13.6.13

Prove generali.

Molti la ritengono una competizione inutile, ma voglio cercare di essere fuori dal coro: mi piace molto la Confederations Cup. Chiaro, non vale quasi nulla in una bacheca come quella del Brasile o dell'Italia, ma qui bisogna vedere il contesto generale: c'è chi farà la storia solo per il fatto di esserci arrivati. C'è chi ritorna dopo tanto tempo. E c'è chi, nonostante il dominio di questi anni, vede la CC come l'occasione per fare l'en plein: dopo Argentina e Francia, Uruguay, Italia e Spagna potrebbero centrare tutti i maggiori trofei FIFA (Mondiale, CC e medaglia d'oro alle Olimpiadi) se risultassero vincitrici.

Lucio, 35 anni, alza la CC del 2009: il Brasile è stato l'ultimo vincitore.

Analizzando i due gironi e le diverse partecipanti, c'è poco da dire: il meglio di ogni continente si è presentato a questa coppa, tranne forse nella confederazione oceanica. Parlando del gruppo A, il favorito numero uno è il Brasile, già vincitore della CC per ben tre volte nella competizione: i verdeoro arrivano alla competizione un po' in difficoltà. Cacciato Menezes sul finire del 2012 - l'uomo che doveva fare la rivoluzione - nella federazione hanno puntato su Felipe Scolari, l'uomo che vinse l'ultimo Mondiale nel 2002. Insomma, più che una rivoluzione, si respirano tempi di restaurazione in casa brasiliana; tuttavia, un buon misto di giovani ed esperti dovrebbe garantire un buon torneo. Sulla strada del Brasile ritorna l'Italia, anch'essa favorita per il passaggio del turno: la squadra di Prandelli sarà alla CC solo perché la Spagna ha vinto sia il Mondiale che l'Europeo, ma questo non vuol dire che il C.T. azzurro non possa fare qualche esperimento. Non per nulla, si è portato gente come El Shaarawy e De Sciglio proprio per provare qualcosa di nuovo.
Tuttavia, le due nazionali dovranno far attenzione ai loro rivali nel raggruppamento, che per altro avevo già segnalato nel settembre scorso. Da una parte c'è il temibile Messico di José Manuel de la Torre e dei "ragazzini scalmanati": già, proprio quelli che negli ultimi anni stanno sconvolgendo il calcio mondiale a livello giovanile. Dopo le vittorie dei Mondiali U-17 (nel 2005 e nel 2011), il terzo posto del Mondiale U-20 di due anni fa e la vittoria nell'Olimpiade dell'estate scorsa, i centroamericani sono pronti a sconvolgere il mondo; se Torrado e Salcido faranno bene il loro lavoro di chiocce, Hernandez ed i suoi giovani compagni metteranno paura a chiunque gli capiterà a tiro. Oltre ai verdi, c'è il Giappone di Alberto Zaccheroni, già qualificato al prossimo Mondiale: vinta la Coppa d'Asia nel 2011 con una squadra ringiovanita, "Zac-san" è pronto a mostrare che i suoi talenti possono affermarsi anche ad un livello più alto. Certo, la compagine nipponica avrebbe bisogno di un ricambio generazionale in alcuni ruoli, ma non è detto che non facciano una sorpresina già dalla partita d'apertura contro i padroni di casa a Brasilia.
Ben diversa è la situazione del gruppo B, dove ci sarà poco da sorprendersi: la Spagna parte per "ammazzare" il raggruppamento, con poche facce nuove (dentro Azpilicueta, Soldado e Nacho Monreal) e tanta voglia di vincere l'unico trofeo che le manca. A fronteggiare Torres e compagni, ci sarà sostanzialmente l'Uruguay di Cavani e Suarez: i ragazzi di Tabarez sembrano essere alla fine del ciclo che li ha portati a raggiungere le semifinali dell'ultimo Mondiale e vincere la Copa America due anni fa, ma tenteranno di dare il meglio. Alle loro spalle, in netto ritardo, c'è la Nigeria di Stephen Keshi: le "aquile" hanno fatto una buona Coppa d'Africa, ma sono sembrate poco fantasiose e mancano ancora d'esperienza. Senza Emenike e Moses, poi, non sarà certo facile: gli africani non creeranno gli stessi problemi di una Costa d'Avorio o di un Ghana; per concludere, c'è la favola di Tahiti, vincitrice della OFC Cup nella scorsa estate. Le qualificazioni al Mondiale sono andate malissimo (una vittoria e cinque sconfitte...) e la squadra ha appena incassato un 7-0 dal Cile... U-20! Perciò, la sola partecipazione sarà già un evento storico, degno d'esser raccontato ai propri nipoti: qui si fa la storia, signori.

