8.6.13

Tempi di verifiche.

Se ne è parlato tanto, ma alla fine è arrivata l'ufficialità: il sogno di Neymar («Voglio giocare con Messi») non sarà più soltanto un desiderio. Il brasiliano è sbarcato a Barcellona qualche giorno fa, forte dell'accordo ormai raggiunto dai catalani con il Santos: 58 milioni di euro il suo costo, con un ingaggio di sette milioni l'anno per il giocatore. La clausola rescissoria è di 190 milioni: come a dire, rimane qui a vita. Tuttavia, c'è una domanda che tutti si pongono: il brasiliano si ambienterà in Spagna? Non soffrirà il tatticismo europeo, seppur minimo in terra iberica? Se passasse questo test, Neymar sarà finalmente al livello di Messi e CR7?

Lionel Messi, 25 anni, con Neymar, che ha sempre voluto giocare con l'argentino.

Il nono trasferimento della storia - per costo dell'operazione - ha portato l'asso del Santos a Barcellona: se ne era parlato molto, se non troppo. Perché Neymar appare destinato alla grandezza, stando a sentire parecchi addetti ai lavori. Come dargli torto? Per essere un ragazzo di soli 21 anni, il brasiliano ha ottenuto già molto dalla sua carriera calcistica. Nato nel febbraio 1992, Neymar è cresciuto nel vivaio del Santos, capace fin da subito di intuire del grande talento del giovane: non per nulla, il Real vuole il 14enne nel 2006, ma i brasiliani pagano di tasca loro per tenerselo stretto. Neymar esordisce nel 2009 nel calcio professionistico, quando ha solo 17 anni: un predestinato. Vagner Mancini, l'allora tecnico del club, capisce che è il momento giusto per farlo giocare, nonostante la giovane età: il Santos viene ripagato con 14 gol in 48 presenze del minorenne più famoso del calcio. Da allora, la fama di Neymar sale vertiginosamente: i suoi video su YouTube sono all'ordine del giorno ed è solo una piccola misura del successo che accumula.
Il 2010 è l'anno della consacrazione ed il Santos centra il "double": le vittorie nel Campionato Paulista e nella coppa nazionale portano Neymar al centro dell'attenzione mondiale. Anche perché le sue prestazioni vengono paragonate ai grandi del passato del club, come Pelé o Robinho: del resto, non tutti fanno 42 reti in una stagione da 60 partite. West Ham e Chelsea fanno alcune offerte, ma il giocatore pare concentrato solo al crescere in Brasile, in modo da diventare il miglior giocatore del mondo. Un'attitudine confermata nell'anno successivo, che vede l'asso del Santos segnare i gol decisivi per il bis nel Paulista e trionfare nella Copa Libertadores, dove realizza una rete in finale. Un trionfo, quello continentale, che il "peixe" attendeva da 48 anni e sul quale Neymar mette una firma indelebile. Proprio per questo, il Santos ed il giocatore si mettono d'accordo: l'attaccante partirà solo dopo il Mondiale casalingo del 2014.
Intanto, arriva il primo incrocio con l'idolo di sempre, ovvero Lionel Messi. L'occasione è la FIFA World Cup per club, dove il Barcellona ed il Santos si sfidano in finale: i blaugrana distruggono i sudamericani, ma Neymar ha la soddisfazione di giocare contro l'argentino. Uno scambio di battute, un abbraccio ed un cinque suggellano una sorta di patto non-scritto: forse in quel momento, il giovane attaccante ha già deciso che Barcellona sarà la sua prossima meta. Così, le sue convinzioni sul rimanere in Brasile («Non me ne vado dal Santos») cominciano a vacillare; anche perché, nel frattempo, il Santos continua a vincere e gli stimoli diventano sempre meno per Neymar. Dopo aver vinto il premio di miglior giocatore sudamericano per due edizioni consecutive e raggiunto il traguardo dei 100 gol da professionista a vent'anni (!), rimane veramente poco da fare: le 43 marcature stagionali non fanno più notizia. Così come non stupisce il fatto che i gol di Neymar portino il club al tris nel Paulista. Anzi, c'è chi lo provoca: non manca chi - tra gli addetti ai lavori - affermi come le difese brasiliane non sono il test migliore per uno come Neymar. Insomma, finché non verrà a giocare in Europa, non si potrà parlare di lui al livello di Messi o Cristiano Ronaldo, con tanta pace dei giudizi di Pelé: una mosca che ronza parecchio nell'orecchio dell'asso del "peixe".

Neymar con la maglia della nazionale brasiliana: è la star dei prossimi anni.

Considerazioni che fanno ancora più rumore, se si pensa che la parabola con la nazionale brasiliana non sta andando bene come quella con il Santos. Le sue prestazioni con l'U-17 e l'U-19 spingono Pelé e Romario a consigliarlo a Dunga, allora C.T. della prima squadra, per i Mondiali sudafricani del 2010; nonostante questo, il tecnico del Brasile va avanti per la sua strada ed esclude Neymar. Il fallimento di quella spedizione e l'arrivo di Menezes come nuovo allenatore dei verdeoro portano l'asso del Santos ad esser subito convocato; nella prima gara con la nazionale, arriva anche il gol contro gli Stati Uniti. Con l'aumento della sua fama, ci si aspetta molto da lui; a maggior ragione, viene accolto da salvatore in una nazionale che sembra aver perso lo status di leader nel mondo del calcio. Non va benissimo in Copa America, dove segna due gol decisivi per il passaggio del girone, ma scompare nei quarti di finale contro il Paraguay; va persino peggio alle Olimpiadi, dove il Brasile arriva solo per vincere la medaglia d'oro. Neymar, come molti suoi compagni, è di un livello superiore agli altri, ma non basta: le sue prestazioni sono decenti, ma non decisive. In finale, i verdeoro perdono contro il Messico la terza occasione per vincere l'unico alloro mancante. E così, Neymar è ripartito in questa stagione, segnando 11 gol con la nazionale.
Qui, però, si torna alla domanda iniziale: quali sono i dubbi su Neymar? Beh, proprio le statistiche in nazionale possono aiutarci a rispondere, specie se analizziamo quelle dell'ultimo anno. Il problema dell'attaccante è che tutti questi gol sono stati realizzati in amichevole; per carità, non è colpa sua se il Brasile è già qualificato ai Mondiale, in quanto paese ospitante. Tuttavia, fa riflettere come il ragazzo debba ancora essere decisivo in nazionale; quando si è dovuto misurare nelle Olimpiadi o Coppa America, contro avversari diversi da quelli dello scenario sudamericano (dove invece ha dominato in lungo ed in largo), Neymar non ha fatto benissimo. La mia considerazione può risultare fallace, ma solo il tempo saprà dirci se questa piccola considerazione può avere qualche seguito.
Del resto, è lo stesso Neymar ad avere il suo destino in mano: sarebbe stato più stimolante vederlo in una compagine meno competitiva, a sgomitare per trascinare la sua squadra alla gloria. Tuttavia, pochi si possono permettere questo prodigio ed il Barcellona lo osservava da tempo. C'è già chi parla di problemi di convivenza tattica tra Messi e Neymar. Non credo che si presenterà tale difficoltà: Messi ormai è la prima punta del 4-3-3 barcelonista, mentre il brasiliano potrebbe accomodarsi sul versante sinistro, magari con Iniesta a bilanciare il trio. Semmai, bisognerà vedere quanto la sua classe potrà risultare decisiva in uno scenario europeo: la Champions League potrebbe essere il suo vero banco di prova.

Neymar, 21 anni, saluta la folla "barcelonista": è un giocatore blaugrana.

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