che diventa virale anche su Internet. Insomma, l'essenza dell'epic fail fatta pallone.

  • 5. La benedizione dello sport: PAOK e Partizan unite in un coro
Se esiste qualcosa di più bello nel mondo del tifo (a parte il classico "You'll never walk alone" di Anfield), fatemelo sapere. 

  • 4. Bela Guttman strikes again
Come fosse una ripetizione a perdere, il Benfica è riuscito a mandare tutto all'aria anche quest'anno. Dopo un 2012-13 credo irripetibile per sconfitte e beffe, i tifosi del club lusitano piangono un'altra sconfitta anche nel 2014. La finale di Europa League a Torino sembrava il giusto premio per chi si era dimostrato il gruppo più forte, eliminando anche la stessa Juventus in un doppio confronto serratissimo. Arrivati all'ultimo atto allo Juventus Stadium, il Benfica affrontava il Siviglia di Unai Emery. Squadra solida, certo, ma non al livello della compagine di Lisbona.

Per buona parte della partita c'è l'assedio delle Aquile, con gli andalusi che si aggrappano alla propria difesa e a salvataggi clamorosi. Quando si giunge ai calci di rigore, Beto si trasforma in eroe e il Siviglia festeggia la terza Europa League conquistata. Per il Benfica è l'ottava (!) finale europea persa consecutivamente dagli anni '60, ovvero da quando Bela Guttman - manager ungherese - conquistò due Coppe dei Campioni con i lusitani. Il magiaro lascia la panchina e profetizza: «Senza di me, mai più vittorie in Europa». E così è stato.

  • 3. Il calcio in India e l'inaugurazione dell'ISL
L'India è paese noto per sport come il cricket. Il calcio non va certo di moda, anche se Buffa ci ha recentemente spiegato che gli manca solo il professionismo. Quindi il mercato del pallone ha finalmente deciso di espandersi nell'unica grande terra non ancora colonizzata. Quest'anno è partita la stagione inaugurale dell'Indian Super League. Tanti i giocatori arrivati in India per celebrare questa partenza: da Elano a Ljungberg, da Alessandro Del Piero a David Trezeguet, fino ad arrivare a Robert Pirès.

Il campionato si è articolato sull'esempio dell'MLS: regular season e poi play-off tra le migliori quattro. Del Piero non ce l'ha fatta, ma le otto squadre partecipanti hanno concluso racchiuse in otto punti. Nella finale tra i Kerala Blasters di David James e l'Atlético de Kolkata di Luis García, l'hanno spuntata i secondi con un gol al 95' di Rafique. Un successo colchonero, dato che l'Atlético Madrid ha la proprietà della squadra di Kolkata.

  • 2. L'invincible armada blanca
Come se la décima non fosse stata abbsatanza, il Real Madrid ultimamente ha portato a casa il facile record di 22 vittorie consecutive in tutte le competizioni. Il 2014 è stato un anno straordinario per i Blancos, con Carlo Ancelotti che si è preso una bella rivincita. A settembre 2013, appena giunto dal Paris Saint-Germain, il suo mandato sembrava a rischio. Invece, nonostante la mancata vittoria in Liga, il Real si è preso le sue soddisfazioni. A livello di gioco, la squadra di Ancelotti è forse una delle più belle degli ultimi anni.

Il simbolo di questo Real Madrid potrebbe esser Cristiano Ronaldo, ma anche dal punto di vista tecnico è difficile esserne certi. Potreste ignorare la stagione straordinaria di Ángel Di María o il 2014 esaltante di Gareth Bale, che ha segnato in quasi tutte le finali che ha giocato quest'anno? Non ne sarei sicuro. E allora è più facile identificare un altro eroe, che però è quasi omerico: Sergio Ramos. Spesso criticato negli anni, è stato capace di esser decisivo in ogni momento di gloria del Real di quest'anno: pareggio in finale di Champions al 93' e gol nella finale del Mondiale per club. Non per nulla, è stato eletto MVP della competizione intercontinentale.

  • 1. La settima meraviglia (Mineirazo edition)
Sette come le reti segnate al Brasile in una delle serate più tristi del calcio verdeoro, nonché in una semifinale indimenticabile. Sette come i giocatori fondamentali per la conquista del Mondiale: Neuer, Hummels, Lahm, Kroos, Müller, Götze, Klose. Sette come le partite giocate per arrivare ad alzare il trofeo più ambito. Sette come gli allori internazionali della Nationalmannschaft (quattro Mondiali, tre Europei). Sette come i gol che un club tedesco - non qualunque, il Bayern Monaco - ha rifilato alla Roma all'Olimpico in una recente sfida di Champions League.

Nell'anno in cui il Bayern rimane (almeno per ora) l'unica squadra imbattuta in campionato nelle migliori leghe europee e in cui persino la Mercedes sbanca la Formula 1, la Germania dimostra tutta la sua potenza ridefinendosi. Non più calcio cinico e concreto, ma fatto di passaggi e spettacolare. Non più teutonici, ma quasi brasiliani in casa verdeoro. Una meraviglia teutonica, che forse rivedremo anche nel 2015.

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