Mario Balotelli, 22 anni: espulso venerdì, la CC sarà un banco di prova per lui.

Sembra scontato e facile prevedere l'esito del torneo: Brasile e Italia passeranno il gruppo A, Spagna ed Uruguay il gruppo B. Semifinali con Spagna e Brasile vincitrici rispettivamente su Italia ed Uruguay e finalona imprevedibile (anche se le "furie rosse" appaiono più collaudate). Insomma, lo spazio per sorprese non sembra esserci; tuttavia, io vi consiglio di guardare bene il girone A, dove Messico e Giappone potrebbero creare qualche grattacapo. Anche perché le squadre dell'intero raggruppamento arrivano in condizioni non ottimali: il Giappone ha perso in amichevole con la Bulgaria e ha agguantato un pareggio all'ultimo minuto contro l'Australia; l'Italia è apparsa in calo in quel di Praga, con Balotelli fuori dalle righe; il Brasile gioca solo amichevoli e potrebbe risentire del ritmo della gara vera, in cui ci si gioca qualcosa; infine, il Messico sta faticando un pochino nel proprio girone di qualificazione.
Insomma, la CC sarà tutta da guardare e gustare, magari anche per trovare qualche nuovo talento o per consacrare definitivamente giocatori che stanno già facendo bene. Tra tutti, terrei d'occhio tre profili in particolare. Il primo è quello del golden-boy pronto ad elevarsi ad un livello d'attenzione mondiale: parlo di Javier "Chicharito" Hernandez, attaccante del Manchester United. Ferguson non l'ha mai considerato titolare con Rooney e Van Persie davanti. Tuttavia, il messicano non si è scoraggiato e ha realizzato 18 gol in 36 partite stagionali: la CC potrebbe essere il trampolino di lancio che attendeva. Il secondo è quello di Bernard, giovane trequartista brasiliano: convocato per la prima volta in una competizione internazionale, il fantasista dell'Atletico Mineiro è uno di quei talenti che il Brasile metterà in mostra in questa rassegna, senza però l'alone di lucentezza mediatica che accompagna i suoi connazionali Neymar o Lucas. Lo Spartak Mosca lo voleva in gennaio, ma l'operazione non è andata a buon fine: che qualcuno lo punti dopo la CC? Il terzo profilo, invece, è quello di Roberto Soldado. Il bomber del Valencia è già abbastanza conosciuto in Europa, ma i tanti gol realizzati non gli hanno mai portato la giusta attenzione a livello di nazionale: la fama di Torres lo procede, ma anche Llorente e Negredo gli sono stati preferiti. La speranza è che questa CC, per lui, non sia solo un riconoscimento al suo straordinario fiuto del gol, bensì l'occasione per diventare protagonista del proprio paese.
A dir la verità, c'è un altro profilo da menzionare: il nome di Steevy Chong Hue sarà sconosciuto ai più. In realtà, il ragazzo fa parte della squadra che Tahiti schiererà nella prossima CC. E' stato proprio lui a realizzare il gol decisivo per la vittoria continentale dello scorso anno, nella finale vinta per 1-0 contro la Nuova Caledonia; lui, come i suoi compagni, si è dovuto prendere un permesso dal lavoro, perché a Tahiti il calcio non basta per vivere. Non ci sono contratti milionari o sponsorizzazioni che ti cambiano la vita: il calcio è una passione. E' sempre bene tenerlo a mente, perché qualcuno - lungo la strada - lo dimentica: di questo, possiamo solo ringraziare la Confederations Cup, che sarà una prova generale anche per gli impianti e l'organizzazione di questo Brasile sempre in crescita. Del resto, come dimostra questa rassegna, passare da Neymar a Chong Hue è un passo breve.

La Spagna al completo: ancora una volta, i favoriti sono loro.

2 commenti:

  1. Hai riassunto bene , spagna e brasile hanno nettamente i favori del pronostico, però io da tifoso italiano dico che non bisogna snobbare la confederation cup , anzi bisogna cercare di vincerla è l'unico trofeo che ci manca in bacheca :) anche se sarà difficile devono dare il massimo perché come si dice la palla è tonda tutto può accadere!! Il mondiale del 2006 ci insegna

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    1. L'Italia, se trova la forma, può comunque riuscire a farcela. Tuttavia, dopo una lunga stagione, questo sembra il problema maggiore, insieme a quello delle motivazioni: le squadre più piccole sono quelle a sentire meglio la CC, insieme ai padroni di casa ;)

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