5.5.13

Doppio salto (all'indietro).

Il doppio salto all'indietro, specialità quasi sconosciuta nel bel paese: no, non sto parlando di nuoto, magari aggiungendoci un bel carpiato. Parlo di quella pratica che vede una squadra collezionare una doppia retrocessione in due stagioni calcistiche. In Italia, si ricorda il caso del Como di Preziosi, arrivato fino in Serie A nel 2002 e poi retrocesso due volte, finendo dalla massima serie nell'allora Serie C1. Se nello stivale è difficile vedere questo tipo di epilogo, molto più comune è nei campionati minori esteri e per questo voliamo in Inghilterra. Case in point: Wolverhampton e Portsmouth, due compagini i cui nomi non saranno sconosciuti ai veri appassionati di pallone.

17 maggio 2008: il Portsmouth, a sorpresa, vince la F.A. Cup.

La retrocessione del Portsmouth, in verità, ha ben poco di sorprendente: campioni nazionali negli anni '50 e recentemente autori di buone annate con Harry Redknapp (con tanto di vittoria in F.A. Cup), il Portsmouth ha cominciato ad avere problemi nel lontano 2008, quando si cominciò a sentire la mancanza di fondi. Nonostante diverse trattative, la società faceva fatica a pagare gli stipendi, costringendo così la Football Association a mandare i "pompeys" in amministrazione controllata, una forma che gioverebbe molto anche in Italia: se la tua società è piena di debiti, l'amministrazione controllata consente di rimettere a posto tali "buchi", portando però anche una penalizzazione in classifica. I 160 milioni di euro di debiti contratti dalla società corrisposero ad una detrazione di nove punti e la retrocessione certa dalla Premier League; ciò nonostante, il nuovo proprietario - Balram Chainrai - aiutò il club nell'uscire dall'amministrazione controllata.
La prima stagione di Championship portò la salvezza ed un altro cambio di proprietà, con l'acquisto del club da parte del russo Vladimir Antonov, giovane multimilionario. Purtroppo per i fans, le cose non si mettono bene: mentre sul campo si fatica, Antonov viene arrestato nel novembre 2011, nell'ambito di un'indagine su una banca in cui il russo è azionista di maggioranza, caduta in disgrazia. Così, la sua compagnia - la Convers Sports Initiatives - vede bloccati tutti i suoi beni ed il Portsmouth viene portato in tribunale a causa di quasi due milioni di euro di tasse non pagate. I "pompeys" subiscono la seconda amministrazione controllata in due anni e vedono una sottrazione di 10 punti alla propria classifica: con il debito ammontante a 70 milioni di euro, il Portsmouth subisce la prima retrocessione in terza divisione dopo ben trent'anni.
La stagione successiva parte già marcata, con la partenza di tutti i giocatori (!) in estate, per offerte altrui o per contratti terminati, e con l'ennesima penalizzazione (10 punti) a segnare la nuova avventura in League One. Prestiti, parametri zero e settore giovanile compensano la mancanza di giocatori, ma fanno capire come sarà un'altra stagione di sofferenza; inoltre, il coach Michael Appleton firma per il Blackpool a novembre, lasciando il Portsmouth in zona di sicurezza. Purtroppo, il proseguo dell'annata non è così soddisfacente ed una striscia di 20 partite senza vittorie porta il club all'ultimo posto; la retrocessione arriva con diverse giornate d'anticipo e anche i 10 punti detratti per l'amministrazione controllata non sarebbero serviti alla salvezza del club.
Una buona notizia, però, c'è: qualche giorno fa, il "Pompey Supporters' Trust" (PST) - un consorzio creato interamente dai tifosi - ha acquisito la proprietà del club, oltre che dello stadio, e così adesso il Portsmouth rappresenta la più famosa compagine inglese posseduta dai supporters, sul modello più grande delle squadre spagnole e tedesche. Un'ottima notizia, sperando che la squadra dell'isola di Portsea possa essere più forte la prossima stagione ed evitare il triplo salto all'indietro sul campo: sarebbe onestamente troppo, anche per una società con grossi guai finanziari.

