10.12.14

WITNESSING TO CHAMPIONS: 2014 Edition

Un altro anno di calcio se ne va e anche il 2014 è finito. Abbiamo visto tante stelle, ma troppe volte ci dimentichiamo quelli che stanno per lasciare. "Witnessing to Champions" è la rubrica che si preoccupa di ricordarli. Avrei voluto parlarvi di tanti nomi che quest'anno hanno lasciato il mondo del calcio giocato, ma come al solito mi sono ridotto a cinque casi: quattro nomi di un certo livello e uno un po' curioso, seppur l'ultimo della cinquina abbia una sua storia alle spalle.

Di Landon Donovan avrei dovuto parlare su Crampi Sportivi. Mi dispiace lasciar fuori gente come Mohamed Aboutrika, che ha fatto la storia del calcio egiziano. Oppure il mago delle punizioni Juninho Pernambucano: per lui ultima gara nel 2013 con la maglia del suo Vasco da Gama, ma ritiro solo nel febbraio di quest'anno. Ci sarebbe anche il mitico Kevin Phillips, ma alla fine questi sono i cinque eroi che ho scelto per l'edizione di quest'anno.



  • Rivaldo Vítor Borba Ferreira, detto Rivaldo (trequartista, Mogi Mirim | Paulista, 19 aprile 1972 | Santa Cruz, Mogi Mirim, Corinthians, Palmeiras, Deportivo La Coruña, Barcellona, Milan, Olympiacos, AEK Atene, Bunyodkor, San Paolo, Kabuscorp, São Caetano)

Era scomparso da tempo dal calcio che conta, ma Rivaldo non ha mai smesso di nutrirsi del suo amore per il pallone. Oggi l'ex asso brasiliano fa il presidente del Mogi Mirim e cerca di vendere il suo club su Instagram, ma durante la sua carriera ha detto la sua. Rivaldo ha praticamente vinto tutto: se non fosse per la maledizione brasiliana che contraddistingue la rincorsa all'oro olimpico, probabilmente potremmo dire che ha il palmarès più completo della storia. Coppa del Mondo, Pallone d'Oro, la Champions League con il Milan (seppur da comprimario): c'è tutto. Non solo: ha girato un po' tutto il mondo, dedicando la parte finale della sua carriera a comparsate in Uzbekistan e Angola. Oggi guarda il figlio giocare nel suo Mogi Mirim: chissà...



  • Ryan Giggs (ala, centrocampista centrale, Manchester United | Cardiff, 29 novembre 1973 | Manchester United)

Di Ryan Giggs si sa quasi tutto. Io stesso ve ne avevo parlato nel marzo 2013, quando il "ragazzo" aveva tagliato il traguardo delle mille partite da professionista. In seguito, dopo la cacciata di Moyes, ha passato l'ultimo periodo sui campi da gioco a fare l'allenatore: c'è stata anche l'auto-sostituzione nella gara contro l'Hull. Ala mancina dal talento straordinario, negli ultimi anni è stato trasformato in un playmaker di centrocampo. Più di mille presenze in carriera, ma mai espulso: giocatore corretto ed esempio per i compagni di squadra. Visto che con il Manchester United ha vinto tutto ciò che era possibile, gli rimarrà un solo cruccio: con il suo Galles non ha mai disputato un Europeo o un Mondiale. Un peccato.



  • Javier Adelmar Zanetti (terzino e mediano, Inter | Buenos Aires, 10 agosto 1973 | Talleres, Banfield, Inter)

Il fatto di averlo visto per tanti anni in Italia mi ha aiutato nell'apprezzarne le capacità in campo: mai domo, sempre pronto alla corsa, il numero 4 nerazzurro ha calcato i campi di tutto il mondo per ben 858 volte con la maglia dell'Inter. Quindici anni da capitano, vent'anni con la maglia nerazzurra, oggi Zanetti è vice-presidente del club di Erick Thohir. L'infortunio dell'aprile 2013 a Palermo sembrava avergli precluso la carriera, ma lui ha lavorato e si è regalato un'ultima stagione. Un'annata comunque difficile, perché con Mazzarri il feeling non è stato grande: basti pensare che l'ultimo derby di Milano della sua vita Zanetti l'ha visto dalla panchina. Anche per lui vale il rimpianto nazionale: medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atlanta '96, due volte secondo sia in Copa America che in Confederations Cup. Nonostante le 145 presenze e l'etichetta di uomo con più partite nella Selecciòn, Zanetti è rimasto senza allori.




  • Carles Puyol (difensore centrale e terzino destro, Barcellona | La Pobla de Segur, 13 aprile 1978 | Barcellona C, Barcellona B, Barcellona)

Ammetto che mi abbasserò alla logica dell'endorsement e decido di inchinarmi di fronte a una sacra eminenza della difesa come il buon Carles. Non ho mai giocato a calcio (al massimo calcetto), ma se penso a COME si fa il difensore, mi viene in mente subito lui. Tra salvataggi di petto sulla linea e doppie rulete, il capitano del Barcellona ha portato a casa una lista impressionante di trofei col suo club (22). Senza contare i successi con la Spagna, tra cui un Mondiale in cui Puyol è stato fondamentale. Se fosse mai esistito un Pallone d'Oro dei difensori, ne avrebbe vinti almeno cinque o sei; è stato il più forte centrale al mondo per diversi anni. Gli infortuni hanno condizionato il finale della sua carriera.



  • Park Ji-Sung (centrocampista tuttofare, PSV Eindhoven | Goheung, 25 febbraio 1981 | Kyoto Purple Sanga, PSV Eindhoven, Manchester United, Queen's Park Rangers)

Primo asiatico a giocare una finale di Champions League, non è stato abbastanza fortunato da vincerne una: due sconfitte, entrambe contro il Barcellona di Guardiola. Ciò nonostante, Park può dirsi soddisfatto. Ha concluso la sua carriera l'estate scorsa, dopo un prestito così così al PSV di Eindhoven, la squadra che l'aveva portato in Europa dopo il Mondiale 2002. A neanche trent'anni, dopo aver raggiunto alcuni record, si era già ritirato dall'impegno nazionale da capitano della Corea del Sud: troppo forte la delusione per non aver mai vinto la Coppa d'Asia. A 29 anni, come Lahm dopo il Mondiale vinto qualche mese fa. Park dice addio al calcio, ma la sua storia rimarrà negli annali del calcio asiatico. Anche perché è uno dei pochi - insieme a Tim Cahill - ad aver partecipato e segnato a tre Mondiali diversi (Giappone & Corea 2002, Germania 2006, Sud Africa 2010). Qualche mese fa è stato nominato ambasciatore nel mondo dal Manchester United.

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