3.10.14

Profeta in patria.

Cosa c'è di peggio per un attaccante? Facile: non segnare neanche un gol. Un po' come è successo a Markus Rosenberg. A 32 anni, l'attaccante svedese si è ritrovato con uno zero tondo alla voce "reti realizzate" nella sua avventura in Premier League con la maglia del WBA. Tutt'altro scenario rispetto a quanto accaduto mercoledì sera: doppietta con la maglia del Malmö all'Olympiakos e prima vittoria di un club svedese in Champions dopo 14 anni. Tutto merito di un uomo rinato in patria.

Rosenberg con la maglia del West Brom: un'avventura senza reti.

Personalmente ho un'immagine fissa dello svedese e non è di quelle positive. 24 agosto 2010, stadio Ferraris: con il Werder quasi eliminato dai preliminari di Champions League per mano della Samp, l'attaccante parte palla al piede. Salta un avversario, sfrutta un'incomprensione tra Gastaldello e Ziegler e batte con il destro dai 21-22 metri. Il pallone inesorabilmente incrocia sul secondo palo e s'insacca alle spalle di Curci. Diciamo che da quel momento Rosenberg è un nome che non è più uscito dalla mia testa, come un Ahn o un Dudek qualsiasi.
All'epoca la situazione era molto diversa da quella che fino a poco fa caratterizzava la carriera di Rosenberg. Una carriera fatta di scossoni e partita da Malmö, sua città natale. Lì l'attaccante è nato nel 1982 ed è cresciuto calcisticamente in uno dei club più importanti del panorama calcistico scandinavo. E pensare che Markus giocava da terzino nelle giovanili. Poi qualcuno lo ha spostato in attacco ed è nato un potenziale giocatore da nazionale. Il prestito all'Halmstads durante il 2004 lo ha consacrato come capocannoniere dell'Allsvenkan. Poi, è arrivato l'Ajax nel 2005-06, che preleva l'attaccante per cinque milioni di euro.
Già, perché il club di Amsterdam ha una tradizione nello scovare profili interessanti da tutto il mondo. Del resto, gli olandesi avevano lasciato partire l'anno prima uno svedese poco interessante, tale Zlatan Ibrahimovic. Fatto sta che la prima stagione di Rosenberg con i Lancieri è ottima: 14 gol stagionali. Ma l'arrivo di Klaas-Jan Huntelaar all'Amsterdam Arena mette lo svedese in panchina e dopo un anno e mezzo l'attaccante conclude l'esperienza con l'Ajax. Destinazione Brema, dove invece rimarrà cinque stagioni e mezzo, salvo un prestito di una stagione nel 2010-11, quando lo svedese sverna al Racing Santander in Liga.
Nel sistema offensivo di Thomas Schaaf, lo svedese si esprime bene. Il primo anno e mezzo è straordinario: 22 gol in 44 partite di Bundesliga. Rosenberg contribuirà anche alla vittoria di una DFB-Pokal e al raggiungimento di una finale di Coppa Uefa, poi persa contro lo Shakhtar Donetsk. Tuttavia, dal 2009-10 gli spazi si restringono e il rinnovo di contratto fatica ad arrivare. Lo svedese vuole giocare e viene così prestato in Liga. Fa in tempo - come ricordavo a inizio articolo - a escludere la Samp dalla Champions League con un gol nei preliminari. Torna nel 2011-12 e l'attaccante raggiunge nuovamente la doppia cifra in Bundesliga. Tuttavia, l'esperienza con il Werder è agli sgoccioli e il suo contratto non viene rinnovato.
Si arriva così alla scelta del West Bromwich Albion: tre anni di contratto con i Baggies per lo svedese. Tuttavia, l'avventura di Rosenberg in Premier League si rivelerà un vero fiasco: zero i gol segnati Oltremanica, nonostante le 33 presenze divise tra campionato e coppa in un anno e mezzo. I tifosi riescono a prenderla con filosofia, cantando in trasferta contro l'Everton un ironico: «Markus Rosenberg is better than Messi». Alla fine, il club inglese e l'attaccante si separano consensualmente nel febbraio scorso, con una nota di merito per Rosenberg: andando via, lo svedese dona tutto quello che c'è nella sua casa in beneficenza. Così, Markus realizza il suo sogno: tornare a casa, giocando con la maglia del Malmö FF. Da capitano, in attesa del rientro di Molins.

Un buon passato quello di Rosenberg con il Werder: 53 gol.

Con la doppietta realizzata mercoledì sera contro l'Olympiakos, Rosenberg ha regalato al Malmö la prima vittoria in questa Champions. Ed è la prima gioia di un club svedese dopo 14 anni: l'ultima vittoria era datata 18 ottobre 2000, quando l'Helsinborg - giustiziere dell'Inter di Lippi nei preliminari - vince 2-0 contro il Rosenborg con le reti di Jesper Jansson e Álvaro Santos. E ora il Malmö sogna, perché nello stadio di casa difficilmente qualcuno è passato. Anche la Juve, prima di sbloccare il risultato allo Juventus Stadium, ci ha messo un po' a piegare la resistenza dei tenaci svedesi. Ciò dimostra che la Champions non è una passeggiata, nemmeno nella formula Platini (chiedete all'Athletic Bilbao...).
Anzi, il Malmö si affiderà sempre più ai gol di Rosenberg. Che da quando è tornato allo Swedbank Stadion ha uno score invidiabile: 19 gol in 35 presenze, divisi tra l'Europa e il campionato svedese. Per concentrarsi sul suo club, Rosenberg ha addirittura annunciato il ritiro dalla nazionale, rifiutando anche una recente chiamata del suo ct. Fatto sta che il Malmö è in testa all'Allsvenkan ed è vicino a rivincere nuovamente il campionato: i nove punti di vantaggio sul Göteborg sono un margine di sicurezza abbastanza forte a quattro gare dalla fine.
Mercoledì sera, allo Swedbank Stadion, Rosenberg ha regalato l'ennesima serata europea da sogno ai suoi tifosi. Finora l'attaccante ha segnato sempre una doppietta nelle gare casalinghe in Champions del suo Malmö: due reti allo Sparta Praga nel terzo turno, doppietta al Salisburgo nei play-off e altrettante marcature ai campioni di Grecia. Sono sei reti in otto gare della massima competizione europea, che tra preliminari e fase a gironi fanno di Rosenberg l'uomo con più gol realizzati in Champions in questa stagione.
Lo stesso capitano del Malmö ha affermato: «Sappiamo che possiamo battere ogni squadra qui. La nostra ambizione è sempre stata quella di passare il turno, anche se nessuno credeva in noi. Sappiamo di poter fare grandi cose qui. Vogliamo ottenere nove punti in casa». Il tecnico degli svedesi, Åge Hareide, si è sbilanciato: «Con Ibrahimovic infortunato, Markus è il migliore in giro». Ci è voluto il ritorno in patria per ridare a Rosenberg una dignità calcistica. Del resto, esser profeti in patria è stato sempre più divertente.

Markus Rosenberg, 32 anni, rinato con la maglia del suo Malmö.

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