I tifosi del Portsmouth tengono viva la squadra, persino con messaggi molto chiari.

Ben diverso è il caso del Wolverhampton, che torna in terza divisione dopo lungo tempo. Strano, se si pensa che la squadra era retrocessa l'anno scorso dopo due stagioni di salvezze raggiunte all'ultimo: del resto, il destino dei "wolves" era stato questo negli ultimi anni. E' vero, non è una situazione nuova per i tifosi, visto che il Wolverhampton ha sofferto già una tripla retrocessione in tre stagioni consecutive negli anni '80, quando c'erano molte difficoltà finanziarie. Nessuno, però, avrebbe mai pensato ad una doppia retrocessione, visto che non c'era alcuna crisi economica. Anzi, gli investimenti fatti ed il cambio tecnico avrebbero dovuto portare i "wolves" almeno ad una salvezza tranquilla: ceduti Jarvis e Fletcher per un totale di quasi trenta milioni di euro, poco più di otto vengono reinvestiti negli acquisti di Sigurdarson, Doumbia e sopratutto Bakary Sako, promettente ala del Saint-Etienne. Il nuovo tecnico è Stale Solbakken, norvegese che portò il Copenhagen agli ottavi di Champions League; l'allenatore è in cerca di riscatto dopo il disastro di Colonia, in cui è arrivata un'inattesa retrocessione dalla Bundesliga. Perciò, l'opportunità degli "arancioni" è buona per ripartire ed i "wolves" hanno bisogno di un coach affamato e giovane.
Si riparte dopo il bellissimo episodio degli applausi post-retrocessione nell'aprile 2012, con la fiducia di poter puntare ad un campionato tranquillo in Championship. Purtroppo, non sarà così. E pensare che l'inizio è positivo, con il club che rimane in zona play-off per due mesi e mezzo, salvo scivolare al 18° posto per la fine dell'anno. La sconfitta in F.A. Cup contro i non-professionisti del Luton Town chiude l'avventura (poco felice) di Solbakken come guida del Wolverhampton; al suo posto, viene chiamato il tecnico Dean Saunders, allenatore gallese che stava conducendo il Doncaster alla promozione in Championship. Ahimè, il suo arrivo non cambia l'andazzo negativo in cui ormai è finito il club, che finisce ufficialmente in zona retrocessione. Da lì in poi, è uno psicodramma: la squadra entra ed esce nella zona di pericolo, nonostante i 15 punti collezionati in sette partite tra marzo ed aprile. Una clamorosa vittoria contro l'Hull City, secondo in classifica, sembra tirare fuori dai guai il Wolverhampton, che però si complica la vita nel turno successivo, quando perde sul campo dell'ormai salvo Charlton. La reazione non arriva, mentre si sommano altre due sconfitte che portano il Wolverhampton dritto in League One: la doppietta di Lua-Lua del Brighton, nella giornata di ieri, ha sancito il ritorno dei "wolves" nella terza serie inglese dopo ben 24 anni. Tra l'altro, va dato atto ai tifosi di avere un grosso senso dell'umorismo, visto che ieri cantavano: «Que sera, sera; whatever will be, will be; we're going to Shrewsbury...».
Ora il futuro è un punto interrogativo: inevitabile un ridimensionamento tecnico per evitare un default economico, perdendo giocatori come Sako, O'Hara, Doyle ed il cannoniere Ebanks-Blake, un vecchio leone da 15 reti stagionali. Saunders dice che vuole rimanere, ma chissà se verrà lasciato al suo posto, viste le sole cinque vittorie in venti partite da tecnico del Wolverhampton. Il club è il primo a fare il doppio salto all'indietro dalla Premier League: del resto, anche questa è storia.

La palese rabbia dei tifosi dei Wolves: doppia retrocessione in due stagioni.

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