6.8.15

L'attaccante e la valigia.

Se c'è un numero 9 che lascerà per sempre qualche dubbio agli appassionati a causa dei suoi troppi infortuni, stiamo parlando per forza di un ragazzo di quasi 34 anni. L'uomo di Arles, dai capelli cambiati mille volte, dalle tante destinazioni vissute. L'uomo di Guy Roux, della Champions impossibile, con la valigia sempre pronta. Un uomo chiamato Djibril Cissé.

Cissé e l'Auxerre: lì ha vissuto i migliori anni della sua carriera.

In testa si è fatto di tutto, cambiando i colori dell'iride. Stessa cosa per quelli delle maglie, visto quanto ha girato. Tutto è partito da Auxerre, dove è arrivato a soli 15 anni e ancora oggi è il secondo capocannoniere all-time della squadra. Il tempo di dargli un'occhiata e Guy Roux - lo storico manager che per 42 anni è stato l'allenatore del club - decide di dargli una chance.
Con le giovanili dell'AJA vince la Coupe Gambardella (il torneo delle giovanili), ma nelle prime due annate entra poco e non segna mai. Sembra un fuoco di paglia. Invece, la stagione giusta è il 2000-01: 15 gol in 30 presenze, per poi farne 24, 21 e 30 nelle successive tre annate. Una macchina da guerra, capace di far vincere all'Auxerre la Coupe de France del 2003.
Capocannoniere della Ligue 1 nel 2002 e nel 2004, non è un segreto che Cissé voglia andare a Liverpool. Un sogno inseguito per un anno, anche perché sulla panchina dei Reds c'è Gerard Houllier, che non nasconde la sua ammirazione per il centravanti. Quando finalmente Cissè sbarca ad Anfield, però, Houllier non c'è più. Al suo posto, è arrivato Rafa Benitez.
Nessun problema: il Liverpool ha comunque bisogno di un centravanti. Tuttavia, qui entrano in scena gli infortuni, che rovineranno la carriera di Cissé e gli impediranno di diventare un 9 dominante. Il primo infortunio è persino demenziale: dopo un contrasto con un difensore avversario, la scarpa rimane incollata al terreno. Nell'ottobre del 2004, arriva la frattura di tibia e perone: sfiga clamorosa.
Un infortunio come quello avrebbe potuto tener fermo l'attaccante fino a 18 mesi: in realtà torna già a marzo e segna anche uno dei rigori che regalano la Champions al Liverpool nell'incredibile finale di Istanbul. Nonostante Benitez lo veda come esterno destro in un tridente dietro la punta, lui preferirebbe giocare da 9. E segna comunque 19 gol nel 2005-06.
Così arriva il prestito all'OM, che diventa trasferimento a titolo definitivo l'anno successivo. A Marsiglia Cissé si sente di nuovo al centro del progetto: 37 i gol totali in due stagioni al Velodrome, anche perché poi si parte di nuovo. Stavolta ritorno in Premier, in prestito al Sunderland: doppia cifra raggiunta, ma nessun accordo per rimanere.
Nell'estate 2009, la scelta giusta per ripartire: Atene, sponda Panathinaikos. Cissé tira fuori l'ultimo biennio da leone, segnando ovunque. Saranno ben 55 le marcature con la maglia verde e i tifosi non hanno mai amato così tanto un giocatore restato così poco. Una disputa con i tifosi dell'Olympiacos lo farà andar via, ma lui ha promesso che prima o poi tornerà.
Dopo il Panathinaikos, Cissé vive un passaggio di sei mesi in Italia (alla Lazio Reja fa lo stesso errore di Benitez: lo schiera ala), poi altri sei mesi stavolta al QPR (dove per poco non rovina la festa del Manchester City). Il problema è che segna poco. Un problema che non si risolve neanche nelle successive destinazioni: prestito all'Al-Gharafa, sei mesi a Krasnodar col Kuban, il ritorno per una stagione e mezza in Ligue 1 con la maglia del Bastia. Un bottino di 31 gol nelle ultime quattro annate è poco per uno come lui.

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Il più grande rimpianto è forse quello della nazionale francese. Cissé esplode quando l'epopea d'oro della Francia sta per finire, con molti nomi storici che sono ormai in là con gli anni. L'attaccante rappresenterebbe un'ideale alternativa a David Trezeguet, ma alla fine non riesce a incidere come con la maglia dell'Auxerre.
Alla fine della giostra, in nove anni con Les Blues, lo score è di 41 presenze e nove reti: meno, molte meno di quelle che avrebbe potuto metter dentro per la sua nazionale. Sfortuna anche con la Francia: due Mondiali disputati, purtroppo quelli disastrosi del 2002 e del 2010. Ci sarebbe stato a Euro 2004 e al Mondiale 2006, ma prima una squalifica di tre giornate e poi un altro infortunio l'hanno privato della convocazione.
Ora l'uomo che è persino apparso in un film (Taxi 4) ha deciso di ripartire altrove. Per l'ennesima volta con la valigia in mano, ma stavolta per un compito meno impegnativo. All'alba dei 34 anni, il buon Djibril ha firmato con il JS Saint-Pierroise, squadra che milita nel campionato di Réunion, una regione facente parte dei territori francesi d'oltremare.
Parliamo di un posto vicino al Madagascar e alle Mauritius, adatto per svernare in tranquillità. Forse Cissé si è anche stancato di avere la valigia sempre pronta: dopo l'addio al Bastia, sembrava pronto a smettere. Invece questo sarà un modo per continuare senza alcuna pressione. A Saint-Pierre c'è il JS, il club più vincente nella storia del calcio a Réunion.
Il contratto è mensile, ovvero Cissé giocherà cinque gare nel mese di settembre con il club di Saint-Pierre. Chissà però che non si prolunghi quest'esperienza, già provata da Papin e Hoarau a livello amatoriale, Dimitri Payet a livello giovanile e Roger Milla nello scorcio finale della sua carriera. Il camerunense come Cissé, il paragone ci sta. Così come i gol e quella valigia sempre in mano.

Djibril Cissé, 33 anni, è ripartito da Réunion per chiudere.

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